Se sei un appassionato di videogiochi vecchia scuola è praticamente scontato il fatto che tu conosca la serie di R-Type. Uno dei capisaldi del genere Shoot ‘em up, che spesso e volentieri viene abbreviato in shm’up. Il gameplay di questo genere di giochi è quanto di più semplice si possa pensare: prendi una navicella e vaga per dei livelli orizzontali sparando a qualsiasi cosa si muova.
Negli anni ’90 questo genere ha probabilmente raggiunto il suo apice, con titoli che hanno fatto letteralmente svuotare le tasche, a forza di 500£ (lire, non sterline), a noi ragazzini dell’epoca, tra questi c’era la saga di R.Type, la quale era da tutti associata ad un gameplay estremamente punitivo (insieme a Metal Slug, ma questa come si dice è un’altra storia).
A distanza di anni nel mercato la scelta, per questo genere di titoli, non è più così florida, almeno fino a qualche anno fa dove il creatore di R-Type, ovvero Kazuma Kujo, ha deciso di fondare la propria casa di produzione, chiamandola Granzella, acquistare da IREM i diritti per R-Type e lanciare una campagna su Kickstarter per rifare un titolo con lo stesso feel dell’originale. Dopo aver raccolto la bellezza di 900000 $ e aver trovato il publisher NIS America, nasce R-Type Final 2 seguito di R-Type Final che era a tutti gli effetti la quint’essenza di questo genere di titoli.
Se hai letto con attenzione il titolo, avrai capito che la recensione di oggi, tuttavia, si basa su quello che dovrebbe essere il seguito, ovvero R-Type Final 3 Evolved. Questo, a dispetto del 3 che si porta nel titolo, altri non è che una versione riveduta e corretta, con qualche livello in più, del progetto che ha avuto successo su Kickstarter.
È un buon gioco? Sarà all’altezza del nome pesante che si porta dietro? Farà scendere tutti i santi presenti nel calendario come da tradizione? Prosegui nella lettura per avere una risposta a queste domande.
R-Type Final 3 Evolved la trama assolutamente non è necessaria
Davvero esiste qualcuno al mondo che pretende da un gioco come R-Type Final 3 Evolved una trama? Direi proprio di no, perché qui non serve. Il giocatore medio che si approccia a uno sparatutto simile si aspetta navicelle spaziali, tanti nemici da buttare giù e una grande soddisfazione nell’aumentare la propria potenza di fuoco. In questa terza incarnazione del gioco (anche se proprio di terza non si può parlare) tutto ciò è ben presente.
Fai partire il gioco, premi avvia partita, assisti all’inutilissima scena iniziale che ti farà partire da un hangar e inizia a sparare come se non ci fosse un domani a tutto ciò che si muove. Stai attento a come ti muovi, onde evitare di sbattere contro le pareti che costituiscono il livello e ogni tanto prendi un power up per migliorare la tua potenza di fuoco.
Un gameplay classico, forse fin troppo
R-Type Final 3 Evolved, come hai ben capito, è il classico shoot em up che ti metterà a bordo di una navicella spaziale e che ti farà sparare a qualsiasi cosa si muova.
Ovviamente, visto che si tratta pur sempre un gioco uscito nel 2023, i tasti da premere non saranno più solo uno per lo sparo e l’altro per gettare attacchi più pesanti, ma a questi due sono stati aggiunti la possibilità di aumentare o diminuire la velocità della propria navicella spaziale, il fatto di caricare il colpo per renderlo ancora più distruttivo e infine il poter staccare il proprio pod per attaccarlo sul muso dell’astronave oppure sul retro (a dire il vero, questo era possibile farlo anche negli R-Type originali).
All’inizio della partita ti sarà data l’opportunità di scegliere con quale astronave affrontare la tua avventura. Queste all’inizio saranno solo tre tuttavia, man mano che proseguirai nel titolo, potrai acquisire valuta di gioco la quale, una volta spesa, ti darà ulteriori navicelle con cui distruggere tutto, oltre che la possibilità di personalizzazione estetica della tua navicella. Il problema di fondo è che, a parte il lato estetico e il comportamento di alcuni pod (ovvero le capsule che raccoglierai all’inizio di ogni livello) tutte le navicelle si comporteranno in maniera pressoché identica. Un vero peccato perché se fossero state differenziate, avrebbero dato quello stimolo in più a ricominciare il titolo.
Man mano che proseguirai nei livelli dovrai raccogliere i power up di cui il gioco è disseminato. Come da tradizione ogni power up sarà contraddistinto da un colore diverso. Ci saranno uno sparo dritto, uno a laser che rimbalzerà nella porzione di livello che verrà visualizzata e un altro che sparerà dei raggi laser circolari che avranno un raggio d’azione più ampio. Non sono presenti le classiche bombe da shoot ‘em up, o meglio non sono presenti nel senso più convenzionale del termine.
Solitamente in titoli di questo genere c’è un quantitativo di bombe, o attacchi speciali, definito da un numero che si rigenera man mano che si troveranno dei power up. In R-Type Final 3 Evolved il super attacco è rappresentato da una barra che si riempie man mano che il pod frontale, distruggerà i nemici. Caricala al 100 % e questo scatenerà un attacco davvero devastante che sarà particolarmente utile con i boss di fine livello.
Parliamo però del grado di sfida che il gioco offre. R-Type da sempre è sinonimo di difficoltà, questo Final 3 Evolved non fa eccezione. I livelli di difficoltà saranno 5, ma anche ai livelli più bassi, ovvero pratica e bambino, la sfida sarà davvero alta. Diciamo che l’unica differenza sarà la quantità di nemici a schermo e i crediti che avrai a disposizione una volta finite le canoniche tre vite, ma a conti fatti c’è da dire una cosa più che certa: R-Type Final 3 Evolved è un titolo dannatamente difficile e non è per tutti. Se non ami i titoli che richiedono impegno stacci alla larga, non fa davvero per te, nemmeno alla difficoltà più bassa!
Tecnicamente si poteva fare di più
Il tallone d’Achille di questo nuovo R-Type sta sicuramente nell’aspetto tecnico ovvero grafica e sonoro. Da sempre il franchise in questione ha fatto ampio utilizzo di colori cupi, i quali erano davvero azzeccati per dare un tono dark ai livelli che venivano proposti. Final 3 Evolved da questo punto di vista è un po’ diverso. I colori di alcuni livelli sono più accesi mentre per altri si mantiene l’atmosfera dark, tuttavia quello che non convince per nulla sono i fondali e le scelte stilistiche prese per alcuni stage.
Le texture risultano spoglie e poco definite, manco sembra di essere davanti ad un titolo per PlayStation 5, ma più che altro ad un titolo uscito sulla terza generazione di console Sony, ma soprattutto alcuni livelli avranno degli affetti a dir poco fastidiosi. Mi riferisco, ad esempio, alla pioggia del secondo stage, la quale da più confusione che altro, limitando di moltissimo la visuale al giocatore visto che si va a confondere con i proiettili sparati dai nemici.
Altra nota negativa sono le musiche che se da una prima ascoltata potrebbero anche sembrare sufficienti, alla lunga stancheranno. I brani faranno ampio uso di basi techno, ma davvero troppo anonime per essere apprezzate ed entrare di diritto tra le top hit delle colonne sonore videoludiche.