Sono sempre più sorpreso dell’incredibile passo avanti che PlayStation VR2 (puoi leggere qui la nostra recensione) rappresenta rispetto al suo predecessore. Un hardware che, non faccio fatica ad ammetterlo, ho sfruttato molto più in un solo mese di vita di quanto abbia utilizzato il primo visore per la realtà virtuale di casa Sony. Ovviamente questo utilizzo non è dovuto solo alle sue, molto più che soddisfacenti, caratteristiche tecniche, ma anche e soprattutto al parco titoli proposto.
Certo, mancano ancora esperienze come i tour virtuali di musei e capoluoghi di tutto il mondo, che ho amato sul primo visore, ma l’offerta ludica proposta e invidiabile e soprattutto si rivela sempre più varia gioco dopo gioco. Dopo la monumentale esperienza di Horizon Call of the Mountain, lo sgangherato, ma piacevole e divertentissimo, Unplugged: Air Guitar e lo stimolante The Dark Pictures Switchback VR, mi sono imbattuto in un’esperienza davvero impegnativa: After the Fall Complete Edition, l’oggetto di questa recensione.
La versione base del titolo ha ormai un paio d’anni alle spalle, ma la Complete Edition è al momento la più completa (comprendendo anche i DLC post lancio) e una delle più curate dal punto di vista tecnico: un shooter frenetico che metterà alla prova anche i giocatori più navigati… purtroppo in senso negativo. After the Fall, ci tengo a dirlo fin da subito, è quanto di più lontano ci possa essere da un entry point per le esperienze in realtà virtuale, come vedremo in seguito, il gioco fa davvero di tutto in termini di accessibilità per arrivare a più utenti possibili, ma rimane pur sempre impegnativo da affrontare in termini di motion sickness: analizziamolo più in dettaglio!
Trame? Andiamo, non ce n’è bisogno!
La primissima immagine che il gioco ci metterà davanti è un cabinato in perfetto stile sala giochi, una chiara e inequivocabile dichiarazione di intenti rispetto a ciò che il titolo vuole proporre: un’esperienza che fa della sua essenza stessa il gameplay e l’azione, senza soffermarsi troppo a pensare come e perché ci ritroviamo in questa situazione.
In effetti, il titolo ci pone davanti a una delle ambientazioni più generiche a cui si possa mai pensare (e non è un male, ribadisco che in termini di intrattenimento il gioco punta in tutt’altra direzione!): ci ritroviamo nel più classico dei mondi post apocalittici, devastato dalla solita piaga zombie che ha dato vita ad aberrazioni immonde e ha ridotto l’umanità a un manipolo di coraggiosi sopravvissuti pronti a tutto pur di resistere alle minacce del mondo esterno.
A rendere il tutto però leggermente più suggestivo e caratteristico ci pensa l’ambientazione: le sparatorie a tutto spiano di After the Fall hanno come sfondo una Los Angeles in rovina e non più baciata dal sole, anzi, tutto il contrario! Con un setting che ricorda Frostpunk, o il trashissimo The day after tomorrow, il mondo di gioco sarà completamente congelato, un’idea che si fa apprezzare particolarmente, dal momento che avventurarsi in un edifico semicongelato o l’aprire il fuoco contro orde di infetti sotto una bufera di neve ha un suo fascino che mantiene piacevole il gioco anche dopo diverse ore, nonostante una certa ridondanza nei contenuti.
Uno dei difetti di After the Fall infatti è proprio questo: per quanto la Complete Edition sia a conti fatti l’edizione che presenta il maggior numero di contenuti rispetto al gioco base, dopo qualche missione avremo fatto la conoscenza di praticamente tutte le minacce che il gioco ci mette di fronte, e molti nemici e miniboss vengono riutilizzati nella maggior parte dei contesti, un pizzico di varietà in più non avrebbe decisamente guastato.
Ad alleviare questa carenza di contenuti però ci pensano le varie modalità di gioco: oltre alla campagna principale composta di missioni tramite il quale arricchire e potenziare il nostro arsenale, avremo a disposizione una modalità orda nel quale sconfiggere ondate di nemici sempre più potenti con delle pause tra le varie fasi per riprendere fiato e aggiornare l’equipaggiamento, e la modalità deatmatch nel quale in solitaria o a squadre dovremo portarci a casa più uccisioni degli avversari, decisamente la modalità meno soddisfacente del pacchetto.
After the Fall Complete Edition: un gameplay adrenalinico, ma…
Come già anticipato, il cuore pulsante dell’esperienza è il suo gameplay, pertanto risulta essere effettivamente l’aspetto più riuscito, ma non mancano anche dei difetti. Uno su tutti è la natura fortemente improntata verso il multiplayer online, un aspetto che non è un male di suo, ma che risulta essere una pesante spada di Damocle sul titolo, in quanto decreterà irrimediabilmente la durata del ciclo vitale del gioco.
Affrontare il titolo in solitaria è anche possibile, ma così facendo ci si va a privare di uno degli aspetti migliori del gioco; è inoltre palese che il bilanciamento dei nemici sia calibrato in previsione di un lavoro di squadra, e non di lupi solitari che si gettano nella mischia. In effetti, c’è da dire che l’aspetto multiplayer è anche davvero ben fatto per due motivi in particolare: il cross play e il realismo delle interazioni tra avatar.
Per quanto riguarda la questione cross play, gli sviluppatori di Vertigo Games hanno reso accessibile un’esperienza comune a tutti i giocatori del titolo a prescindere dal visore utilizzato, un’idea davvero apprezzabile e a tratti anche obbligatoria volendo garantire al titolo qualche anno di vita in più; ho trovato anche davvero stupefacenti le interazioni tra avatar, che possono essere gestite in maniera unica grazie all’uso della realtà virtuale.
Non sempre infatti si potrà contare su un gruppo di amici che utilizzano la realtà virtuale, e nelle partite con gli sconosciuti sarà determinante poter comunicare all’occorrenza a gesti che siano intuibili al volo per organizzare una strategia efficace. Anche nei momenti più distesi e nelle esultanze per la vittoria è stato emozionante battere un cinque o stringere la mano a un avatar che, chissà dove, stava esultando assieme a me per essere sopravvissuti alla minaccia di turno, un’emozione che è stato possibile vivere solo grazie alla realtà virtuale!
Per quanto riguarda poi il gameplay vero e proprio, After the Fall Complete Edition propone un classicissimo shooter in prima persona dai connotati fortemente aracade, con un pizzico di componente strategica garantito dalla necessità di giocare in squadra, ma giusto un pizzico in effetti. L’azione sarà sempre molto frenetica, ma sempre leggibile per fortuna, e le varie bocche da fuoco sfruttano in maniera soddisfacente le funzioni dei Sense Controller, dando un feed diverso a ogni arma presente nel gioco.
Assolutamente da citare anche il sistema di ricarica delle armi, potremo infatti riempire i caricatori simulando il movimento di rimettere l’arma nella fondina ed estrarla nuovamente ritrovandola carica, oppure selezionare un’opzione più macchinosa in cui grazie a un tasto lasceremo cadere un caricatore vuoto, ne prenderemo uno pieno e ricaricheremo manualmente. Per quanto questa seconda opzione garantisca un boost del 50% al danno, non sarà sempre precisa e risulterà più sicura la prima, soprattutto nelle situazioni più concitate nel quale non potremo permetterci errori.
La campagna principale in particolare presenta un’ottima curva di difficoltà: si gioca una missione, si potenzia l’equipaggiamento, si torna in battaglia più performanti di prima e si alza l’asticella di difficoltà; un loop di gameplay che difficilmente lascerà indifferenti i giocatori e che anzi si rivela a dir poco assuefacente grazie a dei ritmi veloci, ma mai troppo sbrigativi.
Approfondendo in dettaglio le già citate opzioni di accessibilità, la loro varietà fa capire quanto il team di sviluppo abbia cercato di fornire un’esperienza aperta davvero a tutti, senza però riuscirci del tutto. Anzitutto, si potrà giocare sia in piedi che seduti, ma questa seconda opzione contribuirà non poco al fastidioso senso di chinetosi; poi si potrà anche scegliere la modalità di movimento normale o con teletrasporto, e per quanto la prima risulti decisamente più accattivante e performante il mio consiglio e di armarsi comunque di un paio di braccialetti antinausea.
After the Fall è un gioco estremamente dinamico, e apprezzo la scelta degli sviluppatori di non aver voluto sacrificare la formula ludica in favore della sua fruizione. Il compromesso è che molti giocatori ci metteranno davvero tanto tempo ad abituarsi all’esperienza, quando però si riuscirà ad affrontare il gioco senza troppi problemi ci si ritroverà davanti a uno dei titoli più divertenti per la realtà virtuale.
Dove si scontrano fuoco e ghiaccio!
Ho già accennato in precedenza al suggestivo world building (per quanto classico) di una Los Angeles ormai completamente congelata, la vista si rivela ogni volta interessante e coinvolgente anche grazie a un comparto tecnico di buon livello: nevicate blande e vere e proprie bufere di neve si alternano a esplosioni e fiammate di ogni tipo per dar vita a uno spettacolo sempre capace di lasciare i giocatori a bocca aperta; inoltre, la scarsa varietà dei nemici ha quantomeno dato modo agli sviluppatori di concentrarsi sui loro modelli, che risultano sempre ripugnanti e viscidi, com’è giusto che sia.
Molto più “nella media” il comparto sonoro, non aspettarti di trovare colonne sonore memorabili, le tracce saranno tutte alquanto generiche, ciò che fa la differenza invece sono i rumori ambientali: avremo la sensazione di essere sempre costantemente su un campo di battaglia tra lamenti degli infetti, boati delle esplosioni e raffiche di colpi, un ottimo modo per completare il quadro dell’immersività
In definitiva, After The Fall Complete Edition, per quanto sia la versione più completa del gioco soffre comunque di una certa carenza di contenuti già presente nel gioco base; eppure, la formula dinamica, immediata e divertente dello sparatutto fanno chiudere un occhio su questa ripetitività di fondo, soprattutto perché grazie alla randomicità di oggetti e power up ogni partita si rivela diversa dalle altre. Un’esperienza che risulta unica e dà il meglio di sé quando giocata in gruppo, ma che, purtroppo, impone un’altissima soglia di resistenza al motion sickness per essere affrontata in serenità.