Negli ultimi tempi gli amanti dei giochi di carte competitivi sono particolarmente aumentati, raggiungendo anche importanti traguardi. Dal 9 gennaio 2024 è disponibile, su Steam, Primateria, un gioco che ricordai titoli più famosi del genere, ma che aggiunge qualcosa di suo, arrivando a toccare livelli di gameplay piuttosto alti.
L’esperienza di questo titolo è consigliata anche a chi non è particolarmente avvezzo con i giochi di carte, essendo piuttosto semplice da comprendere nelle sue meccaniche e immediato nel gameplay. Già dai primi minuti di gioco si potranno vivere delle esperienze che faranno apprezzare il titolo.
Primateria e la sua trama non scontata
La storia che offre Primateria non è lasciata al caso come si potrebbe (erroneamente) pensare per questa tipologia di giochi, è utile anche ai fini del gameplay e ci dà un idea del mondo di gioco, nonostante non sia esplorabile in prima persona. In Primateria il protagonista è un Polupus, un ricettacolo creato da un uomo-ragno chiamato Vetus tramite il filo del destino.
Il suo obiettivo è quello di sconfiggere gli Dei che governano il mondo dei mortali e delle anime perdute grazie alla sua forza. Un’antica profezia, infatti, dice che sarà proprio un Polupus a mettere fine alle angherie dei potenti immortali e a dare inizio ad una nuova era di uguaglianza.
Per combattere gli Dei bisogna utilizzare delle carte magiche che contengono mostri più o meno potenti. Il “gioco mortale delle carte“ , come viene chiamato durante la narrazione, è stato inventato da Varu, un essere che ricorda l’unione tra un medico della peste e un giullare.
La trama in soldoni è quella che ho appena spiegato, anche se non è chiarissima pure nelle fasi più avanzate di gioco, i personaggi principali infatti utilizzeranno più termini per definire lo stesso evento e ogni tanto si potrebbe non capire a cosa si riferiscono.
Un gameplay avvincente
Dal punto di vista del gameplay ci sono diverse cose da dire: alcune meccaniche ovviamente sono quelle classiche dei famosi giochi di carte, ma ci sono degli elementi di gameplay che rendono Primateria divertente e aperto a tutti, anche nei suoi errori.
Il gameplay di base, e avanzato, viene spiegato da diversi personaggi durante la storia, ma ci sono alcune dinamiche che francamente potrebbero sorprendere anche i più esperti. La meccanica principale è il valore delle carte: ogni carta ha un numero in verde segnato in alto, all’inizio puoi mettere sul campo solo quelle con i valori più bassi, da lì puoi fondere le carte per utilizzarne una dalla mano che ha come valore la somma di quelle più basse.
Questa è la nozione principale del gioco, negli scontri successivi il gameplay viene arricchito dagli effetti che hanno le carte: alcune possono essere giocate subito in base a particolari eventi, alcune ne creano di nuove e le collegano alla principale, altre ancora disabilitano quelle avversarie.
È proprio in questo momento che il gioco diventa interessante, infatti per capire gli effetti delle carte e agire di conseguenza non serve essere un esperto del gioco o conoscere interi deck a memoria, il bello di Primateria è che ogni giocatore può capire velocemente quello che succede sul campo e agire di conseguenza.
Lo stile roguelite e le varie modalità
Ci sono principalmente 2 modalità di gioco, la storia principale e la modalità senza fine, per i più appassionati. Primateria è un roguelite, nelle quest principali si dovranno completare dei percorsi per arrivare ad un boss finale senza morire, ovvero subire 10 danni. Quando vieni sconfitto, dovrai rifare la quest da capo, questo stile di gioco particolare potrebbe non piacere ad un certo tipo di utenza.
Durante queste missioni, che potremmo chiamare “run”, bisogna formare un deck partendo da poche carte iniziali, fino ad arrivare al boss finale con un mazzo di tutto rispetto. La difficoltà delle run e del gioco non è elevata (ogni livello ha la difficoltà segnata in basso), almeno fino alle fasi finali, grazie anche agli oggetti e alle carte che il gioco ti dà.
Primateria ti mette davanti a delle scelte ad ogni livello, che permettono al giocatore totale libertà di gameplay: se una persona si sente sicura di sé può provare la sfida per sbloccare una nuova carta, se invece ha poca vita rimasta può optare per la cura che ripristina i punti vita.
Durante una quest ti potrebbe capitare di sbloccare degli equipaggiamenti unici che si possono utilizzare per tutta la run, questi equipaggiamenti sono spesso troppo potenti e si finisce per abusarne, come alcune carte che offre il gioco. Il bilanciamento delle carte infatti non è perfetto, complice anche il fatto che Primateria non è online.
Il lato tecnico
La grafica e l’UI
Parlando di grafica, l’interfaccia che offre Primateria sia nella schermata del menu che nelle fasi di gioco successive non è un granché, ricorda lo stile di vecchi titoli risalenti a fine 2012.
Sicuramente utilizzare un font personalizzato per le varie voci di gioco avrebbe aumentato l’immersione del giocatore non di poco, anche per l’UI il discorso è lo stesso, Primateria ha bisogno di “svecchiare” alcune grafiche e l’interfaccia per alzarsi di livello. Questo discorso non vale assolutamente per gli artwork delle carte, di cui parleremo tra poco.
Colonne sonore
Le OSTs di Primateria sono sorprendentemente buone, non sono state realizzate solamente per dare un generico sottofondo al gioco, si sente che c’è del lavoro dietro che punta a dare quel mood utile all’immersione di gioco, sia durante le battaglie che le parti di narrazione.
Degli artwork validi
Una delle parti più solide del titolo sono gli artwork, con grande sorpresa posso dire che sia quelli delle carte che dei personaggi di trama sono stati realizzati egregiamente. Dal menu principale è possibile aprire la voce deck editor, che permette di ammirare tutte le miniature che propone Primateria, per poi utilizzarle durante il combattimento combinate alle animazioni delle carte donando veramente un bello spettacolo per gli occhi.
Gli artwork dei personaggi della lore sono realizzati anche meglio, quasi ogni soggetto ha un design unico che lascia il segno nella mente del giocatore, i personaggi hanno anche più frame per dargli un effetto animato mentre parlano, permettendo al giocatore di godere appieno del character design realizzato.