Vichinghi, martelli da guerra, tamburi, draki realtà virtuale e una colonna sonora con artisti di tutto rispetto sono tutti elementi che Ragnarock ci mette sul piatto una volta indossato il nostro caschetto. I giochi ritmici e musicali stanno vivendo un periodo florido, ma molti dei titoli emergenti risultano essere dei tentativi di competizione troppo “timidi” e vengono oscurati dall’enorme ombra di quello che in molti definiscono il re di questo genere, ovvero Beat Saber.
Ragnarock invece, si lancia sul campo di battaglia a martelli spianati, proprio come la popolazione vichinga che rappresenta, non curante di chi o cosa stia comandando, ma con la voglia di prendersi il posto che si merita, usando ogni mezzo a sua disposizione e con quella dose di spavalderia che non guasta mai. Senza indugiare oltre andiamo a vedere come si sviluppa questo assalto.
Ragnarock: la battaglia finale tra ordine a caos a ritmo di tamburi
Appena indossato il casco VR, il titolo sviluppato da WanadevStudio ci trasporta in una tipica sala vichinga nella quale potremo scegliere fra le due modalità di gioco disponibili, ovvero solo e PvP, insieme alle immancabili opzioni e classifiche, e nella quale potremo selezionare i martelli che andremo ad utilizzare per suonare i tamburi, anche se all’inizio ci sarà solo una coppia disponibile, le altre si sbloccheranno col progredire nel gioco.
Analizziamo intanto la modalità per giocatore singolo; il nostro obiettivo sarà quello di suonare a tempo i tamburi della nostra nave e più saremo precisi, più il nostro equipaggio remerà con vigore, facendo navigare il draki molto più velocemente in modo da percorrere una maggiore distanza.
A seconda della distanza che riusciremo a percorrere, ci verrà assegnata una medaglia di bronzo, d’argento oppure d’oro e sbloccheremo anche la possibilità di competere con il nostro fantasma sullo stesso circuito, in modo da vedere i punti dove siamo andati meglio o peggio e cercare di conseguenza di migliorarci.
Facendo un passo indietro, dovremo prima selezionare il brano sul quale vorremo cimentarci e qui Ragnarock fa veramente il colpaccio: le canzoni o musiche che andremo a scegliere saranno tutte a tema vichingo, piratesco o celtico e composte da una serie di artisti di tutto rispetto fra i quali troviamo Gloryhammer, Alestorm, Nanowar of Steel, Paddy and the Rats, Celkilt, Sabordage e molti altri.
Ogni brano avrà tre categorie di difficoltà segnalate da un numero; più questo sarà alto questo numero e più il brano risulterà difficile. Posso garantirvi che alcuni brani vi faranno letteralmente sudare sette vesti vichinghe. È anche presente un editor per creare i propri brani ma non interno a Ragnarock, bisognerà seguire dei link esterni per poi portare la nostra opera nel gioco.
Colpire duro e al momento giusto
Ovviamente i giochi ritmici si basano quasi interamente sul tempismo e Ragnarock non fa eccezione. Una volta iniziato il brano, diverse rune ci verranno incontro seguendo uno dei quattro binari invisibili dei nostri tamburi e, non appena la runa sarà ben posizionata al centro del tamburo bisognerà colpirla per imprimerla su di esso.
Più saremo precisi e più il nostro equipaggio remerà vigorosamente aumentando la velocità della imbarcazione; se riusciremo a colpirla in modo perfetto un effetto visivo simile a un fulmine sulla runa ce lo farà notare.
Man mano che colpiremo le rune, noteremo anche che i manici dei nostri martelli si riempiranno di una strana luce e, quando l’impugnatura dell’arma sarà interamente luminosa, potremo colpire uno dei due gong posti ai nostri lati per trasmettere una scarica all’equipaggio e farli remare in modalità turbo.
Conservando invece questa abilità, inizieranno a riempirsi allo stesso modo anche le estremità dei martelli le quali, una volta caricate del tutto, ci permetteranno di scatenare un fulmine (come un vero dio del tuono) sul nostro equipaggio che avrà lo stesso effetto della modalità turbo ma molto più efficace. Attenzione però, mancare anche solo una nota azzererà la carica dei martelli!
Sfida tra vichinghi e tecnicismo
Mi permetto di dire che la modalità PvP di Ragnarock è molto più divertente e coinvolgente persino di quella del re Beat Saber, e adesso ti spiegherò il perché. Fino a sei giocatori possono gareggiare in contemporanea e ti assicuro che, complice anche la splendida colonna sonora del titolo, quando vedrai le imbarcazioni avversarie allontanarsi, cercherai in tutti i modi di battere sempre più forte su quei martelli per raggiungerli e quando questo riesce, ti verrà davvero voglia di ruggire come un vichingo.
A fine brano, tutti potranno votare per la prossima traccia sulla quale competere e così via, fino a quando le braccia reggeranno lo sforzo, perché anche su questo aspetto, Ragnarock riesce anche nel tentativo di essere un discreta attività fisica.
Graficamente Ragnarock è davvero piacevole e la cura con la quale sono stati lavorati i suggestivi paesaggi sui quali gareggeremo, è la prova di quanta passione abbia riversato nel progetto WanadevStudio. Sul sonoro non posso dire niente se non che probabilmente brani migliori non potevano essere utilizzati e i comandi risultano semplici ma il gioco difficile da padroneggiare.
Durante le mie sessioni di gioco non ho infine riscontrato nessun bug.