The Unknown Machine, esordiente casa videoludica tedesca, si è presentata al grande pubblico videoludico con The MoneyMakers Rallye, un titolo TBS in esclusiva Steam che tanto per il gameplay quanto per la totalità delle caratteristiche estetiche sembra più che altro un gioco da tavolo a supporto digitale (nulla a che vedere con altre novità TBS di questi ultimi mesi quali Rogue State Revolution). Una descrizione criptica, è vero, ma leggendo questa recensione, e magari giocando il titolo in un prossimo futuro, l’impressione di essere davanti ad una plancia di gioco cartacea ti risulterà evidente.
“I soldi, i divini soldi”
Così scriveva il letterato italiano Dino Buzzati nel racconto La giacca stregata. Proprio il dio Denaro può essere considerato l’indiscusso protagonista di The MoneyMakers Rallye, in cui impersoneremo anonimi automobilisti impegnati a reinvestire il denaro duramente guadagnato attraverso la dura e nobilitante pratica del trading, accumulando capitali su capitali mentre sfrecciano a tutto gas verso le loro mete. Queste non sono altro che determinate città europee dove compare, fase dopo fase, una golosa opportunità d’investimento.
Nella nostra corsa capitalistica contro gli avversari dovremo fare attenzione a sfruttare le varie occasioni di guadagno che ci troveremo davanti, incluso il tentare la fortuna presso casinò e lotterie, e fare bene attenzione allo spregiudicato affarista Sir Clepton (un nome, una garanzia), il quale, come succede anche nella vita reale, se la prenderà con il giocatore più debole, facendogli perdere sistematicamente denaro.
Semplice e divertente
Il gioco prevede da un minimo (consigliato) di tre giocatori ad un massimo di otto. È possibile anche giocare in solitaria con gli avversari gestiti dall’IA, ma ciò rende il tutto meno divertente di quanto effettivamente sia. Il multiplayer si configura come la raison d’être di The MoneyMakers Rallye, e la possibilità di giocare con un numero talmente elevato di giocatori rende il titolo ottimo per le serate tra amici tanto online quanto in carne ed ossa, consentendogli di essere ascritto alla categoria dei party game.
La possibilità di gestire diversi aspetti della durata delle singole partite costituisce un ottimo punto di forza per il titolo: si possono scegliere da un minimo di dieci a un massimo di duecento fasi, le quali costituiscono l’unità minima dei game. Ogni fase inizia con il sorteggio, da parte dell’IA, di una città-obiettivo da raggiungere. A turno, i giocatori tirano un dado a dodici facce per muoversi sulla mappa, che include tutta l’Europa e le coste del Nordafrica. Il primo giocatore a raggiungere la meta pone fine alla fase ed ottiene una cospicua somma di denaro che lo avvantaggerà molto nel corso dell’intera partita.
A partire dalla seconda fase, entra in scena Sir Clepton, che costituisce una sorta di malus perpetuo per il giocatore più lontano dalla nuova meta ad inizio fase. Alla fine di ogni turno, questo fastidioso individuo (che nella mappa compare come un veicolo nero di varia natura sempre alle costole del giocatore interessato) ci farà perdere un bel po’ dei nostri gruzzoli. Per sbarazzarsi di lui bisogna sorpassare altri giocatori oppure usare le abilità delle carte speciali.
Le carte speciali costituiscono la parte senza dubbio più complessa del gioco, andando necessariamente giocate nel posto giusto al momento giusto per consentirci di massimizzarne gli effetti. Queste carte sono in totale quarantadue, e i benefici e i malefici da loro conferiti sono molteplici ed eterogenei: dall’ottenere altri D12 da lanciare, allo scambiarci di posto con uno degli avversari più vicino alla città di destinazione, fino alla possibilità di sottrarre le proprietà agli avversari stessi a metà del loro prezzo di costo.
L’acquisto di proprietà nelle città da cui transiteremo, ottenendo una percentuale dei loro introiti alla fine di ogni turno, è un altro aspetto fondamentale del gioco che viene gestito in maniera piuttosto simile al sempreverde Monopoly, differendo solo per il fatto che non è necessario che un avversario transiti nella città dove si hanno delle proprietà per ricavarne un profitto.
L’elemento rischio è aumentato dalla possibilità di aumentare ulteriormente le proprie ricchezze tramite il gioco d’azzardo (nella fattispecie giocando a Black Jack e puntando alla Roulette) e la Lotteria, opportunità che si presenta sistematicamente tra una fase e l’altra.
Ottiene la vittoria il giocatore con il guadagno più alto alla fine dell’ultima fase.
Coloratissimo e simpaticissimo, peccato per la navigazione
The MoneyMakers Rallye, oltre ad essere divertente, è dotato anche di un umorismo sottile che fa ironia sul sistema economico capitalista ormai globalmente diffuso. Anche dal punto di vista estetico fa la sua figura: da buon party game è estremamente colorato, quasi fumettistico, con lo scopo di trasmettere allegria ai fruitori, giovani e meno giovani che siano.
Vale la pena segnalare che il titolo dispone di un’egregia localizzazione in lingua italiana, eccetto qualche svista da CAT tool (la città di Frankfurt am Main, che in italiano dovrebbe essere Francoforte sul Meno, in-game è Francoforte sono Main).
Gli effetti sonori arrivano puntuali con ciò che succede effettivamente in-game. Non si soffre per la mancanza del doppiaggio, il quale, data la natura del titolo, sarebbe un stato un dipiù.
L’unico problema dal punto di vista tecnico è costituito dalla navigazione, la quale, data anche l’interfaccia piuttosto articolata, risulta legnosa e penalizzante in alcuni punti, dato che i turni sono a tempo e, quando il cronometro arriva a zero, a scendere non sono più i secondi ma i soldi (un centone alla volta per l’esattezza).
Tolte queste problematiche che sembrano comunque risolvibili con degli aggiornamenti non eccessivamente invasivi, The MoneyMakers Rallye resta un titolo a cui dare una possibilità, soprattutto se sei alla ricerca di qualcosa da giocare in compagnia di un folto gruppo di amici.