Tra i tanti simulatori che continuano a spuntare su Steam, Potion Shop Simulator è uno di quei titoli che ti fa dire: “ok, vediamo di cosa si tratta”. L’idea è semplice e abbastanza immediata da capire: sei un alchimista alle prime armi che decide di aprire una bottega di pozioni in un mondo fantasy pieno di personaggi strambi e richieste ancora più strane.
Sviluppato da Pebbles Games, il gioco punta tutto su crafting, gestione e un po’ di personalizzazione, con uno stile visivo decisamente morbido e un’atmosfera rilassata che si sposa bene con l’idea di passare qualche ora tranquilla tra calderoni, ingredienti e clienti impazienti.
Insomma non promette rivoluzioni, ma prova comunque a dire la sua nel genere. Abbiamo provato a vedere com’è davvero passare le giornate a mischiare ingredienti, coltivare piante magiche e cercare di non mandare tutto all’aria nel tentativo di gestire una bottega.
Potion Shop Simulator, un piccolo laboratorio in un mondo fantasy
Potion Shop Simulator ci catapulta nei panni di un giovane alchimista appena diplomato, pronto a mettersi in proprio. La bottega che gestiamo si trova ai margini di un regno popolato da creature fantastiche e abitanti con esigenze particolari, dai guerrieri feriti in battaglia ai maghi con problemi di concentrazione.
All’inizio il gioco ci accoglie con un’intro illustrata che racconta il contesto narrativo in modo semplice ma gradevole. La qualità delle illustrazioni è buona, con uno stile che richiama i libri fantasy per ragazzi: nulla di troppo elaborato, ma sicuramente curato al punto giusto.
Prima di partire possiamo scegliere il nostro personaggio: sono disponibili due modelli base (maschio e femmina) con la possibilità di cambiare colori di pelle, capelli e abiti. Non è una personalizzazione profonda, ma abbastanza per sentirsi un minimo rappresentati in gioco.
Gameplay: alchimia, gestione e una buona dose di routine
Il gameplay di Potion Shop Simulator ruota attorno a tre attività principali: la raccolta e gestione degli ingredienti, la creazione delle pozioni e la vendita al banco. Il ciclo è abbastanza semplice da imparare, ma ha una sua profondità, specialmente quando si cominciano a sbloccare ricette più complesse o si cerca di ottimizzare i guadagni.
Le pozioni si realizzano combinando ingredienti legati ai quattro elementi classici: Fuoco, Acqua, Aria e Terra. Ogni ingrediente ha una sua affinità elementale, e il sistema ci spinge a sperimentare per ottenere mix sempre più efficaci. Non c’è un vero e proprio albero delle ricette da seguire passo passo, ma più una scoperta graduale, che rende il processo interessante anche dopo diverse ore di gioco.
A questo si affianca la gestione del giardino, una delle componenti più utili (e rilassanti) del gioco. Possiamo coltivare alcune delle erbe necessarie per le pozioni, scegliendo cosa piantare in base alla domanda e alla stagione. È una parte che funziona bene e spezza con ritmo la routine di crafting e vendita.
Proprio la vendita delle pozioni è forse la parte più “gioco di ruolo” del tutto: i clienti entrano, spiegano cosa cercano, e possiamo proporre la pozione giusta oppure cercare di rifilare qualcosa di simile, se le scorte non sono delle migliori.
C’è anche la possibilità di negoziare i prezzi, il che aggiunge un pizzico di strategia: conviene vendere subito a poco o aspettare un cliente disposto a pagare di più?
Tutto sommato il gameplay funziona. Non ci sono colpi di scena o dinamiche rivoluzionarie, ma le varie meccaniche si incastrano bene e mantengono viva l’attenzione. Il loop giornaliero, una volta entrati nel ritmo, riesce a dare soddisfazione senza diventare monotono troppo in fretta.
Una delle feature più particolari di Potion Shop Simulator è la modalità cooperativa. È possibile infatti gestire la bottega in compagnia di un altro giocatore, dividendo i compiti in modo pratico: chi si occupa del giardino, chi resta al banco, chi prepara le pozioni.
Grafica e sonoro
Dal punto di vista visivo, Potion Shop Simulator non punta al fotorealismo, e va benissimo così. Il gioco adotta uno stile morbido, colorato, che si sposa bene con l’atmosfera fiabesca generale. Gli interni della bottega sono ben dettagliati, gli ingredienti riconoscibili a colpo d’occhio, e le animazioni, anche se basilari, sono funzionali e coerenti.
C’è una certa cura nei piccoli dettagli, come il fumo che esce dal calderone o le reazioni facciali dei clienti. Nulla di esagerato, ma l’insieme riesce a creare un ambiente accogliente, che invita a restare un po’ di più a sperimentare con nuove ricette o sistemare gli scaffali.
Il comparto audio di Potion Shop Simulator fa esattamente quello che deve: accompagna il giocatore senza stancarlo. La musica principale, che ci accoglie nel menù con una melodia medievaleggiante, è piacevole e crea subito la giusta atmosfera.
Durante le sessioni di gioco, le musiche restano sullo sfondo senza invadere troppo, e gli effetti sonori – dallo sfrigolio delle pozioni al tintinnio delle monete – sono coerenti e ben realizzati. Non è un comparto audio che spicca per originalità, ma tutto è al posto giusto e ben integrato con il resto dell’esperienza.
Non tutto è perfetto, ovviamente. Il sistema di personalizzazione degli ambienti, ad esempio, è piuttosto limitato, con pochi elementi decorativi e scarsa varietà visiva nelle botteghe.
In generale, si ha la sensazione che alcune aree del gioco abbiano ancora margine di miglioramento.
Potion Shop Simulator è un gestionale onesto, che fa quello che promette senza strafare. Non cerca di reinventare la ruota, ma costruisce una formula solida basata su crafting, gestione e atmosfera rilassante.
Se si vuole giocare a un titolo tranquillo, con un gameplay semplice ma capace di tenere impegnati per qualche ora, Potion Shop Simulator è una buona scelta. È disponibile su Steam a €16,49 e anche se non è perfetto, ha un suo stile e delle buone idee.