Un po’ di tempo dopo la nostra anteprima (a cui per completezza ti rimandiamo tramite questo link) noi di iCrewPlay abbiamo rimesso le mani su Railroad Ink Challenge, adattamento dell’omonimo gioco da tavolo pubblicato in Italia con il titolo Le strade d’inchiostro (una versione a nostro dire molto più poetica rispetto al nome inglese e comunque ad esso totalmente complementare, visto che Horrible Guild, developer sia del gioco da tavolo che della versione videoludica, è anch’essa italiana).
Giunto alla sua versione definitiva da più di sei mesi, Horrible Guild ha voluto attendere questo nuovo anno prima di riproporcelo in ragione della vera novità: due DLC a pagamento chiamati rispettivamente Foresta e Deserto, che arricchiscono l’esperienza proponendo sfide con regole lievemente modificate e nuovi dadi speciali.
Proprio a causa di ciò, questa recensione verterà più sulla descrizione di questi due contenuti aggiuntivi rispetto al resto del gioco, già descritto in maniera esaustiva in sede d’anteprima.
Railroad Ink Challenge Foresta e Deserto, un turno in meno, due dadi in più
Rispetto all’esperienza originale, i game proposti dalle due nuove modalità (che coincidono tra l’altro con nuove ambientazioni per l’appunto in ambienti boschivi e desertici) riducono la propria durata di un turno, rendendo il raggiungere punteggi elevati più difficoltoso ma al contempo aumentando il livello di sfida generale.
A ciò si aggiungono nuove tipologie di sfida, sempre da compiere entro i turni mediani della partita, la cui difficoltà raggiunge l’apice nella modalità Deserto. Tali nuove sfide sono legate a doppio filo con i due dadi aggiuntivi, sempre utili per tracciare percorsi e obbligatori da giocare ma dai colori diversi rispetto a quelli originali.
Partendo dal DLC Foresta, i due dadi aggiuntivi sono di colore verde, e simboleggiano gli ambienti lussureggianti attraverso i quali passeranno le nostre rotaie e strade. Alle normali facce con i tracciati questi dadi verdi ne aggiungono di vuote, le quali possono essere posizionate in ogni punto della griglia di gioco. Bisogna comunque esercitare attenzione, dappoiché questi dadi sono utili al completamento delle sfide aggiuntive cui si accennava poc’anzi, le quali potrebbero comportare ad esempio il mettere in fila o in colonna quattro spazi verdi o di formare con essi un quadrato due per due.
Il DLC Deserto rincara ancora di più la dose, dal momento che i dadi speciali, stavolte di colore giallo sabbia (chiaramente), sono di due tipologie: canyon e cactus, entrambe suscettibili di sfide specifiche simili a quelle proposte nel DLC Foresta la cui difficoltà è aumentata per l’appunto dalla possibilità di ottenere o non ottenere facce della tipologia necessaria a completare le sfide, con le conseguenze catastrofiche in termini di punteggio. Ragion per cui, giocando una partita Deserto, ponderare la disposizione dei percorsi cercando per quanto possibile di prevedere il risultato dei tiri successivi diventa ancor più cruciale.
A questi due possibili risultati se ne aggiunge un terzo, costituito da una faccia occupata dal disegno di un sole. Quando il tiro dei dadi speciali dà quest’esito, bisogna purtroppo sacrificare un dado speciale, ovvero uno dei sei dadi che consentono di incrociare le linee stradali e ferrovarie in un unica casella e che possono essere usati una solta volta per turno per un massimo di tre volte (quattro se si collegano le tre università sulla mappa ai nostri ‘network‘, ossia ai nostri tracciati).
Qualora il sole dovesse ricapitare una volta esaurite le mosse speciali, si resisterà semplicemente all’aridità, ovvero avremo un percorso in meno da disegnare. Ciò può essere un vantaggio nel late game, in quanto è la fase in cui bisogna assicurarsi che ogni parte dei network sia collegata ad un percorso dotato di entrata e uscita, ma diventa un rallentamento nell’early e mid game, in cui bisogna cercare di accumulare punti creando network lunghi e vincendo le sfide.
Individuare la netta demarcazione tra le tre fasi di gioco, considerando la relativamente breve durata dei game, risulta molto complicato, ragion per cui si rende necessaria un po’ di pratica onde padroneggiare il gioco. Tale rodaggio, fortunatamente, non influisce negativamente su chi gioca, al contrario spinge al miglioramento, specie se chi gioca ama i puzzle game o ancora meglio conosce la controparte fisica di Railroad Ink Challenge. Da tutto ciò emerge un piacevole senso di dipendenza che chiaramente giova al giudizio generale del gioco, ma che ovviamente non va incoraggiato in nessun caso (non esistono buone dipendenze, dopotutto).
Copia conforme all’originale
Come si è ripetuto più volte anche in sede d’anteprima, Railroad Ink Challenge, oltre ad essere la perfetta riproduzione videoludica della propria matrice originale, rappresenta una piccola (in termini di semplice peso in spazio su disco) gioia per gli occhi. Anche a livello tecnico il titolo non lascia per nulla a desiderare: la navigazione è comoda e fluida e i tempi di caricamento praticamente nulli.
Una nota solo leggermente negativa alla colonna sonora, che avrebbe potuto essere un po’ più variegata. Vero è anche che trattandosi di un puzzle game ciò non rappresenta minimamente un problema.
Sull’effettistica si reiterà lo stesso discorso fatto per il resto del versante tecnico: non solo di qualità ma anche perfettamente in sincrono con quanto avviene in game.