Viviamo in un epoca di mestieri nuovi e per certi versi bizzarri, alcuni dei quali solo cinquant’anni fa sarebbero stati considerati impensabili. Eppure, c’è sempre qualcuno che pensa con nostalgia a quelle professioni che sono le più basilari e al tempo stesso le più importanti. Una di queste è quella del fattore, senza la quale (in barba all’industrializzazione alimentare) non avremmo la basilare fonte d’energia che muove l’umanità: il cibo.
Ranch Simulator, il cui lungo ed antieconomico sottotitolo è The Realistic Farm Building and Agriculture Management Sandbox, è un gioco che risponde ad ogni curiosità che hai sempre avuto sulla gestione di un ranch e che non hai mai osato toglierti. Il titolo è sviluppato da Toxic Dog e pubblicato da Excalibur Games.
Più simile ad un gestionale con elementi survival che ad un vero e proprio simulatore (tanto l’estetica quanto le interfacce riportano alla mente il da noi già trattato Open Country), Ranch Simulator è da giocare sia da soli che in compagnia, collocandosi in quella lunga trafila di titoli che potrebbero e dovrebbero recare l’avvertenza ‘multiplayer caldamente consigliato’.
Andiamo ora ad esplorarlo più nel dettaglio!
Ranch Simulator, una riscoperta del vero lavoro più antico del mondo
In Ranch Simulator il protagonista, totalmente personalizzabile sia in termini di sesso che di aspetto, è un anonimo individuo che riceve in eredità dal nonno la proprietà di un vecchio ranch dismesso.
Appena giunti sul posto per prendere possesso di ciò che ci spetta, troviamo una situazione di totale abbandono e decadenza. Così, spinti dall’affetto che ci legava al nostro caro estinto e forti dei pochi mezzi da lui lasciati sul posto (un vecchio side-by-side, un revolver completo di munizioni, dei soldi e qualche risorsa in termini di cibo e acqua per animali), prendiamo una decisione risoluta: ridare linfa vitale alla nostra fattoria trasformandola in un vero e proprio ‘locus amoenus’.
Cacciatori, allevatori, costruttori, investitori e chi più ne ha più ne metta
Il gioco si esaurisce all’interno di una mappa non troppo grande i cui punti di interesse sono limitati a quattro luoghi chiave che diventeranno nostre assidue mete onde riuscire al meglio nella gestione del ranch.
Il primo posto da visitare è la concessionaria, dove acquisiremo gratuitamente il manuale di costruzione, che ci guiderà nel riedificare le varie strutture che compongono il ranch (casa, fienili, mulini etc.) A posteriori sarà possibile acquistare in loco anche nuovi mezzi, alla lunga fondamentali per il trasporto di nuove bestie e risorse per il nostro ranch.
Onde poter realizzare tali opere ingegneristiche ci serviranno materiali di costruzione. Nella fattispecie assi di legno, metallo e cemento. Laddove il primo è sia acquistabile che farmabile in natura, gli altri due vanno acquistati obbligatoriamente presso il ferramenta. Metallo e cemento saranno necessari quasi subito data la necessità di essi per costruire due elementi fondamentali del ranch: il pozzo e il fienile.
Gli ultimi due punti di interesse, cruciali tanto quanto gli altri, sono l’emporio e la pompa di benzina. Presso il primo acquisteremo i nostri primi animali e venderemo i nostri prodotti (uova, latte, carne etc.) mentre il secondo sarà una tappa necessaria per rifornire di carburante tanto il nostro mezzo (o i nostri mezzi) quanto i macchinari necessari per mandare avanti il ranch.
Le bestie disponibili per l’acquisto sono diverse e foriere di sfide eterogenee. Si comincia giocoforza dai polli, economici e facili da allevare data anche la loro prolificità (ma guardati dalle beccate!), proseguendo poi verso specie più impegnative ma al tempo stesso più remunerative come poderosi bovini o splendidi cavalli.
Qualora le prime entrate siano un po’ scarse si può ricorrere ad un’arte ancora più antica dell’allevamento: la caccia. La mappa pullula infatti di varie specie di selvaggina, dai maestosi cervi ai famelici ed ormai abbastanza inflazionati orsi grizzly, tutte potenziali fonti di proventi, per quanto sia necessario usare le pallottole con parsimonia e fare attenzione a non finire divorati.
La bancarotta è sempre dietro l’angolo, per cui, se sei il tipo da spese pazze, la gestione di un ranch non fa proprio per te.
Un gioco per chi ha tanto tempo e tanti amici
Ribadendo ciò che abbiamo detto in fase di apertura, è caldamente consigliato giocare Ranch Simulator in compagnia. Se giocato da solo, infatti, il titolo soffre purtroppo di quella ripetitività e lentezza propria non solo di tanti simulatori, ma anche di molti titoli survival.
Va comunque riconosciuto che, al contrario di altri casi, la giocabilità non è sacrificata in nome del realismo. La natura di simulatore di Ranch Simulator è infatti tradita soltanto da elementi quali la precisione nel rendere i vari procedimenti di allevamento e gli strumenti del mestiere, mentre altre componenti sono volutamente romanzate per ragioni di fruibilità (e.g. i tempi di crescita delle bestie e di conservazione degli alimenti).
A livello tecnico il gioco non lascia troppo a desiderare: l’azione scorre senza alcun intoppo o bug di sorta, al netto di alcuni movimenti totalmente irrealistici compiuti sia dai personaggi umani che da quelli animali, oltreché dagli item di gioco. Bisogna anche citare qualche animazione eccessivamente ‘sesta generazione videoludica‘.
Sul fronte estetico, per contro, Ranch Simulator sprizza minimalismo da tutti i pixel, con una sequela di immagini ‘fotografiche’ ma ben lontane dal fotorealismo. Se il gioco in sé è comunque guardabile, le interfacce sono estremamente sgradevoli alla vista, con alcune sezioni che sembrano addirittura create con PowerPoint.
Il sonoro, per quanto puntuale, possiede anch’esso i vizi dell’estetica, con doppiaggio assente e colonna sonora inesistente al di fuori della schitarrata country del menù principale.
Ciliegina su questa torta venuta bene solo a metà, Ranch Simulator gode di un’egregia localizzazione italiana, che viene incontro a coloro i quali non abbiano confidenza con l’onnipresente lingua inglese.