La Principessa Peach torna protagonista di un gioco Nintendo. Princess Peach: Showtime! è, infatti, il primo titolo ad avere come personaggio principale la principessa del Regno dei Funghi da quasi vent’anni a questa parte, ovvero dalla pubblicazione di Super Princess Peach per Nintendo DS nell’ottobre 2005. La principessa è un personaggio giocabile in moltissimi dei titoli appartenenti alla saga di Super Mario: da Super Mario Bros. 2, pubblicato nel 1988 su NES, fino al più recente Super Mario Bros. Wonder. Molto più raramente, però, Nintendo ha riservato il ruolo di protagonista alla stessa Peach.
Proseguendo sulla scia di titoli come Luigi’s Mansion e Captain Toad: Treasure Tracker, la casa di Kyoto ha quindi realizzato un gioco interamente incentrato sulla compagna di avventure di Mario. Analizziamo pregi e difetti delle avventure della Principessa Peach nel Teatro Splendente nel titolo sviluppato da Good-Feel: studio già autore, tra gli altri, di Yoshi’s Crafted World.
Si alzi il sipario
Come spesso capita con i titoli dell’universo di Super Mario, la trama di Princess Peach: Showtime! è estremamente immediata e semplice. Un giorno, uno dei Toad riceve un volantino che pubblicizza gli spettacoli del Teatro Splendente. Intrigata, Peach decide di recarsi al teatro per assistere alle opere. Durante il suo soggiorno, però, la malvagia strega Uva Spina prende il controllo della struttura assieme ai suoi scagnozzi, la Compagnia del Mosto, intrappolando all’interno dell’edificio tutti i presenti.
La principessa incontra quindi Stella, la guardiana del Teatro Scintillante, e accetta di aiutarla a salvare gli Splendì, le stelle di tutti gli spettacoli, liberando così l’edificio dalla presenza delle malvagie creature. Il gioco si sviluppa, dunque, in un ambiente ben lontano e distinto dal canonico Regno dei Funghi, mettendo in mostra personaggi e nemici inediti.
Princess Peach: Showtime!: un vasto insieme di generi
L’intero titolo si svolge all’interno del Teatro Splendente. A ogni piano della struttura, che vengono sbloccati progressivamente, sono presenti quattro livelli. Ciascuno stage rappresenta un diverso spettacolo teatrale, offrendo, di conseguenza, una differente trasformazione per Peach. Dando il via a un livello, infatti, viene offerto un contesto narrativo che illustra la singola storia dell’opera, per poi sbloccare il costume di turno e utilizzarne le caratteristiche peculiari per superare ostacoli e nemici.
Le varie trasformazioni della protagonista sono associate, sostanzialmente, a un differente genere videoludico e a diverse meccaniche di gameplay. Ad esempio, prendendo in considerazione i costumi già anticipati dalla demo, lo spettacolo che vede protagonista Peach Spadaccina è un gioco action basato sui combattimenti, mentre utilizzando Peach Pasticciera dovremo superare una serie di minigiochi per preparare correttamente dolci e biscotti. La varietà, in tal senso, è incredibile: parlando solamente dei primi quattro livelli ed evitando dettagli relativi alle fasi più avanzate del gioco, troviamo anche Peach Ninja, il cui livello è caratterizzato da fasi stealth, e Peach cowgirl, protagonista di un platform a scorrimento con anche fasi di corsa automatica.
Una trasformazione tira l’altra
Le trasformazioni della principessa sono dieci, e tra le altre meccaniche di gameplay troviamo puzzle game, picchiaduro, avventure grafiche e altri generi ancora. Per ogni costume sono presenti tre livelli, sparsi tra i vari piani del Teatro Splendente. Il primo, come anticipato in precedenza, è quello che fornisce il contesto narrativo dello spettacolo e che permette di sbloccare la trasformazione di turno.
Il secondo rappresenta una naturale prosecuzione dello scenario iniziale, da cui vengono riprese le meccaniche di gameplay. Nel terzo, più breve rispetto agli altri due, dovremo liberare lo Splendì di riferimento: ad esempio, nell’ultimo livello di Peach Spadaccina dovremo salvare lo Splendì Spadaccino.
Una così estrema varietà porta grande entusiasmo e curiosità a chi sta giocando, sia nel vedere quale possa essere il nuovo aspetto della protagonista, che nello scoprire quale sarà la nuova meccanica di gioco proposta dal livello. Questo effetto sorpresa, però, va inevitabilmente ad attutirsi col passaggio al secondo scenario della trasformazione, il quale ripropone le stesse dinamiche del primo, senza quell’aggiunta ulteriore che avrebbe potuto sorprendere ancor di più il giocatore.
I livelli, comunque, risultano estremamente piacevoli sia da ammirare che da giocare, anche grazie a comandi che, seppur ridotti all’osso, risultano molto funzionali alle meccaniche di gioco proposte. Il tasto A è dedicato al salto, mentre con B possiamo utilizzare l’abilità di Peach, che varia a seconda della trasformazione.
Utilizzando i pulsanti dorsali, inoltre, possiamo far mettere in posa la protagonista: mossa indispensabile per accedere ad alcune aree bonus dei vari scenari. A essere estremamente minimale, però, è anche la differenziazione dei nemici affrontati dalla protagonista, che, in generale, risultano poco variegati.
Ti piace vincere facile?
La durate dei livelli si attesta tra i dieci e i quindici minuti, portando la longevità del titolo attorno alle 6/7 ore: durata che raddoppia se, una volta terminato il gioco, si decide di dedicarsi a raccogliere tutti i collezionabili e a superare alcune sfide disponibili proprio nell’endgame. La difficoltà generale, comunque, è estremamente bassa.
Nella sua impostazione, infatti, Princess Peach: Showtime! mette chiaramente in mostra il fatto di voler essere un titolo molto semplice e alla portata di chiunque. Oltre a un livello di sfida che rasenta lo zero e alla presenza di due soli comandi di gioco, infatti, troviamo anche un’opzione che permette, se si muore troppe volte, di completare automaticamente il livello.
Nonostante ciò, il gameplay risulta molto appagante e azzeccato nelle idee che propone, anche se in alcuni scenari le scene di intermezzo spezzano in maniera eccessiva l’azione di gioco. Un aspetto, questo, che si fa ancora più evidente se si decide di rigiocare un livello già completato: nemmeno in quel caso, infatti, è possibile saltare i dialoghi.
Ciò che, invece, ci ha convinto a pieno sono i combattimenti contro i boss. Ogniqualvolta si completano tutti gli scenari presenti in un piano del Teatro Splendente, infatti, è necessario sconfiggere un potente nemico prima di poter procedere oltre. Senza entrare troppo nel dettaglio per evitare spoiler, possiamo rivelare che le boss fight, pur mantenendo la bassa difficoltà che caratterizza tutto il gioco, risultano estremamente ispirate sia per il loro approccio diversificato che per la loro creatività e fantasia.
Un teatro che splende sotto molti aspetti su Nintendo Switch
Uno dei punti di forza di Princess Peach: Showtime! è il suo aspetto grafico. I modelli dei personaggi sono ben curati e le animazioni fluide ed elaborate. Ma è soprattutto il modo in cui sono realizzati i livelli a catturare l’attenzione: gli scenari mostrano in tutto e per tutto la cura messa dagli sviluppatori per restituire un’immagine estremamente ben curata delle varie opere ed effettivamente vicina al mondo del teatro, con elementi cartonati sui fondali e alcuni personaggi attaccati a fili come fossero marionette.
A contribuire a questa sensazione è anche un sapiente utilizzo delle inquadrature dal deciso taglio teatrale e dei riflettori per illuminare i personaggi principali che in quel momento sono al centro della scena, proprio come se il giocatore stesse assistendo a un vero e proprio spettacolo.
Come accennato in precedenza, inoltre, ciascuna opera è resa unica dagli elementi che la contraddistinguono. Tale aspetto non si limita alla scenografia, ma comprende anche la componente audio. I componimenti musicale che accompagnano il giocatore durante i vari livelli, infatti, sono abilmente variegati e in perfetta sintonia con gli scenari di riferimento, risultando così estremamente godibili e apprezzabili.
A peccare nella realizzazione tecnica è, però, la versione docked di Nintendo Switch. Se in modalità portatile l’immagine restituita dal titolo è estremamente piacevole, definita e fluida, rimanendo ben ancorata ai 30fps, collegando la console al televisore il framerate risulta più instabile, rendendo così l’esperienza di gioco meno godibile.