Sviluppato dalle menti folli di Scythe Dev Team pubblicato dal coraggioso editore tinyBuild, Happy’s Humble Burger Farm è il sequel ufficiale di Happy’s Humble Burger Barn. Dopo essere uscito su PC e console Sony (PlayStation 4 e PlayStation 5), finalmente sbarca anche su Nintendo Switch – che è la versione testata in questa recensione.
Ma cos’è Happy’s Humble Burger Farm? Semplice: dovete lavorare in un orribile ristorante… senza fare troppi errori. E se dovessi fare un errore? Ecco… in quel caso il gioco diventa ancora più affascinante. Terribilmente affascinante! Ma procediamo con ordine.
Happy’s Humble Burger Barn: tra panini e horror
Il gioco inizia subito in modo misterioso: siamo distesi su un letto in quel che potrebbe essere una sala d’ospedale – o qualcosa di vagamente simile. Due tizi stanno armeggiando con noi… parlano di chip e robe strane. Poi il vuoto. Poco dopo, prendiamo il comando del protagonista che si risveglia nella sua tristissima e bruttissima abitazione. Ah già, il gioco è interamente in prima persona e questo agevola molto l’immersione nel mondo macabro, accuratamente spoglio e cupo che compone l’intera produzione ed è anche uno degli elementi più riusciti.
In questo caso, la “pochezza” dell’ambiente è funzionale all’atmosfera. La povertà che ci circonda unita a un’estetica orrenda – se non quasi disgustosa – offre una visione d’insieme di costante inquietudine. E ancora non ti abbiamo parlato di Toe. Questo energumeno tanto brutto quanto goffo, è il nostro vicino di casa nonché unica spalla a lavoro. Lui è ai fornelli. Già… ma li guarda solo i fornelli. Tale individuo è infatti totalmente e assolutamente INUTILE. L’unica cosa che fa di buono… è andare a lavoro, fungendo da guida per capire dove diavolo dobbiamo andare. Quindi sì, all’inizio bisogna seguire Toe – che ammina in un modo assurdo e ipnotico.
Il gioco, infatti, non ti dice quasi nulla. Il tutorial iniziale è breve e poco utile. Tu devi scoprire dove andare a lavoro, tu devi scoprire dove si trovano gli ingredienti per creare i panini, tu devi intuire come accendere i macchinari, dove si accende l’insegna per dare inizio al turno, dove si timbra il cartellino (che va timbrato a inizio e fine turno, ricorda) e così via. Cosa fa Toe in tutto questo? Niente, lui è lì che dondola su se stesso, bofonchia cose senza alcun senso logico e… fine. Toe esiste e questo basta e avanza.
Comunque non lasciarti ingannare dalla trama. Questa si dipana nel tempo – a suo modo – ed è spalmata in una lore molto accattivante. Ben lontano dalla noia e povertà contenutistica di Joe’s Dinner (altro gioco dove ti occupi di un fast food… anche se devi solo pulire il locale), Happy’s Humble Burger Farm è molto furbo nella sua narrazione ma richiede tempo, pazienza e abilità. Scoprirai qualcosa di più non solo su te stesso ma su tutto ciò che ti circonda e ovviamente sul tuo misterioso datore di lavoro… e anche sugli orrori che esplodono quando fai troppi errori – ma a questo ci arriveremo presto.
Gameplay: tra precisione e tempo che scorre inesorabile
Come anticipato, il gioco è in prima persona e consiste nel creare dei panini (ma anche bibite, patatine, ecc.) quanto più velocemente possibile, stando ben attento alla composizione. Ogni cliente, infatti, farà determinate ordinazioni e più andremo avanti nel tempo, più le richieste diventeranno numerose e specifiche. E qui iniziano i primi problemi. I comandi non sono molto… immediati e la precisione del protagonista è “traballante”. Per fortuna, presa la mano, si riesce a mirare quasi immediatamente “bene”. Insomma, è una questione di abitudine e di continui tentativi su tentativi.
Comunque il gameplay soffre di una monotonia che è un po’ la base dei gestionali simili ed è composta da: svegliarsi, raggiungere luogo del lavoro – attraverso una città tetra, stramba e liberamente esplorabile (peccato la totale assenza di una mappa che può spaesare il giocatore) fuori dal turno di lavoro, preparare il locale (pulendolo, piazzando trappole per topi e quant’altro), accendere l’insegna e iniziare il turno di lavoro dietro la cassa e ai fornelli. Ricordandoci che sì, c’è Toe con noi ma che no… non farà mai niente. Infatti, una volta iniziato il turno, sta a noi prendere gli ordini, cercare gli ingredienti, preparare i panini e servirli. Il tutto… a tempo!
Il tempo è il nemico principale di tutto il gioco. Ogni ordinazione – almeno inizialmente – ti da circa due minuti di tempo. L’intero turno di lavoro – che si svolge di notte, giusto per dare un’atmosfera ancora più “tranquilla e serena” – dura in media sette minuti. In tutto il turno devi cercare di essere tanto veloce quanto preciso perché l’errore non sarà perdonato. Oh no… se sbagli tanto, Happy’s Humble Burger Farm ti mostrerà l’altra sua faccia, quella da HORROR!
Se sbagli… scappa!
Scappa o cerca della carne marcia da lanciare. A chi? Ma a Happy! Ah giusto, Happy è l’amabile, deliziosa nonché inquietantissima mucca che funge da mascotte dell’intero locale. Quest’amabile creatura… ti darà la caccia se sbaglierai troppe volte. A essere onesti, una volta superata la soglia di sbagli tollerabili, l’intero locale si trasforma un po’… e la stessa Happy da adorabile mucca cartoon diventa una belva mostruosa che come nei migliori horror di serie B, inizierà a darti la caccia per punirti (la stessa Happy – unita alle altre mascotte presenti – ricordano un po’ Freddy di Five Nights at Freddy’s… anche se qui non si tratta di animatronics ma di vere bestie infernali)!
Se non scappi… muori!
L’elemento horror funziona discretamente bene. Happy ti farà venire qualche infarto – almeno all’inizio. Inoltre salvarsi è molto difficile ma caldamente consigliato… e l’unico modo per placare l’orrida bestia è darle carne marcia o nascondersi. Se vieni divorato, invece, sarai costretto a rivivere l’intero turno di lavoro.
Ti avviso, in principio sbaglierai e morirai molto. Ti capiterà di non capire cosa fare, dove andare… ti verrà voglia di prendere a calci Toe… e no, non puoi tirare calci. Ma puoi lanciargli in faccia pezzi di pane (è pur sempre una soddisfazione).Ma è sbagliando che riuscirai a migliorare e a diventare un lavoratore modello, a sopravvivere e a inoltrarti nell’oscuro abisso della trama di Happy’s Humble Burger Farm – per una longevità che oscilla tra le otto e le dieci ore circa, a seconda della bravura dell’utente e di quanto tempo deciderà di passare per le oscure strade di New Elysium!
Un porting poco riuscito
Se la lore, l’elemento horror e l’atmosfera sono ben riusciti lo stesso non si può dire del porting su console Nintendo. Happy’s Humble Burger Farm poteva essere veramente ideale per la Switch, soprattutto in modalità portatile e invece… è un disastro. Il porting è pigro e ha una serie di elementi così poco curati da rendere l’esperienza portatile molto ostica. Qual è la causa? Semplice: le scritte microscopiche… Leggere completamente il contenuto del volantino che funge da tutorial è un’impresa. Non parliamo delle ordinazioni dei clienti che appaiono sul monitor della cassa… di un “verde neon” spesso illegibile.
In più… l’esperienza portatile è minata da caricamenti ancora più lunghi del normale. La questione dei caricamenti è un fardello che Happy’s Humble Burger Farm si porta dietro dall’uscita su console Sony e duole vedere che non si sono fatti passi avanti ma addirittura indietro… Per fortuna, se si gioca in modalità dock, l’esperienza migliora leggermente ma va comunque a scontrarsi con le versioni PC e Sony che offrono un dettaglio grafico un pochino migliore migliore.
Stessa delusione per quanto riguarda la traduzione dei sottotitoli. La lingua italiana c’è – solo sottotitoli, ovviamente – ma è inconsistente. Nel senso che spesso diventa inglese se non addirittura tedesco. Il menù stesso presenta opzioni in tre lingue diverse. Una maggiore accortezza non avrebbe fatto male… In ogni caso, non è mai nulla di estremamente impossibile da capire.
Happy è brutta ma bella
Graficamente Happy’s Humble Burger Farm non fa gridare al miracolo, anzi. Le texture sono orrende… un mix tra pixel e povertà poligonale che però vengono furbamente fusi per una resa totale tanto disturbante quanto efficace sia alla narrazione che all’atmosfera macabra.
Quanto è bello sentire Toe
Il sonoro è poco presente ma è impreziosito da un doppiaggio inglese ben fatto. Da segnalare i versi di Toe che sono tanto disturbanti quanto… niente, sono solo disturbanti. Infine c’è da evidenziare l’utilizzo – molto ben fatto – di easter eggs sparsi un po’ ovunque. Ad esempio, basta fermarsi davanti alla televisione per ammirare un logo stile Marvel o un cartoon che richiama il passato della Warner Bros. Tante piccole chicche trasformate in modo intelligente e che consigliamo di gustarle tra un turno e un altro!