Era il 1994 quando nelle sale cinematografiche debuttava “Pagemaster – L’avventura meravigliosa“. Nel film, il piccolo Richard si ritrova in una biblioteca magica, che lo catapulta all’interno dei libri contenuti in essa con lo scopo di affrontare tre prove.
Coloro che hanno visto e apprezzato questo film non potranno che sorridere di fronte a Ravva and the Phantom Library. Il titolo sviluppato da Galope Studios trasforma in videogioco l’idea alla base di Pagemaster, dando l’impressione di utilizzarlo diverse volte anche come vero e proprio punto di riferimento.
Così come nella pellicola diretta da Pixote Hunt e Joe Johnston troviamo riferimenti a “Moby Dick”, a “L’Isola del Tesoro”, ad “Alice nel Paese delle Meraviglie”, al “Mastino dei Baskerville” e tanti altri romanzi ancora, all’interno del gioco troviamo libri (che rappresentano poi gli scenari giocabili) che riprendono in pieno questi riferimenti. Ne sono esempi “Melvy e la Balena”, “L’Isola del Naufragio”, “La Casa dei Giullari” e “Zanne Argentate”.
Vediamo più nel dettaglio le particolarità di Ravva and the Phantom Library, seguito di Ravva and the Cyclops Curse.
Una biblioteca fantasma su Nintendo Switch
Pur non essendo disponibile la traduzione in italiano, i testi di Ravva and the Phantom Library presentano un inglese molto semplice e comprensibile anche a chi mastica a malapena la lingua d’oltremanica. Il gioco parla dell’antica leggenda della Biblioteca Fantasma: un luogo magico contenente libri con storie talmente incredibili da trasportare il lettore all’interno delle loro pagine. La biblioteca viene detta Fantasma perché non si trova mai nello stesso luogo, ma appare di volta in volta in un posto differente.
Attorno a questa leggenda si svolge la storia di Ravva, un piccolo gufo capace di compiere magie. Il suo potere è quello dell’invocazione, che gli ha permesso di farsi amici quattro spiritelli da lui evocati. Questi spiriti lo accompagnano nelle sue avventure, caratterizzate dalla volontà di esplorare e scoprire cose nuove.
Un giorno, mentre sono impegnati con le consuete esplorazioni, i protagonisti si imbattono in un fantasma che vaga nella foresta e decidono di seguirlo. Questo essere li conduce proprio all’ingresso della Biblioteca Fantasma, ed è lì che la loro avventura più importante ha inizio.
Ravva and the Phantom Library: un gioco tra le pagine
Ravva and the Phantom Library è un platform a scorrimento in 2D. Il giocatore controlla Ravva e deve attraversare ogni area del livello. Per farlo, è necessario eliminare nemici e ostacoli sul proprio cammino e muoversi o nelle direzioni laterali o in verticale, ad esempio raggiungendo luoghi più elevati attraverso piattaforme oppure scendendo verso il basso. Riuscendo ad arrivare alla fine del livello, il giocatore deve poi affrontare il boss dello scenario per completarlo.
Le insidie all’interno delle aree di gioco sono numerose. Sono infatti presenti sia elementi ambientali che possono causare danni (dai classici spuntoni a pozze di veleno), sia una gran varietà di nemici. Se il giocatore dovesse morire, potrà ripartire dall’ultimo checkpoint raggiunto all’interno del livello. Per affrontare queste minacce, Ravva fa affidamento sulla sua bacchetta e sui quattro spiritelli da lui evocati, che saranno anche i suoi compagni di viaggio.
Mentre utilizzando la bacchetta si lancia un semplice incantesimo in avanti capace di danneggiare i nemici o rompere un blocco, ogni spirito rappresenta un differente potere. Quello blu è capace di congelare i nemici e di distruggere diversi ostacoli; il giallo permette di rivelare blocchi o passaggi segreti presenti negli scenari; lo spirito verde utilizza un attacco più potente rispetto agli altri ed è capace di colpire in basso, mentre quello rosso evoca delle lame che vengono sparate verso l’alto, permettendo al giocatore di colpire zone altrimenti fuori dalla sua portata.
Sono inoltre presenti degli spiriti speciali, che possono essere trovati in alcune zone segrete dei livelli. Questi, a differenza degli altri, hanno un utilizzo limitato. Una volta attivati, infatti, il giocatore può utilizzarli solamente per uno specifico periodo di tempo: dopodiché lo spirito sparirà, e per essere utilizzato nuovamente dovrà prima essere ritrovato.
Il primo impatto è abbastanza confusionario, perché non è presente un tutorial che illustri i poteri utilizzabili dal giocatore. Una volta compreso il loro funzionamento, questi cinque elementi (i quattro poteri e l’utilizzo della bacchetta) mostrano il loro pieno potenziale, fornendo molteplici possibili approcci per il giocatore, soprattutto per ciò che riguarda i combattimenti.
I livelli giocabili sono sette e si completano in un tempo che va dai dieci ai venti minuti, portando la longevità del gioco attorno all’ora e mezzo. Seppure ci sia un ordine suggerito, è possibile selezionare i livelli nell’ordine che il giocatore preferisce. Chiaramente, i primi scenari presentano difficoltà molto minori rispetto a quelli più avanzati. Una volta raggiunta la parte finale del livello, il giocatore dovrà affrontare e sconfiggere il boss di turno.
Non solo è possibile scegliere autonomamente l’ordine dei livelli da giocare, ma è possibile anche rigiocarne uno già completato. Ogni scenario, infatti, presenta delle sfide facoltative da completare: eliminare tutti i nemici, trovare tutti i segreti, individuare tutti i blocchi nascosti nei livelli.
Questa struttura, seppur ripetitiva nella sua impostazione, funziona molto bene nel caso di Ravva and the Phantom Library. Ciò è dovuto all’ottimo lavoro fatto dal team di sviluppo in termini di level design. Gli scenari di gioco sono davvero ispirati. Ogni livello presenta un tema diverso e nuovi nemici, oltre che un approccio differente per raggiungere la fine. Ad esempio, in un livello il giocatore dovrà affrontare più mostri, mentre in un altro la fase platform potrebbe essere più accentuata.
L’insieme dei diversi elementi ambientali, dell’atmosfera dark-fantasy e della pixel grafica ispirata ai giochi in 8-bit restituisce un’ottimo senso di coesione negli scenari di gioco: si capisce che ogni scelta è fatta seguendo un principio specifico di level design, e niente è stato fatto per caso. Il gioco, inoltre, funziona in tutte le sue meccaniche, evidenziando così anche l’ottimo lavoro di bilanciamento generale svolto da Galope Studios.
Non sono assenti, però, alcuni difetti. Ad esempio, la gestione del salto non è sempre precisissima, e in alcuni casi la precisione di questo gesto è fondamentale per superare correttamente un ostacolo e non essere costretti a ripetere un’intera sezione.
A tal proposito, nel gioco si nota anche una gestione dei checkpoint non propriamente ottimale. A volte, infatti, tra un checkpoint e l’altro ci sono diverse aree di gioco che possono, peraltro, essere anche particolarmente difficoltose da superare. Se il giocatore muore in questa circostanza si ritroverà non soltanto a dover ripercorrere una porzione di livello fin troppo lunga, ma potrebbe dover rifare delle sezioni che aveva passato con qualche difficoltà. Questa scelta, durante il nostro provato del gioco, ci ha generato più di una volta un senso di frustrazione per niente piacevole.
Nell’avanzare dei livelli si nota, inoltre, una certa problematica per ciò che riguarda i combattimenti contro i boss. Alcuni, infatti, sono fin troppo semplici da sconfiggere, mentre altri presentano una difficoltà altissima: questa differenza ci è parsa davvero troppo ampia.
Un’avventura dark-fantasy dallo stile retrò
Come anticipato in precedenza, Ravva and the Phantom Library presenta una grafica in pixel art. Lo stile retrò adottato da Galope Studios è molto ben curato sia per quanto riguarda gli scenari che per i modelli del protagonista, degli spiriti che lo accompagnano e dei nemici. Le diverse ambientazioni dei livelli restituiscono tutte un ottimo colpo d’occhio, soprattutto nella modalità portatile di Nintendo Switch, e la loro differenziazione rappresenta un’enorme punto a favore del titolo.
Gli sviluppatori, infatti, non si sono limitati a riproporre uno stesso concetto per tutti i livelli, ma hanno effettuato un lavoro di diversificazione davvero notevole. Ogni scenario rappresenta un ambientazione e un concetto diversi, un po’ come accade (ovviamente molto più in grande) in titoli più blasonati come Super Mario Odyssey. Troviamo quindi un livello ambientato in una foresta spettrale, uno ambientato su un’isola sulla quale è avvenuto un naufragio, un altro ancora ci porta nella casa dei giullari (che somigliano un po’ a Zon e Son di Final Fantasy IX) e così via.
Il gioco sembra, come anticipavamo all’inizio della recensione, avere anche numerosi riferimenti a opere letterarie. Da “Moby Dick” a “L’Isola del Tesoro”, passando per “Alice nel Paese delle Meraviglie” e altri titoli ancora, la biblioteca ci porta a vivere effettivamente tante storie differenti. Il fatto che queste storie possano ricordare al giocatore romanzi classici rende ancora più coinvolgente l’ambiente di gioco.
A contribuire alla resa dei livelli è anche l’atmosfera con cui gli sviluppatori sono riusciti a caratterizzare i vari scenari: un’atmosfera cupa al punto giusto, che riesce a fare da perfetto trait d’union tra il look scanzonato dei personaggi che si vede nei momenti di narrazione e il senso di pericolo in cui Ravva è immerso, senza mai lasciare in penombra il lato fantasy del gioco. A essere ben realizzati sono anche i modelli dello stesso Ravva (che, per rimanere in tema Final Fantasy IX, sembra essere ispirato al mago Vivi) e degli spiriti che lo accompagnano, nonché dei boss di fine livello, davvero molto ispirati.
La colonna sonora è asciutta, ma capace di accompagnare l’avventura in maniera adeguata. Ci saremmo però aspettati qualcosa in più da questo versante, in particolare vista la qualità del level design. Ispirati al periodo 8-bit sono anche gli effetti sonori, risultando funzionali e coerenti con le altre scelte tecniche.
I comandi sono, invece, estremamente semplici. Il tasto B serve per saltare, mentre con A (oppure Y) si utilizza l’incantesimo selezionato in quel momento. Il passaggio da uno spirito all’altro è affidato ai pulsanti dorsali R e L, mentre premendo X è possibile attivare lo spirito speciale che può essere trovato all’interno dei vari livelli. Come anticipato in precedenza, i comandi non presentano problematiche, fatta eccezione per il salto, che non sempre è preciso quanto dovrebbe.