Sam & Max: This Time It’s Virtual! è un vero e proprio omaggio a due icone del mondo delle avventure grafiche. Un omaggio che prova, attraverso la realtà virtuale, a sperimentare col proprio genere e mixandosi con tanti altri.
Il risultato non è sempre esaltante ma scopriamo perché questo nuovo capitolo merita di essere vissuto – soprattutto dai fan della saga ideata da Steve Purcell.
Finalmente su PlayStation 4
Curato dal geniale creatore originale – Steve Purcell – e sviluppato da HappyGiant e Big Sugar, Sam & Max: This Time It’s Virtual! è l’ultimo titolo con protagonista Sam & Max ed è anche la loro prima comparsa nel travolgente mondo della realtà virtuale. Pubblicato per la prima volta nel corso dell’estate 2021 per Oculus Quest, questa recensione prende in analisi l’edizione per il visore della PlayStation 4 uscita il 23 febbraio 2022.
Non sei Sam e no, non sei neanche Max
Una delle domande che si sono fatte all’annuncio del gioco è stata: chi impersoneremo? Sam? Max? Entrambi ma in modo alternato? E ancora… il gioco sarà in prima persona? O in terza con visuale isometrica?
La risposta è in parte sorprendente: in Sam & Max: This Time It’s Virtual! impersoni te stesso.
Esatto, il protagonista sei proprio tu che indossi il visore. Quelle che vedi nello schermo sono le tue mani – il gioco è interamente in prima persona. Sam e Max stanno proprio parlando con te… cadetto!
…è così, sei il loro “stagista” – e sì, dovrai portare letteralmente il caffé – e l’intero gioco è incentrato sul tuo percorso nella “Freelance Police”. Sarai in grado di meritare il posto insieme a loro?
Una trama folle e divertente
Per poter giocare a Sam & Max: This Time It’s Virtual! avrai bisogno – oltre che del visore – di due PlayStation Move che diventeranno le tue mani. L’impatto iniziale col gioco può essere tanto esilarante quanto traumatico. La prima sfida è infatti ambientarsi e abituarsi con i comandi di gioco.
Suggeriamo – almeno all’inizio – di spostarsi tramite “teletrasporto” che è sì meno naturale e più legnoso, ma risulta essere preciso, utile e riduce anche la motion sickness (questa può presentarsi soprattutto nelle fasi di arrampicata).
La trama del gioco inizia con un disastro e con noi bloccati sotto a un cassonetto dell’immondizia. Per fortuna Sam & Max decidono di aiutarci e da lì a pochi secondi dopo… subito in azione con tanto di bazooka!
Il prologo è esplosivo, divertente e diviso in due parti sole parti che compongono l’intero atto 1.
Parlando di atti, Sam & Max: This Time It’s Virtual! è composto da tre atti con il secondo che è quello principale e più corposo, nonché stranamente schematico nella sua imprevedibilità. Gran parte del gioco è ambientato in un luna park abbandonato pieno di giostre usurate da visitare. L’avventura in questo stravagante luogo, consiste in una serie di sfide – gran parte a tempo – che metteranno a dura prova le nostre abilità.
Un gameplay non sempre preciso
Qui il gameplay diventa vario: abbiamo fasi di shooting, altre di agilità, alcune – tra quelle più riuscite – che richiedono ingegno e rapidità di riflessi e altre che richiedono di risolvere enigmi.
Purtroppo non tutte le prove brillano di originalità così come alcune possono risultare decisamente frustranti a causa di controlli non sempre precisi o di bug che vanno a minare l’esperienza dell’utente.
Parlando di bug, durante la prova, un paio di volte siamo stati costretti a riavviare la sfida in quanto letteralmente bloccati nell’ambiente. Per fortuna le sfide hanno una durata abbastanza modesta e ripeterle non costa fatica – salvo per alcune tipologie di sfide decisamente più impegnative e lunghe. A tal proposito, è da segnalare che il gioco salva esclusivamente a fine sfida.
Prove, prove ovunque!
Per poter passare alle fasi avanzate del gioco, è necessario superare le prove con un punteggio adeguato. Come anticipato, gran parte delle prove è a tempo – scandite da un orologio che ci viene affidato nelle prime fasi del gioco e che per fortuna non ha niente a che vedere con quello della serie ideata da Kotaro Uchikoshi di cui 999 è il primo capitolo.
Prima avevamo parlato di un secondo atto “schematico” e questo è dovuto principalmente alla struttura che compone tutte e tre i capitoli del secondo atto che può essere riassunto così: superare tre prove e affrontare un caso/evento della storia.
Se delle prove e del loro gameplay vario ne abbiamo già parlato, quello che riguarda l’avanzamento della trama presente alla fine di ogni capitolo, è un debole richiamo al genere di cui Sam & Max sono di casa: l’avventura grafica. In queste fasi, possiamo girare in una location molto limitata, raccogliendo oggetti, parlando con i personaggi e risolvendo il mistero della macro trama – tutto in pieno stile Sam & Max. Questa fase del capitolo è anche una sorta di “esame finale” composto da gran parte degli elementi delle sfide superate al luna park.
Grafica e sonoro
La grafica non fa gridare al miracolo ma è relativamente buona. Non mancano però elementi inguardabili e anonimi tra cui dei fondali veramente spogli e brutti: il luna park abbandonato è situato nei pressi di una delle spiagge videoludiche più brutte degli ultimi anni.
Nonostante ciò, ritrovarsi a guardare “da vicino” le scenette di Sam & Max che litigano… è molto soddisfacente. Senza contare i numerosi easter egg sparpagliati in quasi tutti gli scenari (che sono comunque abbastanza pochi).
Sam & Max sono magnifici
I due protagonisti sono il fiore all’occhiello della produzione nonché elemento positivo per eccellenza di tutta la produzione. Cane e coniglio sono fedeli alle loro versioni precedenti con un doppiaggio in inglese perfetto e una serie di battute decisamente divertenti. Purtroppo per goderne appieno è necessaria una buona conoscenza della lingua inglese – il gioco non è tradotto in italiano, neanche i sottotitoli.
Non mancheranno infatti giochi di parole, scambi di battute velocissime e istruzioni da seguire, quindi sei avvisato!