+++SPOILER+++
Nel gioco muori.
+++FINE SPOILER+++
Credimi se ti dico che la scaramanzia non c’entra nulla, quindi se nel ricordarti certe cose base della vita e della morte ora stai attuando pratiche antiche contro il malocchio, sappi che potresti occupare le mani in mille modi migliori. Uno è sicuramente giocare a Rage in Peace.
Cos’è Rage in Peace?
Nel titolo proposto da Toge Productions, Another Indie e sviluppato da Rolling Glory Jam, vivi l’ultimo giorno della vita di Timmy, mentre, avvertito dalla Morte stessa che oggi dovrà morire, corre contro il tempo per tornare a casa e realizzare il suo unico sogno di morire pacificamente in pigiama, nel calore di casa, senza drammi. Rage in Peace è un platform 2d guidato da una storia avvincente con elementi di sorpresa e memorizzazione.
Alla base del gioco c’è l’idea di dover necessariamente morire per scoprire come superare l’ostacolo e “beffare” la morte, utilizzando come unico potere speciale un salto, singolo all’inizio ma che si trasforma nel classico (e questa volta indispensabile) doppio salto.
In Rage in Peace non c’è molto da imparare: vai avanti, muori, riprovi, vai avanti, ecc. che detta così rende tutto un pò noioso. Ed invece non è affatto così, perchè l’ottimo mix di difficoltà crescente e divertimento, di sfida e di curiosità, il tutto permeato da un black humour adatto al target, rendono un platform come Rage in Peace un ottimo futuro classico del genere.
Gli obiettivi
Non ci sono monete da collezionare o mostri da sconfiggere, ok, ma quando vedi poco più in là quei piccoli oggetti luminosi che aiuterebbero a costruire la storia di Timmy, beh la sfida sale e non riesci a tirarti indietro. Dicevo, niente mostri da eliminare, ma non mancano i Boss (il primo è davvero il Boss di Timmy) che in Rage in Peace diventano delle vere e proprie prove di memoria e resistenza con schemi più o meno complessi dove il semplice clic al tempo giusto potrebbe non bastare. Inoltre i Boss sono ben disegnati e caratterizzati, con i loro “attacchi” in linea con la loro storia.
Certo, per chi di voi è un nerd come me ricorderà un caposaldo del genere Platform hardcore, Syobon Action, il freeware Mario like dove un gatto deve superare 4 livelli ad una difficoltà così elevata che Dark Souls sembra Candy Crush Saga. Ma là è volutamente cattivo il modo in cui puoi provare a superare un ostacolo, qui in Rage in Peace è dannatamente divertente. Ci sono volte in cui pur di vedere le animazioni e le storie dietro chi ti ha tagliato la testa (non ti dico il perchè ma si muore sempre, solo, unicamente, assolutamente decapitati) ti fai beccare apposta e alle imprecazioni che non volevi dire aggiungi anche quelle che ti sei cercato, indipendentemente se la cosa è stata di una rana emo o di una mummia sul surf.
Comparto tecnico
Parlando di animazioni e grafica il gioco (l’ho testato a fondo su Nintendo Switch) fa il suo dovere per essere un platform 2d: disegni accurati, stile accattivante, scenografie perfettamente compatibili con l’atmosfera, siano esse l’ufficio di Timmy o una foresta pluviale. Mai un ritardo nelle animazioni e addirittura effetti pixel retrò dove servono. Perfino i caratteri usati per dialoghi sono diligentemente corretti, nulla è lasciato al caso.
Il gioco porta la sua semplicità anche nei menu dove non c’è molto tra cui scegliere se non lo slot di salvataggio (ne abbiamo 3 a disposizione) e poco altro. In game aprire il menu ci permette poi di curiosare sugli elementi della trama e sugli oggetti trovati, tutto disegnato e curato nei dettagli.
Ciò che ho amato molto del gioco poi sono sicuramente le musiche e le canzoni che accompagnano sia le sequenze di gioco che quelle, in particolar modo, che ascoltiamo mentre attraverso illustrazioni e dialoghi, scopriamo man mano il passato del nostro protagonista.
Ecco un altro punto a favore di Rage in Peace: è vero, è dura andare avanti, ma lo stimolo non viene solo dalla sfida e dal piacere di giocare, c’è una sottile profondità nella storia che in fondo ti fa riaccendere la console e vedere come va a finire, perchè Timmy è qui e perchè la sua rassegnazione non si ferma nemmeno davanti a quella che potrebbe sembrare una seconda possibilità.