Ravva and the Cyclops Curse è un platform adventure che si inserisce tranquillamente in quel filone di giochi che vivono e fanno vivere tempi ormai nostalgici. Ispirato fortemente ai titoli anni ’80 per NES, la piccola opera di Galope Team è un vero tuffo nel passato, con la sua grafica a 8-bit, il gameplay e le tipiche musiche che accompagnavano i giochi dell’epoca.
Non solo il gioco, ma anche lo stesso team di sviluppo è estremamente piccolo, in quanto composto da soli due sviluppatori, accomunati dalla passione per il fantasy e l’avventura. Caratteristiche ben evidenziate in questa loro prima opera, non esente certo da qualche difetto, ma comunque piacevole e divertente.
Quella che andremo a recensire è la versione per PlayStation 4 di Ravva and the Cyclops Curse.
Una trama classica per un gioco classico
Ravva and the Cyclops Curse presenta una storia estremamente semplice e senza pretese, per stessa natura del prodotto, i cui punti di forza sono certamente altri e che analizzeremo più avanti nel corso della recensione.
Ravva è il figlio, apprendista stregone, di una potente maga evocatrice, presa di mira dal Re dei Ciclopi che vuole impossessarsi dei suoi poteri. Dopo il terribile scontro, il Re riesce a sconfiggere la maga e come se non bastasse la maledice, trasformandola in pietra.
Sta a noi, nei panni del piccolo Ravva, affrontare un viaggio insidioso per affrontare il Ciclope, sconfiggerlo e spezzare la maledizione.
Un viaggio diviso in 3 stage ognuno diviso a sua volta in 3 livelli, più l’ultimo dedicato al Re dei Ciclopi, ovvero la boss fight finale. I tre stage sono caratterizzati da altrettante ambientazioni uniche: la Foresta, il Deserto e il Castello. In tutti i livelli dovremo raggiungere il cristallo che si trova alla sua fine per poter passare poi al livello successivo.
Una struttura pienamente in linea con la natura del prodotto, ma che forse qualche rigidità avrebbe potuto essere limata. Parlo del fatto che una volta finito il gioco, non sarà assolutamente possibile scegliere un livello o stage in particolare, ma saremo costretti a riaffrontare da capo l’intera avventura di Ravva and the Cyclops Curse.
Probabilmente non è un vero e proprio difetto, ma sarebbe stata un’accortezza piacevole soprattutto per coloro che hanno desiderio di riaffrontare un livello più e più volte per poter raggiungere il massimo del punteggio o semplicemente per rigiocare quel determinato stage perché ci era piaciuto.
Ulteriore punto debole è la brevità del titolo. Ravva and the Cyclops Curse è possibile terminarlo in circa due ore, se si è un giocatore un minimo capace, che possono tranquillamente scendere a 40-50 minuti, soprattutto se non si vuole perdere tempo a raccogliere tutti gli oggetti nascosti.
Un gameplay classico, ma efficace
Senza troppi giri di parole, il gameplay di Ravva and the Cyclops Curse è veramente ben fatto. Essendo un platform è fondamentale che i controlli siano precisi e sensibili al punto giusto, che i punti di salto e la posizione degli oggetti siano realizzati al millimetro e da questo punto di vista non c’è nulla di cui lamentarsi.
Per affrontare i nemici che troveremo lungo il nostro cammino avremo un bastone magico, con il quale potremo lanciare, sia in corsa che in salto, delle raffiche di luce. Ma non sarà la nostra unica arma. Infatti con noi avremo quattro famigli, ognuno con un particolare e specifico potere, utile a seconda della situazione.
Ad esempio lo spiritello di ghiaccio è in grado di congelare gli oggetti e rallentare i nemici, per abbatterli poi con il nostro attacco base. Quello di fuoco invece ci permetterà di attaccare diagonalmente, cosa altrimenti impossibile, utile soprattutto per raggiungere i power-up che sono al di fuori della portata del nostro salto.
Il famiglio verde avrà l’attacco più potente di tutti, ma a distanza ravvicinata, con il quale possiamo uccidere più di un nemico in contemporanea e distruggere ciò che si trova ai nostri piedi. Ultimo, ma non meno importante, l’occhio di pipistrello, il cui sensore farà comparire power-up e tesori nascosti, oltre a uccidere uno specifico tipo di nemici.
La nostra abilità consisterà nel passare velocemente da uno spiritello all’altro, a seconda della situazione che ci troveremo davanti, combinandone a volte anche i poteri. Cosa estremamente semplice grazie a dei comandi responsivi e le ottime hitbox realizzate da Galope Team. Lo switch sarà veloce e immediato e una volta fatto proprio, la rapidità d’azione sarà incredibile.
Per fare lo switch avremo l’imbarazzo della scelta: potremo usare L1-R1 oppure L2-R2, a seconda di come ci sentiremo più comodi. Anche per sparare i colpi e saltare avremo più opzioni: quadrato o cerchio per il primo (ma anche il pad del DualShock se volessimo) e triangolo o croce per il secondo.
Ravva and the Cyclops Curse può essere affrontato in tre modalità: kids, normal e master. Nel caso scegliessimo la prima, non perderemo alcuna vita anche se colpiti da un nemico (perfetta se volessimo fare un speedrun, senza troppi pensieri). Mentre per la seconda e la terza modalità non ho riscontrato una differenza così evidente da preferirne una piuttosto che l’altra.
Ma come detto precedentemente, Ravva and the Cyclops Curse non è certo esente da difetti e quello che risalta di più è la facilità con cui vengono sconfitti i nemici, forse in modo troppo semplice e che difficilmente potranno impensierirci, i quali potranno contare solamente sul loro numero a volte (bisogna ammetterlo) soverchiante.
Anche la struttura dei livelli poteva essere pensata meglio, con un level design che tende verso il basso, parlando in termini di difficoltà, oltre a un certo grado di ripetitività nei livelli degli stage, risaltata anche dall’incredibile brevità di Ravva and The Cyclops Curse.
Nonostante questo, il titolo di Galope Team riesce pienamente nel suo intento di far rivivere quelle esperienze, ormai perdute, di lunghe partite nelle sale giochi dove i ragazzi si accalcavano per ammirare il ragazzo di turno che stava per battere il record del gioco.
Benvenuti negli anni ’80 con Ravva and the Cyclops Curse
Con il titolo di Galope Team si fa un vero e proprio salto nel passato, in cui le prime console stavano entrando nelle case delle persone, grazie al NES di Nintendo.
La grafica a 8-bit riesce a colpire nel segno nonostante viviamo ormai in un epoca dove il fotorealismo è dietro l’angolo, risultando sempre piacevole alla vista. I dettagli degli ambienti di gioco sono ben rifiniti e i colori risaltano le differenze dei livelli che affronteremo, ben caratterizzandoli. Inoltre le animazioni risultano sempre fluide e senza scatti.
La colonna sonora è di pregio, caratterizzando ognuno dei tre stage e diventando via via più ritmata, in perfetta sintonia con le situazioni di gioco che affronteremo. Anche il sonoro è ben realizzato e sincronizzato con ogni azione che compiremo.
Ravva and the Cyclops Curse è disponibile per Steam, Nintendo Switch, Xbox One e PlayStation 4 e rimane consigliato a tutti coloro che hanno voglia di accontentare quella maledetta nostalgia.