Ormai da qualche anno siamo assediati in tutti i medium da una vera e propria ondata di nostalgia per gli anni ’80. A dare il via a questa wave, che dopo diversi anni sta inesorabilmente scemando, è stata indubbiamente Stranger Things, la popolarissima serie targata Netflix (trovi qui la nostra recensione della quarta stagione) a cura dei fratelli Duff che ha fatto la gioia dei nerd di tutto il mondo, i nostalgici in particolare; il successo della serie ha dato il via a operazioni di revival più o meno riuscite.
Una delle più interessanti, e riuscite, di queste operazioni è senza alcun dubbio Cobra Kai, altra serie Netflix (guardacaso) che riprende, anni dopo, le vicende della serie cinematografica Karate Kid, con protagonista però Johnny Lawrence, storico antagonista del primo film della serie, con il quale la vita non è stata particolarmente clemente: la serie esplora gli insuccessi (anche oggettivamente ingiusti per come vengono raccontati) di un personaggio fallito che non cerca redenzione, ma pace, e che inevitabilmente tornerà a riavvicinarsi al karate, grande passione che, nel bene e nel male, unirà tutti i protagonisti della serie.
Come anticipato, Cobra Kai è una delle operazioni nostalgia più curate e riuscite degli ultimi anni grazie alle ottime interpretazioni e coreografie, nonché a una sceneggiatura realistica, ma che sa riservare parecchie emozioni sopite fin dall’adolescenza di molti spettatori. Purtroppo, non si può dire che Cobra Kai 2 Dojos Rising, tie in videoludico della serie nonché oggetto di questa recensione, abbia ricevuto la stessa cura, e anzi ci ritroviamo davanti a un prodotto grezzo e raffazzonato, che ti farà venire voglia di arti marziali sicuramente, ma allo stesso tempo vorrai usarle per fare “quattro chiacchiere pacifiche” con gli sviluppatori.
La serie ha una trama interessante, ignoriamola!
Uno dei punti forti della trama della serie Cobra Kai è indubbiamente il suo cast di personaggi, tutti diversi e ben caratterizzati tra loro, ognuno con le proprie motivazioni e con dei retroscena decisamente interessanti, con una rete di rapporti tra i vari comprimari intricata e realistica. Cobra Kai 2 Dojos Rising purtroppo ignora tutto ciò e ci propone una campagna principale scialba e datata nella sua struttura.
Nelle prime battute della campagna, potremo scegliere di far parte di uno dei tre dojo principali disponibili, quella che sembra una premessa interessante si perde però subito dopo il tutorial, verremo infatti messi di fronte a una mappa con diversi punti di interesse a schermo, che si tradurranno semplicemente nell’affrontare battaglie a orde in mappe spoglie e prive di carattere. Di tanto in tanto, in queste mappe troveremo anche degli alleati da far unire al nostro dojo per accrescerne la fama, ma nulla che abbia un reale peso sulla nostra storia.
Tutto il pathos e le motivazioni che portano agli scontri che sono la colonna portante della serie vengono accantonate, se però è ormai palese che il gioco esce con le ossa rotte da uno scontro diretto con il materiale originale, c’è da dire che anche come titolo a sé non funziona affatto in quanto la progressione nella storia risulta banale e datata e si conclude in un nulla di fatto.
Anche le altre modalità purtroppo non riescono a restituire lo stesso interesse della serie o di opere analoghe: avremo infatti la modalità torneo nel quale affrontare un torneo di arti marziali in cui affronteremo tutti i lottatori disponibili nel nutrito roster; una modalità decisamente difficile da sbagliare, ma che purtroppo è funestata dai bug che affliggono l’intera produzione.
L’ultima modalità presente è probabilmente quella più deludente di tutte: se è vero che la campagna principale ignora il materiale narrativo a cui potrebbe tranquillamente attingere, è anche vero che uno story mode che tenta di replicare i momenti salienti delle varie stagioni della serie c’è, ma ancora una volta l’adattamento dei dialoghi fallisce e banalizza il tutto, non dando le informazioni principali utili a comprendere la lore del combattimento in questione, e rendendo il tutto come una semplice sequela di scontri che non riusciranno a destare il giusto interesse.
Dai i bug, togli i bug…
Come accennato in precedenza, il problema di Cobra Kai 2 Dojos Rising non si limita all’aspetto narrativo: anche se volessimo vedere il titolo come il più ignorante dei beat’em up che non si cura di avere una trama, ma vuole solo che i giocatori abbiano un pretesto per menare le mani, staremmo comunque parlando di un prodotto che fa acqua da tutte le parti, a causa di un gameplay imbarazzante che sembra essere ancora in fase di alpha testing.
In un gioco nel quale le arti marziali e le coreografie sono il piatto forte, gli sviluppatori si dovrebbero quantomeno preoccupare di fornire un’esperienza fluida e responsiva, ma così non è. Il concept che ci vedrà alternare combo normali ad attacchi speciali che potranno rifornirci di vita, energia o monete è anche molto interessante, ma reso nel più legnoso dei modi.
Il ritmo dei combattimenti non è affatto fluido e anzi appare perfino innaturale dal momento che anche attaccando a distanza vedremo il nostro personaggio letteralmente pattinare verso i nemici anche da un punto all’altro delle arene di combattimento, tra l’altro sempre strapiene di ostacoli che tecnicamente dovrebbero esseri usati per il parkour, ma che nella pratica spezzano solo la maggior parte delle combo venendo riconosciuti come ostacoli.
I nemici stessi andranno completamente a rompere il sistema di combattimento: animati da un’IA imbarazzante, si alterneranno tra nemici regolari, veri e propri sacchi da allenamento immobili e pronti ad andare al tappeto con pochi colpi, e nemici di stazza grande che saranno dei veri e propri muri impossibili da mandare giù. Ogni singola battaglia diventa frustrante e la sfida più grande del gioco sarà resistere dopo il primo scontro.
Comparto tecnico disastroso
La situazione non fa che peggiorare se andiamo a guardare il comparto tecnico; il gioco è pieno zeppo di bug, tanto da fare invidia perfino a Pokémon Scarlatto e Violetto che stanno facendo molto clamore proprio a causa del loro codice fallato: in Cobra Kai 2 Dojos Rising le compenetrazioni dei personaggi negli oggetti e nei muri saranno all’ordine del giorno, e molto spesso constringeranno a ripetere interi livelli che risulteranno impossibili da completare; le tracce musicali prima degli scontri partiranno molto prima che i (lunghissimi) caricamenti siano completati, lasciandoci nel silenzio nel bel mezzo delle battaglie; i fenomeni di ragdoll saranno talmente frequenti che sarà strano vedere un personaggio che andando a terra non ne soffra; tutti questi sono solo pochi piccoli esempi del circo degli orrori presente nel gioco.
Dal punto di vista grafico, siamo indietro di un paio di generazioni, sembra di essere davanti a un titolo dell’era PlayStation 3, e non di quelli belli purtroppo: le espressioni facciali sono praticamente inesistenti e tutti i personaggi ripetono in loop le stesse smorfie ed espressioni vuote, le animazioni sono legnosissime e le texture ambientali sono imbarazzanti, non c’è davvero nulla che visivamente possa salvarsi. La situazione non cambia per quanto riguarda il comparto sonoro, ricco di tracce insignificanti e pieno di glitch sonori per quanto riguarda gli effetti sonori, la voglia di giocarlo mettendolo in muto sarà davvero tanta!
In definitiva, da qualsiasi punto di vista Cobra Kai 2 Dojo2 Rising è purtroppo un vero e proprio fallimento, e questo è un peccato dal momento che il materiale originale ha una fan base nutritissima giustificata da una qualità parecchio alta: non è il gioco che il fandom merita. Anche guardandolo come prodotto a sé, slegato dal materiale originale, è un titolo con palesi problemi che rendono purtroppo l’esperienza frustrante per qualsiasi tipo di giocatore: purtroppo, sconsigliatissimo.