Le passioni possono rappresentare lo stile di vita di ogni persona, indipendentemente da quale essa sia. Parlano per noi e attraverso noi facendo capire a chi ci sta intorno chi siamo e a quale livello culturale apparteniamo. Ma quanto è radicata la conoscenza videoludica nella vita di tutti i giorni?
I videogiochi sono un elemento che ha instaurato radici profonde nella vita odierna, inutile negarlo, basti pensare a titoli che ispirano o sono ispirati da fatti realmente accaduti o che nella loro fantasia richiamano tematiche odierne o passate. Chi più chi meno ha giocato almeno una volta ad un videogioco, che sia anche il semplice Pacman o Tetris, tutti hanno tenuto almeno una volta un joypad tra le loro mani.
Le persone crescono indubbiamente con i videogiochi e i videogiochi crescono con le persone, nella società odierna è un elemento onnipresente da tenere in considerazione data la possibilità di apprendere in modo profondo da un disco che gira dentro una console.
Prendiamo per esempio le nuove generazioni di ragazzi che ogni giorno si avvicinano e si appassionano ai videogiochi, chiedendo ad un bambino se abbia mai sentito parlare della cultura Maya quasi sicuramente riceveremo come risposta un: “Certo! ne parlano in Shadows of the Tomb Raider!”.
Questo fa capire come i videogiochi, anche a livello culturale con tutte le fantasie inserite del caso, siano utili anche ad un bambino per capire chi fossero i Maya o qualsivoglia altra cultura citata all’interno di un titolo. Ovviamente la distinzione tra fantasia e realtà è da mettere in discussione, dato che in un videogioco sicuramente ci saranno più elementi immaginari che fatti realmente accaduti.
Un’altro esempio di cultura può essere estrapolato da un titolo quale Assassin’s Creed: Origins, nel quale una specifica modalità può farci appoggiare il joypad e godere di un documentario sulla storia e la cultura egizia, con spiegazioni scientifiche e documenti storici sulla storia di questo meraviglioso popolo.
Quanto discorgono la realtà i videogiochi?
Questo è il punto focale sul quale tutti fanno una profonda riflessione. Se non tutti, almeno qualcuno di noi ha provato a cercare in rete informazioni sulla possibile esistenza di un determinato protagonista o di un determinato personaggio all’interno di un titolo giocato, questa è la prova di quanto realtà e finzione si fondino portando appassionati e non a rendere reale qualcuno o qualcosa che in realtà non è mai esistito.
Ci si avvicina ad un futuro in cui la linea tra immaginazione e realtà diventa sempre più sottile, chi di noi giocherà ad un titolo come Cyberpunk 2077 indubbiamente fantasticherà su un prossimo futuro pieno di innesti cibernetici e città talmente grandi da sembrare interi pianeti. Ma questo non vuol dire che nessuno tragga ispirazione da questi mondi di fantasia, mi basta citarvi una serie come The Witcher, il quale a parte pochi appassionati prima del terzo capitolo, Wild Hunt, era sconosciuto alla maggior parte. Sicuramente i libri hanno fatto la loro parte ma ora grazie alla sua fama ha una trasposizione sulla piattaforma Netflix, facendo in modo che anche chi non capisce nulla di videogiochi conosca Geralt di Rivia e il mondo che lo circonda.
I videogiochi possono rappresentare i testi di storia, libri di racconti e storie fantastiche del futuro. Un futuro in cui una semplice (o con una tecnologia all’avanguardia) console potrà sostituire le biblioteche come le conosciamo oggi, dando la possibilità di consultare storie, fantastiche o non, che hanno costruito la società come la conosciamo oggi.