Kickstarter, nel caso tu non lo conosca, è una community che aiuta artisti, musicisti, designer e altri creatori a far divenire realtà le loro idee progettuali. Questo è possibile grazie ai sostenitori dei diversi progetti che, donando una cifra qualsiasi, contribuiscono a raggiungere un obiettivo prefissato utile a realizzare l’idea presentata. Il gioco oggetto di questa recensione è nato proprio grazie a una campagna crowdfunding su Kickstarter qualche anno fa: Team Robot Black Hat è un piccolo team indipendente messicano che, grazie al denaro racimolato sulla piattaforma, ha potuto pubblicare il gioco inizialmente su Steam e alcuni giorni fa anche su Nintendo Switch. Oggi andrò a recensire la versione per console ibrida di Q-YO Blaster.
Frenetico, caotico, ma non confusionario
Q-YO Blaster si presenta come uno Shoot ’em Up molto divertente e frenetico, con personaggi graficamente ben caratterizzati e un livello di difficoltà accessibile anche ai neofiti del genere. È infatti possibile scegliere fra due livelli: “principiante” (denominata little butterfly) e “normale” (el macho), entrambi disponibili nella modalità Classica; più avanti si potrà sbloccare la modalità Arcade Extreme, grazie alla quale gli utenti più esperti potranno trovare pane per i loro denti.
Una volta scelta la difficoltà dovremo comporre la nostra squadra per affrontare l’avventura. Si parte dalla scelta del nostro personaggio. Essi si dividono in tre gruppi a seconda delle caratteristiche che li contraddistinguono. Se vogliamo prediligere la componente “danno” andremo per il Team 1 composto da: Xnake 1, Nerón, un’inquietante testa di cane mozzata, Chop, Weird-o-Tron, una specie di robot gigante, Kurisu, un ragazzo con una spada avvolta da un’aura verde; il Team 2 presenta sei personaggi caratterizzati da una via di mezzo fra danno e resistenza, troviamo: Mr. Cheeks, un criceto scienziato che ricorda molto Rambo, Mess, un panda volante, The Iron Cat, il nome dice tutto, Isaakh, Tom Toom, una specie di umano con la testa di un pomodoro e Moltepillar; infine nel Team 3 possiamo trovare un gruppo di personaggi con molta resistenza come caratteristica principale, come: X3-Chan, un cyborg dalle sembianze di una ragazzina giapponese, Wimmel 3, uno squalo robot sottomarino lanciarazzi, Sylph, Leena e Brian, un ragazzo palesemente ispirato ad Astro Boy.
La scelta del team corrisponde anche alla scelta fra una delle tre abilità speciali presenti nel gioco, rispettivamente: “Blood Presence“, un flash danneggerà tutti i nemici su schermo; “Boom!!” un mix fra le altre due abilità e “Microwave“, grazie al quale potrai aumentare temporaneamente la tua resistenza. Una volta scelto il nostro personaggio dovremo scegliere il potenziamento da affiancargli, indipendentemente da chi avremo scelto, gli unici due potenziamenti disponibili saranno uno scudo molto resistente o, in alternativa, un potente laser: vedremo in seguito come poter attivare questi power-up.
Appena si comincia a giocare un tutorial spiegherà brevemente i comandi di gioco. Con lo stick sinistro si potrà comandare il personaggio, con A si fa fuoco, una pressione prolungata di quest’ultimo attiverà l’abilità speciale dopo che la barra di energia si sarà riempita a sufficienza; con B si può usare l’attacco speciale definito dal potenziamento scelto, una barra dedicata si riempirà ogni volta che si raccoglierà una gemma lasciata cadere da un nemico sconfitto; nei momenti più caotici, la pressione del pulsante Y attiverà una interessante funzione chiamata Pulse, grazie alla quale tutti i proiettili presenti in quell’istante diventeranno gemme e raccogliendole si riempirà velocemente la barra degli attacchi speciali. Quest’ultima è sicuramente un’aggiunta degna di nota, rispetto alle altre caratteristiche più comuni per un gioco appartenente al genere degli Shoot ’em Up.
Sebbene il gioco non si distingua per meccaniche particolari, fatta eccezione per la sopracitata funzione Pulse, il tutto risulta molto pulito e di buona fattura; durante le diverse ore di gioco non ho incontrato praticamente nessun bug e non ho riscontrato imprecisione nei comandi; a essere pignoli, lo stick nel menu principale soffre di un po’ di imput lag, ma si possono usare anche i pulsanti direzionali, in ogni caso nulla di grave e nulla che vada ad inficiare il giudizio finale, ma per dovere di cronaca mi è sembrato corretto segnalarlo.
Sempre per quanto riguarda il gameplay, Q-YO Blaster può essere giocato, oltre che in single player, anche da due giocatori in una modalità co-op, che su Nintendo Switch è sicuramente indicata e consigliata vista la possibilità di condividere i due Joy-Con.
Trama e comparto tecnico
Una piccola nota sulla trama è di dovere, sebbene non rappresenti di certo la caratteristica di punta del prodotto. Il pianeta Terra è minacciato da un meteorite che a breve vi impatterà, sulla sua superficie si trova una colonia di insetti alieni che minaccia di attaccare la popolazione, tutto è nelle mani di Mr. Cheeks, il migliore scienziato sul pianeta, che dovrà mettere a punto una linea di difesa, composta dai tre migliori gruppi di combattenti e da marchingegni micidiali necessari per sventare la minaccia extraterrestre.
Tutti i protagonisti e antagonisti di Q-YO Blaster sono caratterizzati da buffi design – a tratti, c’è da dirlo, ispirati alla recente opera dello Studio MDHR, Cuphead – e da attacchi che ti faranno presto dimenticare la trama per concentrarti solo sul gameplay. Escluso il tutorial iniziale, il gioco presenta una decina di stage relativamente brevi, ma non per questo semplici, che culminano in boss finali molto diversi fra loro con dei buoni pattern di attacchi, non sempre banali. Gli stage hanno ambientazioni ben disegnate, che spaziano da ambienti casalinghi a giardini rigogliosi fino allo spazio siderale, sempre pieni di nemici accomunati tutti dalla presenza di diversi insetti maligni; vale lo stesso discorso anche per i boss.
Come già detto il gioco gode di una buona qualità grafica generale, i disegni sono ben curati e molto caratteristici, la resa grafica ricorda molto gli schermi a tubo catodico dei cabinati da sala giochi, infatti la risoluzione generale, pur essendo a 720p, sembra inferiore rispetto agli standard odierni, si differenzia rispetto a quell’HD di alcuni giochi indie a tema 8-bit. Questo però non deve essere inteso come un punto a sfavore, anzi dà una sensazione di nostalgia che, a mio avviso, è molto apprezzabile per un videogioco di questo tipo. L’effetto è amplificato dalle buone musiche e dagli effetti sonori electropop con un ritmo incalzante.
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