Recentemente ho avuto la fortuna di poter mettere mano su A Little to the Left, un puzzle game rilassante ricco di rompicapo tutti da scoprire, che fin dalla prima occhiata alla pagina Steam mi aveva attirato grazie alla sua aria pacata e a dir poco perfetta per una domenica di relax. Ebbene, dopo averlo spulciato a dovere sono ora pronto riportarti tutte le mie impressioni: il gioco mi sarà piaciuto? È davvero adatto a chi vuole un passatempo leggero per il weekend? Ma sopratutto, varrà il prezzo del biglietto?
A Little to the Left: oggetti, confusione e un gatto birichino
Per capire a pieno ciò che ti troverai di fronte nel caso tu decida di acquistare A Little to the Left, devi sapere che si tratta di un titolo rompicapo composto da una serie di enigmi da risolvere. Ogni livello avrà le sue caratteristiche e sarà unico rispetto al precedente. L’obiettivo? Riordinare ciò che ti ritroverai di fronte! Che siano buste e foglietti di carta, oggetti vari, quadri, matite colorate e via dicendo non è importante, sarai tu a dover guardare ciò che ti viene dato e cercare di rimettere un po’ d’ordine dove sembra regnare solo la confusione.
Il concetto di base del gioco e l’atmosfera ricordano molto quella di Unpacking, di cui noi ti abbiamo parlato qui, ma questa volta non aspettarti una trama, nessuna storia ti affiancherà nella tua avventura in A Little to the Left. Ci sarai solo tu in compagnia degli enigmi e dell’atmosfera rilassante che aleggia sul gioco. E talvolta anche di un gatto un po’ birichino che cercherà di metterti i bastoni tra le ruote!
Mettiamo un po’ d’ordine!
Come già anticipato, gli enigmi di A Little to the Left si baseranno tutti su un unico obiettivo: riordinare gli oggetti che ti verranno posti di fronte. Il concetto di base è molto semplice ma non pensare che tutti gli scenari siano scontati: ogni livello sarà unico e man mano che proseguirai trovare la soluzione diventerà sempre più difficile.
Per quanto riguarda il gameplay si tratta semplicemente di un punta e clicca: utilizzando il cursore del mouse potrai prendere gli oggetti e spostarli a tuo piacimento, niente di più e niente di meno. Talvolta basterà riordinare in base al colore, all’altezza o ai disegni, altre dovrai spremere un po’ di più le meningi.
Ciò che ho però davvero apprezzato di A Little to the Left è che spesso non esiste una singola soluzione al puzzle, ma in base al tuo concetto di ordine potrai trovarne di diverse, garantendo così anche un minimo fattore di rigiocabilità che non fa mai male, considerato anche il numero elevato di puzzle presenti! Nel caso tu voglia quindi riprovare un livello già passato, ti basterà accedere all’apposito menù e selezionare il prescelto per andare alla ricerca delle soluzioni alternative. Il fattore rigiocabilità è poi ampliato anche da un’altra feature interessante, cioè i “riordini del giorno”. Non si tratta di altro che di un livello bonus disponibile giornalmente.
Siccome non tutti i puzzle sono scontati, il gioco fornisce anche un indizio nel menù di pausa da consultare nel caso tu ti ritrovassi bloccato. Di sicuro avere un aiuto nei momenti disperati fa comodo e l’idea è ottima, l’unico peccato è che più che un indizio, viene sempre data la soluzione finale senza però spiegarne il motivo che sta dietro. Perché quell’oggetto andava messo proprio lì? Perché l’ordine giusto è proprio quello? E così via. Purtroppo per questo motivo si rimane spesso con l’amaro in bocca.
Insomma, A Little to the Left è senza dubbio un puzzle game niente male per chi ama i titoli semplici, anche se ammetto che non sempre il suo obiettivo di “rilassare” l’utente va a buon fine, anzi! Mi sono ritrovato più volte incredibilmente frustrato da alcuni livelli che apparentemente sembrano non avere alcun senso, perciò tienilo a mente prima di pensare di tuffarti in un’avventura sempre tranquilla. A ogni modo nulla di troppo problematico, soprattutto se ami avere anche un po’ di sfida.
Non dimentichiamoci poi del gatto birichino che ogni tanto verrà a farci visita, cercando di rovinare il nostro duro lavoro. Un’aggiunta senza dubbio originale che rende il gioco ancora più curioso e divertente, specialmente se sei un amante dei gatti!
Il comparto tecnico: la vera chicca di A Little to the Left
In un gioco come A Little to the Left è il comparto tecnico a fare la differenza. Inutile dire che l’atmosfera che circonda il titolo è quasi magica, proprio perfetta per un pomeriggio di relax. A livello grafico troviamo dei disegni che sembrano realizzati a mano, con uno stile semplice ed elegante e dei colori perlopiù pastello e senza troppi chiaroscuri eccessivi. Uno stile minimal perfetto per il genere di gioco.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, di sicuro le musiche di sottofondo che ti accompagneranno contribuiscono a quella sensazione di tranquillità che A Little to the Left vuole donare. Si tratta di colonne sonore molto piacevoli, rilassanti e non troppo ripetitive.
Infine, inutile dire che anche a livello di ottimizzazione il gioco risulta a dir poco perfetto. Non trattandosi di un titolo oneroso, anche i computer più modesti riescono a reggerlo alla perfezione. Non ho riscontrato alcun bug e ovviamente alcun calo di frame, avendo quindi un’esperienza fluida e senza intoppi.
Insomma, con A Little to the Left posso di sicuro dire di aver passato uno splendido weekend rilassante, nella comodità del mio divano, al caldo sotto una coperta e con una bella tazza di té affianco, in un’atmosfera magica di tranquillità. Certo, di sicuro dover tenere il PC sulle gambe per poter giocare rende il tutto un pochino più scomodo, ma se possiedi invece una Steam Deck o una Nintendo Switch (per cui ovviamente esiste il gioco) allora anche sotto questo punto di vista la situazione cambia notevolmente!