Ray’s The Dead è un gioco d’avventura e azione con dinamiche strategiche, sviluppato dallo studio indipendente Ragtag Studio e pubblicato il 22 ottobre su PlayStation 4.
Trama: il parallelismo tra la vita e la morte
Ray è un bambino come qualsiasi altro con i suoi “problemi familiari”, i suoi giovani amori e la sua comitiva. Generoso e intraprendente è capace di guidare i suoi amici verso qualsiasi impresa. Purtroppo, il giocatore scopre molto presto che la vita di Ray è terminata precocemente, senza conoscerne il motivo. Il titolo darà la possibilità tramite un continuo parallelismo tra la sua vita e la sua morte di scoprirlo a passi lenti…esattamente come zombie. Il gioco ripercorre la vita di Ray e dei suoi amici tra momenti felici, di svago e momenti più delicati e tragici delle loro giovani vite, per poi tornare al presente. Questo continuo salto temporale tra il passato e il presente è uno dei punti di forza di Ray’s The Dead che rende la narrazione ancora più interessante e la trama per nulla scontata. Il giocatore si troverà di fronte a tante emozioni. Si ride spesso ma in momenti di massima carica emotiva ci si commuove e si riflette.
Gameplay: guidare un esercito zombie non ha eguali
Ray’s The Dead non è un titolo scevro da errori, cali di frame e piccole imprecisioni, ciò nonostante si fa amare per svariate ragioni. Partendo dal principio, il gioco propone un gameplay dal sapore anni’80 che fa calare completante nell’atmosfera, soprattutto grazie a un sound davvero ottimo. Chi ama quegli anni o li ha addirittura vissuti non può non aver canticchiato Thriller di Michael Jackson ascoltando le note del gioco e questo vuol dire che i ragazzi di Ragtag Studio hanno svolto un buon lavoro. Mettendo da parte l’aspetto nostalgico e sentimentale, entriamo nel merito del gameplay del titolo, senza divagare troppo.
Le meccaniche di gioco di Ray’s The Dead si basano sul controllo degli zombie. Ray è in grado di resuscitare i morti e di condurli alla battaglia spingendoli ad attaccare i suoi nemici oppure facendogli compiere delle specifiche azioni quali: scavare buche per rompere generatori, scovare oggetti nascosti e utili, rompere cancelli ecc. Di per sé, queste dinamiche possono risultare scontate ma in realtà sono davvero molto originali e poco viste nel panorama videoludico. Controllare gli zombie è un elemento davvero divertente e particolare che funziona a meraviglia.
Oltre a gestire gli zombie è possibile richiamarli tutti a sé per difendersi da attacchi molto potenti oppure muoversi velocemente e insieme, componenti che risulteranno essenziali al completamento del gioco. Il legame tra Ray e gli altri zombie è la chiave per proseguire, da solo il povero ragazzo non avrebbe la forza per poter contrastare i suoi nemici, soprattutto dalla parte centrale del titolo. La morale è che occorre fare squadra per essere forti e che da soli si è vulnerabili. In questo senso, è come se Ray’s The Dead volesse rappresentare una sorta di fiaba dell’orrore in cui tra morti, cervelli mangiati e cadaveri si nascondesse un insegnamento silente ma raffinato.
Il gioco si divide in azione, puzzle ambientali e sezioni stealth. La componente action è sicuramente quella predominante e anche più performante, mentre i puzzle ambientali risultano davvero molto semplici quasi elementari e non richiedono un grande sforzo. Le sezioni stealth sono molto meno ma organizzate bene e giustificate dal background narrativo dei personaggi che cade a pennello. Sono davvero divertenti e originali e non pesano per nulla anche a chi non è un amante delle manovre silenziose.
I collezionabili sono davvero molto divertenti e ironici perchè sono rappresentati da tombe sparse per tutto il corso dell’avventura, con scritti (ho supposto) i nomi del team di sviluppo, con frasi che strappano sempre un sorriso.
Veniamo alle note dolenti del gameplay. Quando il gioco si fa duro i frame cominciano a calare. Questo, purtroppo, è un problema più o meno frequente anche se non infastidisce eccessivamente lo svolgimento del gioco. Più zombie e nemici riempiono lo schermo più il gioco sarà soggetto a rallentamenti vari. Altro aspetto che mi ha, alle volte, infastidito è la mancanza dell’opzione “ricomincia dall’ultimo checkpoint”. Può sembrare una cosetta da nulla ma in questo titolo ci troveremo a dire spesso:” sono rimasto senza zombie, riavvio e andrà meglio”, solo che per fare questo è necessario uscire del gioco e rientrare. Ricaricare velocemente dall’ultimo salvataggio eviterebbe tanti giri inutili che fanno perdere tempo.
Altra nota che stona nel titolo, riguarda i combattimenti. Nel momento in cui siamo assediati da zombie e cani, soprattutto con quest’ultimi, la visuale rimane in alto e tutto quello che avviene sotto non abbiamo modo di vederlo, cosa accade? Accade che il gioco non ci avvisa in nessun modo che sta arrivando un attacco fuori dalla nostra attuale visuale e da che direzione proviene. Alle volte, mi è capitato di ricevere attacchi impossibili da prevedere. In ogni caso, questo aumenta la difficoltà e un vero gamer non si fa intimidire di fronte alle sfide, quindi, non ci darei troppo peso.
Nel complesso il gameplay risulta divertente ma alle volte può annoiare chi ama la dinamicità sia per quanto riguarda i puzzle ambientali troppo semplici che la ripetitività e la lentezza dei movimenti. Salvo questi appunti, trovo che le meccaniche di gioco siano divertenti e originali in Ray’s The Dead.
Grafica e sound: da urlo
La grafica cartoon è davvero molto carina e gradevole, nulla di sconvolgente ma arriva dove vuole arrivare e rende davvero caratteristici i personaggi. Il sound è sicuramente l’elemento punto di forza del gioco perchè fantastico. Non puoi rimanere impassibile di fronte alle note del gioco, è coinvolgente e ritmato oltre ad essere chiaramente anni’80 e quello non guasta mai. Anche nei momenti di suspense la musica è ben calibrata e gradevolissima da ascoltare.
Oltre il tecnicismo c’è l’emozione
Oltre alla componente di gameplay mi sento di dire che Ray’s of The Dead è ricco di rimandi, riflessioni, e tematiche per nulla scontate che vengono trattate con la massima leggerezza ma con il giusto gusto emotivo e questa non è un operazione facile da compiere per uno sviluppatore. Ricco di elementi e valori anni’ 80 che ormai sono lontani dal nostro modo di vivere ma che hanno il fascino della genuinità, spontaneità, ironia che è piacevole ricordare con nostalgia.