Sviluppato e pubblicato da Bliss Brain, Princess Maker 2 Regeneration è un gioco di simulazione genitoriale che ci cala nel ruolo di un padre alle prese con la crescita di una figlia donata dal cielo. Il tutto in un contesto fantasy e con conseguenze non sempre prevedibili e ancorate a un articolato sistema di caratteristiche.
Parliamo di un titolo uscito originariamente nel 1993 facente a sua volta parte di una macro serie discretamente longeva e famosa, soprattutto in Giappone. Noi ci siamo messi alla prova come genitori su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a scoprire le fatiche dell’essere un genitore anche nel mondo dei videogiochi?
Princess Maker 2 Regeneration: il capitolo più famoso della serie
Prima di affrontare la narrazione e il gameplay di Princess Maker 2 Regeneration è bene raccontare la storia di questa singolare IP e le sue trasformazioni nel tempo. Nata nel 1991, Princess Maker è sempre stato promosso come simulatore di vita e ha avuto come obiettivo prevalentemente quello di crescere una bambina, gestendone le attività, l’abbigliamento e provando a plasmarne il carattere in vista di uno dei finali disponibili. Il titolo originale, così come i suoi sequel, non sono stati tradotti neanche in inglese, restando esclusiva Giapponese.
Con Princess Maker 2, la saga ha raggiunto il suo apice, non per niente questo è il capitolo di maggior successo e che ha saputo colmare ogni lacuna del precedente dimostrandosi un capitolo solido e coinvolgente e meritevole di arrivare fin qui, oggi, oltre il suolo Giapponese. Ma procediamo oltre, considerando che Princess Maker conta ben 5 capitoli principali con l’ultimo (pubblicato nel 2007) che prova a rivoluzionare la formula in chiave moderna, uscendo dai margini medievaleggianti e fantasy canonici dei precedenti capitoli.
Per essere del tutto esaustivi, c’è da indicare che la serie vanta anche diversi spin-off tra cui Princess Maker Go! Go! Princess, Princess Maker Online e Princess Maker Q. Insomma, parliamo di una serie longeva e forte di una nicchia fedele e solida. Così fedele e solida che ha visto prima la nascita di fansub poi di trasposizioni vere e propri con lo sbarco su Steam dell’ultimo capitolo e dei primi due in versione “Refine” (di cui puoi recuperare la nostra recensione del primo capitolo).
Princess Maker 2 Regeneration recupera direttamente Princess Maker 2 Refine del 2004 e ne migliora ulteriormente la resa grafica (diventando così una remastered di una remastered), rimodellando i protagonisti e riavvicinandoli all’estetica del 1993 e quindi alla versione originale. Inoltre, Princess Maker 2 Regeneration ha il compito di festeggiare ben 30 anni e per l’occasione alla grafica è stato chiamato Akai Takami, character designer della serie Princess Maker e membro dello studio di animazione giapponese GAINAX (lo studio da cui è nato Evangelion).
Una storia da costruire
Princess Maker 2 Regeneration apre le danze con un’introduzione animata inedita che ha la firma, appunto, dello stesso Akai, e che ci immerge con una serie di flash in quello che ci aspetta. Una serie di scene e personaggi che andremo poi a conoscere e che andranno a comporre un mosaico imprevedibile che costituirà ben otto anni di vita della nostra figliola donata dal cielo.
A tal proposito, per scoprire come e perché ci è stata affidata tale figliola, dobbiamo citare il prologo che ci narra di come il nostro regno è stato invaso dai demoni inviati dagli dei stessi per punire l’umanità che si era ormai abbandonata ad eccessi e peccati di vario genere. Per contrastare il Re dei demoni, si fece avanti un eroico spadaccino che riuscì a far arrendere l’orrenda creatura, divenendo l’eroe ufficiale del regno, riconosciuto da re e regina e benvoluto dal popolo.
Tale eroe, siamo noi. Eroe a cui potremo dare un cognome che a sua volta verrà affidato alla bambina caduta dal cielo. La nostra futura figlia, ci viene infatti consegnata direttamente da una divinità. Il nostro compito? Averne cura e crescerla fino ai diciotto anni, quando potrà muovere i passi da sola, forte dei nostri insegnamenti. Sempre se… sopravviverà, ovviamente. Ed è così che ha inizio la nostra avventura di genitori con un compito inusuale, dispendioso ma potenzialmente gratificante.
Inutile dire che il titolo è scandito da un calendario ferreo e a lungo andare le attività “inedite” saranno sempre più centellinate, abbandonandosi a una ripetizione costante. Il mondo di gioco è pieno di personaggi e infatti abbiamo anche l’occasione di far andare nostra figlia a parlare con i membri del castello, dalla guardia al re in persona, ma sarà discretamente difficile riuscire a sbloccare nuove linee di dialogo. Persino quelle col giovane guerriero che si presenta solo una volta all’anno deludono, dimostrandosi vuote e prive di conseguenze immediate.
Nel dettaglio, quando incontreremo tale giovane e aitante guerriero, i due (lui e nostra figlia) possono decidere di stringere una promessa: ossia rivedersi ancora dopo un anno. Ebbene, ogni volta non succede niente, ottenendo le stesse linee di dialogo e la promessa di rivedersi l’anno dopo. Una volta, abbiamo deciso di venir meno alla promessa per scorgerne eventuali reazioni due anni dopo e… niente. Il titolo, ovviamente, accumula le azioni e si basa pesantemente sul sistema di statistiche della nostra figliola limitandosi a servirci il conto alla fine con uno dei tanti finali disponibili che vanno a potenziarne la longevità (in media discretamente bassa).
Come educare una figlia
Se la narrazione parte col botto per poi smarrirsi in cicli ripetuti e con pochi bagliori inediti, il gameplay dona un impatto iniziale respingente e non per tutti. Ma procediamo con ordine: Oltre a decidere il cognome nostro e quindi anche della bambina, potremo decidere il suo nome di battesimo, la data di nascita (che influenzerà il suo carattere e la divinità che la consegnerà a noi) e il suo gruppo sanguigno.
Fatto ciò, ci ritroveremo in una schermata che sarà la nostra croce e delizia. Qui avremo sempre, costantemente, sott’occhio le statistiche della nostra figliola che aumenteranno o diminuiranno a seconda delle nostre decisioni e soprattutto dell’impegno della stessa figliola. Su carta il titolo è un simulatore genitoriale a cui è stato aggiunto un rudimentale sistema da gioco di ruolo, una spruzzata da visual novel e soprattutto, una crudele anima da gestionale.
I soldi, infatti, sono il nostro nemico principale. Per poter permettere alla nostra figliola di crescere, potremo tenerla occupata con diversi studi specifici. Studi che costano e alcuni anche abbastanza caro. Inoltre, ogni mese ci sono le spese di sostentamento che potremo anche diminuire rischiando però di far dimagrire troppo la nostra figliola e di farla ammalare. A essere proprio onesti, Princess Maker 2 Regeneration ci ha ricordato in più punti il gioco di Monster Rancher per PlayStation.
Anche qui, infatti, ci possono essere visite inaspettate e soprattutto eventi a tema con tanto di torneo d’arme dove potremo provare a farci valere. A differenza di Monster Rancher, però, le attività qui sono nettamente minori con solo una festa a tema ciclica e la possibilità di poter partecipare a una sola tipologia di torneo all’anno (se non vuoi combattere, puoi far sfidare tua figlia in un torneo di cucina, danza o d’arte).
Ma oltre allo studio, la nostra figliola può e deve anche lavorare, permettendoci così di avere sempre qualche soldino in cassa. Lavorare, oltre ad aumentare e/o diminuire alcune statistiche (in base all’azione e alla sua esecuzione) fanno salire anche uno dei pochi valori che non deve mai essere troppo alto: quello dello stress. Questo valore può rendere la nostra figliola una piccola selvaggia sfaticata, se non proprio una delinquente, portando non solo a studiare male e a lavorare peggio, ma anche a disubbidire, scappare di casa o peggio.
Per diminuire lo stress, possiamo concederli dei giorni a spasso per la città, volendo dandole anche qualcosa di soldi da spendere come preferisce oppure andando in vacanza tutti insieme. Ma come si organizza il tempo in Princess Maker 2 Regeneration? Il tutto viene gestito grazie al nostro fedele maggiordomo demone che ci guida mese dopo mese nello schedare i compiti da far fare a nostra figlia. Ogni mese è diviso in tre attività diverse da dover stabilire anticipatamente e senza la possibilità di poter intervenire in corso d’opera.
Ludicamente parlando, la faccenda si riassume nello scegliere una serie di opzioni e ad assistere a schermate automatiche con eventuale successo o fallimento. Tutto qui. L’unico momento in cui il titolo diventa più interattivo e meno ripetitivo, è quando si decide di andare all’esplorazione in uno dei quattro luoghi prestabiliti. In questi casi, Princess Maker 2 Regeneration si tramuta in un rudimentale gioco di ruolo in 2D simil Dragon Quest con tanto di combattimenti a turni.
Esplorare e combattere
Princess Maker 2 Regeneration ha quindi una mini anima da gioco di ruolo, peccato che risulta terribilmente lento, scattoso e mal riproposto. Meritava certamente qualche accortezza in più per risultare quanto meno più fluido. Anche perché, esplorare non è del tutto noioso nè tantomeno inutile, visto che potrai raccogliere strumenti, scovare tesori e persino svelare piccole trame opzionali.
I combattimenti, invece, sono a turni: 1 vs 1. Qui le statistiche sono strettamente legate a quelle ottenute da nostra figlia tra studi e lavori vari e, in effetti, se non decidi di farla diventare una guerriera, esplorare ti sarà quasi impossibile visto che un banale volatile potrà metterti KO in un colpo solo. Viceversa, se decidi di creare una mini guerriera, potrai investire i tuoi soldi in armi, armature o anche in magie (di cui esistono studi apposta). Chiariamoci, come gioco di ruolo è davvero minimale ma fa il suo dovere e spezza un po’ la monotonia.
Concludiamo tornando alla questione degli equipaggiamenti. Oltre armi e armature, ci sono tanti oggetti da poter acquistare, magari come regalo di compleanno per nostra figlia, che vanno a intaccare sempre le sue statistiche. Inoltre, a seconda se è estate o inverno, potrai dover acquistare un determinato abito in modo da far restare la tua figlioccia sempre in buona salute, evitando così la clinica e ulteriori spese.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Princess Maker 2 Regeneration ha dalla sua un impatto nostalgico di tutto rispetto oltre a un tocco estetico che i fan di Evangelion e dello studio GAINAX sapranno sicuramente apprezzare. Purtroppo non tutto è curato come si dovrebbe e la forte ripetitività del titolo alla lunga stanca. Buona la crescita anche estetica di nostra figlia, così come le sue statiche espressioni che fungono da specchio al suo carattere.
Negativi, invece, gli ambienti in cui potremo addentrarci in ottica di gioco di ruolo, con quattro location spoglie, brutte e vuote (i combattimenti sono casuali). Buoni invece i nemici, vari, ben ispirati e anche discretamente particolari seppur molti ripresi di peso dal capitolo precedente della saga. Il sonoro è abbastanza anonimo, quasi assente e, per forza di cose, ripetitivo come il gameplay. Infine, tocca evidenziare la totale assenza della lingua italiana che potrebbe essere un ostacolo di cui tenere in considerazione.