Se c’è una lezione che Sony ha imparato nel corso degli anni è che far uscire una nuova console con un prezzo troppo alto può rovinare la migliore delle reputazioni e spedire i giocatori dritti tra le braccia della concorrenza.
Il colosso di Kyoto, come tutte le aziende che hanno resistito abbastanza da poter lanciare sul mercato più di una console, ha visto entrambe le facce della medaglia tra successi e fallimenti.
L’esempio più calzante viene dalla grande differenza, in termini di vendite, tra il lancio di PlayStation 3 e quello di PlayStation 4: nonostante la sua retrocompatibilità, il lettore Blu-ray, la capacità di utilizzare hard disk esterni e più in generale una maggiore potenza rispetto alla generazione precedente, PlayStation 3 riscosse poco successo nei primi due anni di vita, principalmente a causa di un prezzo di lancio assurdo.
La situazione migliorò con l’avvento delle versioni slim, più economiche, con qualche funzionalità in meno. La strada per Sony era davvero in salita, costretta a downgradare la propria console e a cambiare la propria strategia per arrivare a quello che possiamo considerare un pareggio con la rivale Xbox 360 alla fine della generazione.
Avrebbero potuto evitare questo passo falso con dei prezzi in linea con quelli attuali? Probabilmente.
Nonostante alcune pecche del primo modello di PlayStation 3, il danno maggiore alle vendite era imputabile al prezzo. Anche Microsoft ha imparato la lezione con un prezzo al lancio di Xbox One tutto sommato abbordabile, dunque Sony non può contare su errori della concorrenza. Dovranno valutare attentamente le proprie mosse.
Decidere il prezzo per una console al lancio nel 2020 sarà diverso rispetto alla stessa situazione del 2013. Gli utenti vogliono grandi novità dalle console e sia Sony che Microsoft non hanno fatto mistero della loro intenzione di soddisfare queste aspettativa con risoluzioni in 8k, ray tracing, 120 fps di media e altre innovazioni mai viste prima su console.
Anche l’economia globale è un fattore da tenere in considerazione, dal momento che quando si ha a che fare con produzioni all’estero generalmente c’è una minore stabilità, che può condurre ad aumenti di costi improvvisi, che potrebbero portare la società a fissare il prezzo di PlayStation 5 intorno ai 500 dollari, se non di più.
Non è una decisione così semplice come potrebbe sembrare a primo impatto.
Uno degli elementi principali nel decidere il prezzo di lancio è dato dall’analisi dei concorrenti. Microsoft ha imparato a proprie spese cosa significhi avere una console che costa 100$ in più della concorrenza, il che comunque non vuol dire che stavolta adotteranno una strategia opposta.
Ci sono comunque fattori fuori dal controllo di Sony: in buona parte dipendono dalle caratteristiche pubblicizzate e potrebbero far lievitare il prezzo, anche se da più parti si sta ipotizzando un prezzo di circa 499 dollari. Non è un’ipotesi così campata in aria, dal momento che Sony ha spesso adottato strategie di lancio aggressive, anche vendendo in perdita.
E’ successo ad esempio con la prima PlayStation, venduta in Nord America a 299 dollari, un prezzo nettamente più basso rispetto ai concorrenti. Era un periodo di grandi cambiamenti nel mondo del videogioco, con agguerriti contendenti come Sega Saturn, Atari Jaguar e Nintendo 64 che all’epoca comandavano, ed era difficile predire come sarebbe andata a finire la console war.
Sony, ultima arrivata, entrò nella contesa con un prezzo molto appetibile per i consumatori e tanti giochi con cui far parlare di sé.
Strategia molto saggia, che si risolse con una vittoria per la Sony, che consolidò la propria leadership nella generazione successiva con PlayStation 2. Il momento storico era diverso da quello di metà anni ’90, sia Nintendo che Microsoft
Il rovescio della medaglia arrivò con PlayStation 3: il prezzo richiesto per i due modelli disponibili (499 e 599$) era ben più alto rispetto a quelli di Nintendo Wii e Xbox 360 e non aiutò il fatto che la console di Sony fu l’ultima ad uscire, arrivando nei negozi mesi dopo i concorrenti.
PlayStation 4 ha segnato invece un ritorno alle origini, con una strategia più vicina alle prime due generazioni. Il prezzo di lancio, fissato in 399 $, era abbastanza interessante e ha consentito al produttore giapponese di sedersi sul trono del vincitore, complice la confusione in quel di Redmond.
Se dovessimo fare un paragone con il passato di Sony, potremmo dire che siamo a meta degli anni 2000, ai tempi di PlayStation 2; se vogliono ripetere i successi del passato, evitandone gli errori, quella del prezzo di lancio di PlayStation 4 è una decisione che andrebbe riproposta con pochi scrupoli.
Partendo da tutte queste variabili, Sony ha in mano tutti gli elementi per scegliere un prezzo nella fascia che va da 399 a 499 $.
I giocatori sono pronti a pagare mezzo migliaio di dollari (e probabilmente di euro), mantenendo Sony competitiva anche per questa generazione? Oppure sarebbe meglio chiedere un prezzo inferiore e rischiare perdite più consistenti per ogni unità venduta?
Ogni scelta ha dei pro e dei contro, e nessuna sarebbe del tutto incomprensibile.
L’unico modo che avrebbe Sony per fallire sarebbe decidere un prezzo per PlayStation 5 di 599$ (o superiore), tuttavia richiederebbe totale mancanza di giudizio e una buona dose di amnesia, che rendono questa strada quasi del tutto impensabile.
Se l’attuale generazione è un’indicatore attendibile lo scopriremo nei prossimi mesi e avremo modo di riparlarne, con più dati alla mano.