Without Escape è un titolo indie horror sviluppato e pubblicato da Bumpy Trail Games ed Eastasiasoft rilasciato il 24 aprile 2018 per PC, Linux, Mac mentre per PlayStation 4 e Nintendo Switch rispettivamente il 15 e 16 gennaio 2020. Questo videogioco si rifà agli horror vecchio stile, con una forte influenza da parte della serie creata da Capcom, Resident Evil.
Potrebbe sembrare abbastanza sempliciotto a causa del suo appartenere al genere punta e clicca, ma non farti ingannare: posso assicurarti che i suoi enigmi possono mettere alla prova. Ma vediamone i dettagli insieme, partendo dalla trama.
Resident Evil… letteralmente
Sono le due e quarantacinque del mattino, un suono disturba il nostro sonno, decidiamo di andare a controllare e qui inizia il nostro incubo. Perché è solo un incubo, no? O forse…?
Nel corso della nostra avventura horror, enigma dopo enigma, scenderemo sempre di più nel mondo del male, stanza dopo stanza tutto diventerà più illogico e violento, con scene che potrebbero disturbare chi non è duro di stomaco. Tutto questo per prendere una decisione finale. Una domanda ci verrà posta, ed il futuro sarà nelle nostre mani. Ma attenzione: i finali sbloccabili non sono solo due, ma bensì sei.
Punta-Clicca-Cerca-Risolvi
Come già detto Without Escape è un videogioco punta e clicca. Quindi principalmente si cliccherà ovunque per capire dove sarà possibile effettuare una interazione – ovviamente, è presente un cursore a schermo che cambierà quando sarà possibile interagire con l’ambiente circostante – ma non solo.
Sono presenti vari enigmi da risolvere. E per completarli bisognerà entrare nelle stanze della nostra casa, questo significa chiavi da trovare. Esattamente come nei videogiochi capostipite del genere horror: porta bloccata, trova la chiave giusta, usala; ecco l’enigma, cerca gli oggetti giusti per risolverlo. Queste sono le azioni che compirai per la maggior parte del tempo.
Una particolarità del videogioco è una parte degli enigmi cambia di partita in partita. In modo che, quando si rigioca nuovamente, ci sarà qualcosa di diverso. La stessa cosa che capita nel titolo free-to-play Cry of Fear.
Per quanto riguarda la mappa di gioco, la casa è formata da queste stanze, tutte (alcune prima, altre dopo) esplorabili:
- Stanza da letto dei genitori;
- Camera del protagonista;
- Ufficio del padre;
- Bagno;
- Salotto;
- Atrio;
- Giardino posteriore;
- Cucina;
- Seminterrato;
Non pochissime per quante volte ci dovremmo tornare. Il che potrebbe stancare, ma per semicitare Harry Potter:“Alle stanze piace cambiare”.
L’enorme differenza tra Without Escape ed i giochi anni ’90 è la possibilità di poter salvare la partita in qualunque momento, basterà interagire con un quadro vicino alla stanza del nostro protagonista ed il prompt si avvierà.
Purtroppo il titolo è completabile in davvero poco tempo (la mia prima partita è durata solo un’ora e qualche minuto), ma ha un tasso di rigiocabilità niente male, a causa della presenza di molteplici finali. Inoltre, una volta capiti tutti gli enigmi, eseguire una speedrun è fattibile. Anzi, è davvero divertente cercare di risolvere i puzzle nel minor tempo possibile. Data la mancanza di nemici, si ha solo l’ansia di fare in fretta.
Un altro dettaglio che ho trovato incredibilmente strano, è l’essere riuscita a platinarlo durante la mia prima partita, e come è anche segnato dalla sezione trofei della console, il platino di Without Escape è etichettato come “Comune”. Qualcosa di davvero particolare.
Pad alla mano, il cursore per selezionare si muove davvero bene, ma ovviamente se si avesse avuto un mouse sarebbe stato molto più comodo.
Durante l’avventura si avrà a disposizione un inventario, che personalmente ho trovato davvero inutile, in quanto ogni puzzle è consecutivo – finisci enigma numero uno, passi al successivo, fino alla fine – quindi è ovvio che qualsiasi oggetto che si troverà andrà perso nel giro di un paio di click perché utilizzato. Sinceramente non ho ben compreso il motivo della sua esistenza.
Come in ogni horror che si rispetti, ci sarà da leggere, ma lo sviluppatore di Without Escape è stato in un certo senso intelligente, in quanto non ci sono veri e propri documenti, ma il nostro protagonista ci dirà il sunto – ed ha anche senso – è casa sua, saprà di cosa parlano i libri negli scaffali. L’altro lato della medaglia è che a causa di questa scelta la trama non ha così tanto spessore quindi, quando ci si avvicinerà alla fine, non si avranno le idee chiare su quale scelta fare.
Un mix di passato e presente
A proposito di letture, conosci la lingua inglese? Per vincere ne avrai bisogno, dato che il videogioco non è tradotto in italiano e non è presente alcun tipo di doppiaggio.
Un ultimo dettaglio interessante è la sezione extra presente all’interno del menù principale che ti permetterà di rivedere le cutscene, e di leggere il racconto direttamente scritto dallo sviluppatore, il quale ti descriverà come si è arrivati al prodotto che si sta giocando.
Ma torniamo un attimo alle cutscene: sono poche ed abbastanza inutili, in quanto ti vanno a presentare solo determinate zone o eventi. Durano poco, l’unica particolarità è il ricordare i vecchi Final Fantasy (come l’VIII o il IX) perché utilizza come transizione il gioco, per poi passare alla computer grafica.
La musica è ben realizzata, davvero d’atmosfera ma si perde proprio al finale, nel quale è presente una traccia che ricorda fin troppo gli anni ’90 ed è totalmente diversa da quelle proposte durante il resto dell’avventura. Comunque gradevole, ma che va a cozzare con l’atmosfera.
La grafica di Without Escape è piuttosto ben fatta, anche se forse – essendo delle immagini – si poteva cercare di fare ancora di più, soprattutto con l’aggiunta di qualche animazione, invece di rendere animati solo gli oggetti nel momento in cui vengono raccolti. La staticità rendere tutta l’esperienza un po’ piatta.
Ha funzionato?
Unire il passato al presente è una mossa davvero d’azzardo, specialmente ora che i “classici” stanno tornando con vari remake (vedasi Resident Evil), ma posso dire con certezza che ha funzionato alla grande. Certo non è un gioco perfetto, ma il rapporto qualità-prezzo è davvero unico. Se ti manca un buon horror con tanti puzzle, Without Escape è il gioco che fa per te: l’ambientazione che cambia, la trama da film di serie B, ci sono tutti gli elementi per passare un po’ di tempo in preda al gore.
L’unica vera grande pecca è il poco spessore della trama, che viene riassunta e – come già detto sopra – causa dei problemi nel finale. Ma davvero, ne vale la pena.