A distanza di ben diciannove anni dalla pubblicazione sono trapelate le demo degli storici capitoli
Tutti conoscono i Pokémon, creature partorite da una geniale idea di Satoshi Tajiri e dalla matita di Ken Sugimori che hanno letteralmente conquistato il mondo videoludico e non. L’iconica Pokeball e la mascotte Pikachu, ora affiancato da Eevee, sono riconoscibilissimi anche ai non appassionati.
La loro storia comincia “ufficialmente” il 27 febbraio 1996, giorno in cui vennero rilasciati in Giappone Pokémon versione Rossa e Verde (solo dopo arrivò Blu, da cui vennero estratte le versioni Rossa ed appunto Blu per l’occidente). I titoli si sono evoluti continuamente da allora, in questo articolo faremo un tuffo in un passato mai esistito, quello delle origini della seconda generazione, la Johto mai nata delle versioni demo di Pokémon versione Oro e Argento.
I Giochi
Oro e Argento sono la coppia di giochi con cui ha debuttato il 21 novembre 1999 in Giappone la seconda generazione, ambientata nella regione di Johto, confinante con quella visitata nei primi titoli, ovvero Kanto e possiede 100 nuove creature oltre alle 151 già mostrate in Rosso, Blu e successivamente in Giallo. I titoli con il nome dei due materiali preziosi sono stati seguiti da Pokémon Versione Cristallo, incentrato sul leggendario Suicune. Le mascotte dei giochi sono rispettivamente Ho-Oh per Oro e Lugia per Argento.
La Demo
La demo in questione di Oro e Argento è quella presentata al Nintendo Space World del 1997, quindi ben due anni prima della pubblicazione dei giochi definitivi. Appena avviata, dopo il breve ed ancora scarno filmato introduttivo, inizieremo il gioco con uno starter già assegnato al livello 8.
Nello zaino abbiamo pochi strumenti, oltre ad una bacca tenuta dal Pokémon, starà a noi giostrarsi le poche risorse per arrivare alla fine. Va detto che è possibile catturare altre creaturine e che non è obbligatorio sfidare gli allenatori, per avviare la lotta basterà parlare con lo sfidante. Tecnicamente la demo dovrebbe finire dopo un paio di percorsi, ma la modalità di debug ci permetterà di andare oltre.
Il menù di debug
All’avvio del gioco basterà premere select anziché start per aprire il menù di debug per avere accesso a varie funzioni. Potremo vedere la lista dei Pokémon, accedere a dei minigiochi tra cui: il poker, le slot machines, il gioco del 15, il picross ed il memory.
Potremo poi accedere al Pokégear dove visualizzare la mappa, la radio con alcune musiche di gioco, ed il telefono che però non ha nessun numero in rubrica. Infine, vi sarà presente un utilissimo simulatore di battaglie dove potremo vedere tutti e 251 i mostriciattoli nel gioco, oltre al mitico “pokébug” Missingo. e l’uovo peste. Infine, si potrà avviare una nuova partita dove sarà possibile salvare il gioco.
La Johto che non c’è
Come anticipato prima Johto, anzi, l’intera mappa di gioco è ben differente dalla versione definitiva. Importante precisare la mappa perché a differenza del gioco manca l’intera regione di Kanto! Durante la durata del titolo il giocatore, dopo aver conquistato otto medaglie, avrebbe dovuto attraversare un percorso a est della città iniziale, Borgo Foglianova, per approdare a Kanto dove disputare la Lega Pokémon e poter sfidare il campione, ma in origine non era così.
Johto è decisamente più grande anche se ancora scarna, incompleta ed ogni tanto con qualche bug e distorsione grafica, alcuni percorsi sono stati pressoché stravolte mentre altri sono rimasti invariati. La demo si concluderebbe dopo i primi percorsi, con Argento che ci dice che non siamo pronti per il viaggio. La demo quindi ricomincia da capo. Grazie però alla modalità debug possiamo letteralmente camminare dietro l’ingresso e saltare bellamente il dialogo e proseguire la nostra esplorazione, con buona pace di Silver.
Notiamo viaggiando tra percorsi e città, il più delle volte incomplete e in fase di sviluppo (ci ritroveremo letteralmente a camminare su una strada composta da numeri 9) notiamo che, nonostante la presenza di NPC, non si hanno script di dialogo come era immaginabile per una demo, c’è da chiedersi se i suddetti siano stati aggiunti subito dopo.
Trama
Possiamo anche dedurre una cosa molto importante: non essendo presente la regione di Kanto la trama del gioco sarebbe stata ben diversa, basti pensare a due indizi prinicipali. Arrivando alla torre radio di Fiordoropoli noteremo la presenza di Giovanni, leader del team Rocket e assente nella versione finale del gioco. L’ultima città sarebbe stata invece quella che “rappresentava” tutta la regione di prima generazione, anticipando drasticamente lo scontro finale con Rosso.
Altri indizi sulla trama li possiamo trovare nella futura Amarantopoli, dove possiamo esplorare un edificio con dentro degli altari vuoti, tranne per l’ultimo, in cui è presente un misterioso uovo. Inoltre, sempre nella stessa città, nella torre Campana troveremo delle singolari statue di Tentacruel, Pikachu e di Oh-Ho, è possibile che le cose siano collegate.
Il menù segreto in-game
Anche in-game sarà possibile accedere ad un vasto menù con cui potremo teletrasportarci e visualizzare la mappa, curare i Pokémon (cosa che sulla demo normale non è possibile), potremo accedere al market, visualizzare gli sprite overworld dei vari NPC e potremo selezionare la bicicletta e, udite udite, lo skateboard!
Va però detto che il mezzo è implementato malissimo ed è pressoché impossibile controllarlo in condizioni di gioco normali, forse è per questo che è stato rimosso nella versione finale. Un’altra funzione davvero interessante è la possibilità di regolare a piacimento l’ora di gioco e persino di alternare giorno e notte e lo scorrere del tempo stesso a proprio piacimento. Sarà possibile inoltre accedere al PC, altra cosa che non è si può fare nella demo normale, all’interno del box vi saranno tre Pokémon scelti a caso di livello 5.
I Pokémon
Da dove cominciare? Il pokedex non presenta descrizione se non qualcosa come: specie appena scoperta, è sotto oggetto di ulteriori studi, possiamo però vedere tutti quelli che al 1997 erano i Pokémon di Johto e notiamo subito delle sorprese pazzesche!
I Pokémon baby sono molti di più, tra cui spiccano: una piccola e bizzarra ape, un mini-Meowth, un Pichu decisamente rotondo e tante altre come i baby di Vulpix, Ponyta e qualcosa di molto simile a Ditto, oltre a diverse altre che non hanno mai visto la luce.
Possiamo notare anche alcune specie mai esistite, come ad esempio una sorta di squalo con un’ancora attaccata e relativa forma base o una bellissima coppia di felini elettrici. Un’altra linea degna di nota è quella di una sorta di gatto lunare con annessa evoluzione, forse troppo simile ad Umbreon per coesistergli. Le evoluzioni di Lickitung (poi rimpiazzata due generazioni dopo con Lickilicky), Pinsir, Quilfish e forse anche Ditto non sono poi state confermate.
Va precisato però che non è detto che sia finita per questi “antichi” Pokémon, basti pensare che Munna, creatura introdotta nella quinta generazione, era stata progettata inizialmente per i primissimi giochi! Per giunta nell’ultimo posto nel pokedex possiamo vedere uno dei mostri “ripescati”, Leafeon! La evoluzione di tipo Erba è stata poi introdotta nella quarta generazione, con Pokémon Versione Diamante e Perla.
Anche la maggior parte dei Pokémon poi mantenuti ha subito importanti variazioni, tra gli starter solo Chikorita e Meganium hanno mantenuto il loro aspetto originale, metre Bayleef, Totodile, Croconaw e Feraligatr sono stati completamente rivisti (per fortuna). Peccato per la linea evolutiva di Cyndaquil, Quilava e Thphlosion, comunque belle, ma a parere personale le originali meritavano molto.
Altri cambiamenti sono drastici per alcuni Pokémon, come ad esempio Noctowl, Kingdra, Politoed, Girafarig e per fortuna anche ai tre cani leggendari Entei, Raikou e Suicune, resi molto più eleganti e fieri nella versione definitiva. Mentre, in altri, si è avuto un semplice cambio di qualche dettaglio o di colorazione, come accaduto per Espeon e Scizor.
Una nota finale da aggiungere è la sorprendente per quanto evidente (anche dal menù di introduzione della demo di Argento) mancanza di Lugia! I giochi quindi erano inizialmente pensati per avere un solo leggendario principale.
Noi di iCrewPlay ci siamo superati stavolta, e abbiamo deciso di mostrarvi uno ad uno i Pokémon di seconda generazione nel 1997, tutti e 100 li potete trovare in questa gallery!
Il nostro viaggio all’interno della Johto che fu e mai sarà può dirsi concluso, alcune cose in quei due anni di tempo prima del rilascio dei titoli ha portato drastici cambiamenti, molti in bene, alcuni in male. Il mondo Pokémon è in continua evoluzione e, spesso, strizza l’occhio al passato, non dimenticando mai (o quasi) le sue origini.
Non è detto che qualche idea, solo perché un po’ datata, sia da scartare a priori, è già successo e chi vi scrive, ammettendo candidamente di essere abbastanza un nostalgico, spera che accada nuovamente, prima o poi.