Sviluppato da PlatinumGames e pubblicato da Nintendo, Bayonetta 3 porta con sé un peso notevole, una responsabilità grossa quanto l’universo che rende unica questa saga. Sarà riuscita l’esclusiva Nintendo a risollevare le sorti di PlatinumGames e a ritagliarsi il suo spazio nel mondo degli action adventure? Per scoprirlo, non devi far altro che leggere la nostra recensione su Nintendo Switch (mentre qui puoi trovare l’analisi del nostro stagista speciale Marco Romano). Coraggio, Cereza e i suoi amici e nemici, vecchi e nuovi, ci aspettano!
Bayonetta 3: la strega è tornata per vincere
Saremo onesti, eravamo preoccupati dal risultato finale di Bayonetta 3. I motivi erano molteplici e riguardano tanto il titolo quanto il suo team di sviluppatori. Bayonetta 3 è stato annunciato inizialmente nel 2017 ai The Game Awards per poi sparire completamente dai radar, complice il fatto che i PlatinumGames erano impegnati in molti altri progetti contemporaneamente (tra cui l’intrigante nuova IP Astral Chain, altra esclusiva Nintendo Switch). La strega torna a mostrarsi con il proprio gameplay a settembre 2021 durante un Nintendo Direct.
Tra le varie notizie, è arrivata anche quella della sostituzione della doppiatrice originale proprio della strega, con Jennifer Hale che prende il posto della storica Hellena Taylor. Cambiamenti anche tra i director con Yusuke Miyata (lead designer di Scalebound) in prima fila e Hideki Kamiya (confermato) come direttore esecutivo.
Ma quello che ha destato più preoccupazione nei fan riguardava proprio PlatinumGames e in particolare il loro ultimo titolo: Babylon’s Fall. Il gioco di ruolo d’azione pubblicato con Square Enix è uno dei fallimenti più colossali degli ultimi anni. Parliamo di un titolo pubblicato a marzo 2022 e che vedrà i suoi server (è un titolo only online) chiudersi definitivamente a febbraio 2023. Un titolo che i negozi fisici (tra cui GameStop) hanno smesso di vendere, ritirandolo dagli scaffali o addirittura regalandolo (considerando che presto diventerà ingiocabile, letteralmente). Un titolo incompleto, zoppo, privo d’anima, dove si fatica a vedere la mano dei PlatinumGames. Un titolo brutto e che pecca proprio nel gameplay, da sempre asso nella manica dei papà di Bayonetta.
Dinanzi a un disastro del genere, e considerando la lenta gestazione di Bayonetta 3, ogni eventuale tentennamento era più che logico. Ebbene, lo diciamo subito: Bayonetta 3 è un titolo PlatinumGames che fa perdonare allo studio ogni errore degli ultimi mesi. Un titolo che ha tanto da giocare e raccontare e che soprattutto riesce, con stile ed eleganza, nonché con un tocco sopraffino di caos, a posizionarsi nella top dei migliori titoli action attualmente in circolazione. Ma procediamo con ordine.
Doctor Strange, fatti da parte!
Bayonetta 3 è legato ai primi due capitoli e c’è un motivo se il suo annuncio è stato accompagnato dall’annuncio dei primi due capitoli per Nintendo Switch. Questi sono essenziali per comprendere al meglio la storia e carpire ogni easter egg e richiamo che gli sviluppatori hanno sapientemente sparso in giro (e ce ne sono di tutti i tipi). Inoltre, il cast di personaggi, tanto esagerato quanto ben caratterizzato e sopra le righe (seppur mai quanto quelli di un No More Heroes di Suda51), emerge con prepotenza e ogni soggetto ha con sé il proprio carico di esperienze, spesso accumulate proprio durante i primi due capitoli.
Il terzo capitolo della saga inizia col botto, letteralmente. Un vero e proprio schiaffo caotico e una pugnalata al cuore non indifferente. Si inizia con la presentazione di un nemico ignoto: non è un angelo, non è un demone… ma è terribilmente forte e spietato. Una città distrutta fa da palcoscenico a uno scontro in cui ci vengono illustrati i primi comandi della protagonista, mentre osserviamo una tipologia di nemici inediti e crudeli. Assistiamo così, impotenti, alla realtà al collasso in cui si trova la nostra sexyssima e stilosissima strega che no, non è sola.
Con lei ci sono altri due superstiti tra cui Viola, una ragazza dal vestiario e capigliatura fortemente punk-rock a cui viene dato il compito di sfruttare un portale, l’ultimo rimasto. Ecco quindi che Doctor Strange “si affaccia” (di nuovo) nel mondo di Bayonetta che va a mostrare con potenza creativa il suo di multiverso. Tante realtà che vengono percosse da quello che è il nuovo nemico, un’entità oscura e implacabile: la Singolarità.
Mentre Viola si salva, attivando con successo il portale, noi cambiamo universo e ci ritroviamo con la strega in compagnia dello sfigatissimo, ma sempre divertentissimo e carismatico, Enzo. La nostra protagonista indiscussa si mostra in tutta la sua eleganza e bellezza, consapevole del proprio fascino e incurante del ciarlare e delle necessità del suo povero autista. Ma soprattutto, ignara del nuovo pericolo che sta per raggiungerla: gli Homunculus. Queste creature, inedite anche per Bayonetta, al servizio della Singolarità, sono pronte a devastare anche questa nuova realtà e la nostra eroina non può che provare a fermarli.
Ecco quindi che tra onde gigantesche, navi da crociera utilizzate per fare surf, auto che si ribaltano in stile trottola, persone che urlano e scappano, Viola che cade dal cielo proprio in braccia al povero Enzo, Rodin che esordisce con un berretto a forma di pinguino decisamente comico, ha inizio il prologo. Esatto… è solo il prologo!
La trama di Bayonetta 3 segue e potenzia lo stile dei primi due capitoli, quindi chi si aspetta una narrativa matura, coerente e abbastanza standard, potrebbe storcere il naso. Chiariamoci, il terzo capitolo ideato da PlatinumGames ha momenti decisamente maturi e profondi, ma la trama di Bayonetta si piega costantemente alle necessità sceniche. I fili del racconto sono elastici, completamente tirati da momenti action che spaziano dall’assurdo all’epico (spesso fondendosi in assurdamente epico). Bayonetta 3 vuole stupire non tanto raccontando (seppur non mancheranno colpi di scena) ma mostrando su schermo eventi sempre più imprevedibili e semplicemente WOW.
E ci riesce, Bayonetta 3 è un’esplosione di momenti unici, un’altalena di episodi divisi in capitoli dove l’utente faticherà a staccarsi prima della fine (che arriva dopo circa 12-15 ore). Il mondo, o meglio, i mondi proposti da PlatinumGames riescono a catturare, trattenere, ammaliare e soprattutto divertire. Perché sì, nonostante la narrativa e la messa in scena unica, Bayonetta 3 è soprattutto gameplay.
Sabbat temporale, demoni… e tante armi!
Bayonetta 3, per chi non lo avesse intuito, è un action adventure che fa dello stile, della velocità e delle combo, i suoi cavalli di battaglia. Qui vediamo la formula base, già da applausi e rodata nei primi due capitoli, perfezionarsi ulteriormente con introduzioni inediti e notevoli (tanto visivamente quanto ludicamente parlando). Le possibilità in mano al giocatore si moltiplicano, le sfide si ampliano e perfino i personaggi da utilizzare aumentano, arrivando a un totale di tre, facendo tesoro, molto probabilmente, dell’esperienza vissuta con Nier Automata.
Partiamo dalle basi: la strega è dotata di tre tipologie di attacco (tasti A, X e Y) mentre con il tasto B può saltare e con ZR può schivare. Se inizialmente possiamo menare calci e pugni (A e X) e sparare con le intramontabili pistole (tasto Y), presto le cose cambieranno. Bayonetta 3 è pieno di armi da padroneggiare e ogni arma ha il suo set di comandi e soprattutto, di combo. Credimi se ti dico che ci sono armi per ogni palato e alcune di queste sono semplicemente folli e divertenti da utilizzare e riescono a regalare davvero tanta soddisfazione di combattimento in combattimento.
Per quanto riguarda la schivata, torna l’immancabile Sabbat Temporale, tecnica con cui la strega riesce a rallentare il tempo, spianando la strada alla possibilità di scagliare una serie di combo in successione che potrebbero regalarci vantaggi notevoli. Per eseguire il Sabbat Temporale bisogna schivare in tempo il colpo dell’avversario. Più è vicino l’attacco che schivi, più la durata del Sabbat Temporale sarà generosa.
Come sappiamo, la strega combatte grazie a poteri demoniaci di tutto rispetto che la vestono e svestono di continuo in danze distruttive sceniche e che riempiono gli occhi e le orecchie (con effetti audio veramente ben implementati). Ecco quindi che la “Mimesi Demoniaca” appaga tanto la vista quanto il gameplay, esplodendo alla fine di una combo con colpi devastanti e che variano di arma in arma (a seconda del demone affiliato a questa).
Non solo combo finali, i demoni legati all’arma possono fondersi con la strega offrendole un nuovo aspetto e nuove possibilità. Madama Butterfly, ad esempio, permette di planare a mezz’aria, muoversi velocemente per l’area di gioco o eseguire mosse a terra o in aria inedita (come il Battito d’ali o il Colpo polverizzante). Ogni demone va padroneggiato, conosciuto, vissuto e questo non fa altro che moltiplicare l’esperienza con Bayonetta 3 ma non è finita qui. Premendo ZL, la strega evoca e prende il controllo dei demoni infernali che irrompono nella scena in tutta la loro magnificenza, andando a potenziare ulteriormente il gameplay e le possibilità a disposizione del giocatore.
Evocare un demone è un’altra scelta strategica da tenere in considerazione e di cui non abusare. Le evocazioni consumano “potere magico” (la barra violacea presente a schermo), ma offrono grandi vantaggi e altrettanti svantaggi. I vantaggi sono nel potere distruttivo dei demoni, semplicemente enorme, soprattutto quando riuscirai a padroneggiare i set d’attacco di ogni creatura. Gli svantaggi sono tutti nel fatto che la strega, durante l’evocazione, è immobile quindi facile preda per eventuali altri nemici. Tranquillo, potrai richiamare il demone all’istante in caso di necessità.
Il combattimento di Bayonetta 3 è sorprendentemente fluido e veloce, il caos iniziale viene devastato quando inizi a familiarizzare coi comandi. La spettacolarità dell’azione fa anche chiudere un occhio sulla telecamera fissa che un po’ arranca nelle fasi di evocazione dei demoni. Sarai appagato completamente dal sistema di combo che puoi concatenare tra loro a tuo piacimento e da un sistema a punteggi mai imbroglione e che tiene conto delle Combo, del Tempo impiegato e dei danni ricevuti (premiandoti con una medaglia e diversi bonus).
La struttura ludica di Bayonetta è rimasta quasi invariata. Ogni combattimento è chiuso in arene circoscritte a loro volta racchiuse in momenti chiamati “Versetti”. Ogni capitolo ha determinati versetti obbligatori e alcuni opzionali. Esatto, ci sono combattimenti opzionali che noi suggeriamo di scovare, affrontare e superare per ottenere ricompense extra tra cui Cuori di Strega e Perle di Luna. Anche in questo capitolo, infatti, la strega può potenziarsi, oltre ad acquistare armi e oggetti di vario genere. Tornano i lecca lecca e torna anche il sistema elementare ma efficace di crafting (dedicato proprio ai lecca lecca e suddiviso in frammenti colorati da raccogliere e mixare).
Volendo riassumere il tutto, Bayonetta può equipaggiare due armi differenti (che puoi liberamente alternare durante il combattimento), due oggetti speciali (tornano anche loro e potrai ottenerli in gioco eseguendo determinate azioni o acquistare dal fidato Rodin) e può portare con sé fino a 3 demoni diversi che puoi selezionare in gioco utilizzando i tasti direzionali standard. Potrai inoltre personalizzare l’aspetto estetico utilizzando le aureole (una delle tre valute di gioco) e in questo caso c’è da dire che avrai l’imbarazzo della scelta.
Oltre alle aureole, le altre due valute di gioco sono le essenze cristalline e dei teschi. Le prime sono le monete standard che potrai utilizzare per acquistare armi ed oggetti. I teschi, invece, sono utilizzabili per sbloccare nuove mosse non solo alla protagonista ma anche ai suoi fidati demoni (ci sono interi “alberi” di potenziamenti e tecniche da sbloccare in cui perdersi).
Altro elemento che viene potenziato in Bayonetta 3 è l’esplorazione. I mondi si allargano e, seppur continua a esserci una coerente e dovuta linearità di fondo, ci sono aree più ad ampio respiro, zone in cui potrai esplorare alla ricerca di segreti, versetti opzionali, collezionabili e quant’altro. Ci sono Lacrime di Sangue di Umbra da scovare, prove di abilità contro Angeli e Demoni da superare, enigmi (semplici me divertenti) da risolvere in stile Bayonetta, trovate ludiche ingegnose da sperimentare e giocare.
C’è molto da scoprire e la cura degli sviluppatori è notevole. Lo si vede dal fatto che qui potrai sfruttare i demoni per esplorare, che sia per muoverti rapidamente o raggiungere determinate alture, Bayonetta allarga i suoi confini ludici e visivi.
Tre è meglio di uno
E quale modo migliore di variare se non introducendo altri personaggi da comandare? Viola l’abbiamo introdotta nei primi paragrafi e il suo ruolo non è solo essenziale per far sciogliere l’intreccio narrativo, ma anche e soprattutto per variare l’aspetto ludico. Nonostante Bayonetta sia in grandissima forma e con un quantitativo di azioni a sua disposizione più vaste che mai, ecco che irrompe Viola (con capitolo dedicati) che, di suo, ha un set di combattimento che potrebbe sembrare più limitato (lo è, quantitativamente parlando) e standard.
La ragazza combatte con stile prettamente ravvicinato grazie alla sua katana ma non è sola. Come Bayonetta, anche lei ha un demone, tale Cheshire. Un bel micione che però, a differenze dei fedeli demoni di Bayonetta, non sarà possibile controllarlo direttamente sul campo. Il micio, una volta evocato, agirà di testa sua. Questo però crea situazioni in cui a combattere saremo in due: noi e Cheshire (Viola infatti, non sarà ferma durante l’evocazione, non dovendo cedere il controllo).
Inoltre, anche Viola può usare il Sabbat Temporale, ma in modo diverso e in linea col suo stile di combattimento. Seppur dotata della possibilità di schivare, il Sabbat Temporale di Viola si attiva con una parata perfetta e questo cambia non poco durante i combattimenti, offrendoci la possibilità di contrattaccare in modo devastante e appagante.
Altro personaggio che potremo controllare è la storica nemica/amica Jeanne. Qui le regole del gioco e il gioco stesso mutano completamente: la telecamera cambia di prospettiva, il livello diventa bidimensionale e a noi sembra di essere catapultati in un metroidvania in 2D stiloso e dove ci viene richiesto di essere quanto più stealth possibili. Raccontare queste brevi frasi potrebbe essere considerato uno spoiler ma ti basti sapere che può essere tanto esilarante quanto divertente e appagante (si sprecano i richiami a Metal Gear e non solo).
Grafica e sonoro: da urlo… come la protagonista!
Bayonetta 3 fa un piccolo miracolo su Nintendo Switch. Riesce a offrire la sua naturale (e qui ancora più potenziata) velocità con una naturalezza estasiante. Porta la macchina Nintendo al limite, la fa sudare e sì, perde qualche dettaglio e cede a qualche compromesso ma l’impatto finale è da applausi. Considerando quanto viene messo in scena, Bayonetta 3 merita solo applausi. Dalle animazioni ai contenuti (insieme) su schermo, ad alcune scene pazzesche e a trovate estetiche geniali. Tutto funziona alla grande considerando i limiti imposti dalla console, che ricordiamo, è comunque del 2017.
La strega combatte e danza, senza perdere il suo sex appeal ma ricordandosi che si trova in casa Nintendo. Inoltre, offre anche la “modalità Angioletto” che va a censurare abiti e violenza. Una modalità che, viene anche segnalato, non modifica la storia in sé ma offre diversi ritocchi estetici che diventano quasi involontariamente ironici (esempio: il sigaro di Rodin diventa un dolcetto). C’è da dire però, che anche senza censura, Bayonetta 3 non sfora mai nella volgarità gratuita. Bayonetta segue il suo essere, sfoggia le sue curve e lo fa nel suo stile unico e identificativo, divertendosi e divertendoci.
Da evidenziare come Bayonetta 3, graficamente e tecnicamente, riesce a difendersi egregiamente in entrambe le modalità della console Nintendo, con quella portatile costretta a qualche sacrificio in più ma che comunque offre un’occasione non di poco conto: devastare gli homunculus ovunque tu voglia. Il tutto coi sottotitoli in italiano.
Il sonoro di Bayonetta 3 è da applausi. Gli effetti sono perfetti, diventando parte stessa di una sinfonia di mazzate e strumenti musicali di vario genere. Da evidenziare come ogni personaggio sembra avere le sue sonorità, cosa non da poco conto e che riesce a offrire atmosfere diverse di continuo. Un plauso finale alla nuova doppiatrice della protagonista, Jennifer Hale ha avuto un’eredità non facile da gestire eppure riesce a prestare voce alla strega senza far rimpiangere il passato ma anzi, eseguendo un lavoro di caratterizzazione mostruosamente efficace e funzionale alla narrazione.
Complimenti e concordo per la tua recensione.