Benvenuto caro lettore nel consueto angolo delle recensioni. Oggi parleremo di Dreadlands, un gioco in accesso anticipato sviluppato da un piccolo team indipendente svedese chiamato Black Fox Studios ed edito da Fatshark. Questo gioco è molto interessante, ed è ambientato in un mondo post apocalittico, popolato da piccole colonie di persone costrette a sopravvivere depredando e uccidendo, affermando la propria superiorità sulle altre colonie di predoni. Il progetto Dreadlands è il primo per i ragazzi di Black Fox Studios, sviluppato nel lontano 2017 è ancora attualmente in accesso anticipato su Steam al prezzo di 16.79 Euro. Il motivo come spiega il Founder e CEO Peter Nilsson è uno soltanto, offrire la migliore esperienza possibile:
“Dreadlands è in sviluppo dal 2017 e durante questi 3 anni abbiamo avuto più beta che sono state giocate da migliaia di giocatori. Riteniamo di avere delle ottime basi per la nostra visione di un gioco a turni condiviso ma abbiamo ancora bisogno di più feedback e aiuto da parte dei nostri giocatori.
Siamo una piccola squadra con grandi progetti che lavorano su Dreadlands ed è davvero importante per noi ascoltare e ottenere feedback dalla nostra comunità e giocatori in continua crescita in modo da poter plasmare il mondo di Dreadlands insieme e offrire la migliore esperienza possibile.
Ed è per questo che abbiamo scelto di rilasciare Dreadlands in Early Access, per sviluppare questo gioco insieme ai nostri giocatori. “
Dreadlands, un ottimo mix fra uno strategico a turni e un gioco da tavolo
Passiamo al succo vero è proprio del gioco, analizzando questo ottimo titolo con i suoi pregi e suoi difetti. In Dreadlands il fulcro dell’azione è il compiere delle determinate missioni, affrontando piccole schermaglie e ovviamente depredando tutto il bottino possibile, per affermare la nostra supremazia come “colonia”, reclutare predoni più forti e sviluppare tecnologie e armi più potenti.
Le schermaglie, o le missioni sono classificate in base al livello di difficoltà, quindi sarebbe sempre meglio affrontarle in base al nostro livello di “squadra” totale, in più, girovagando qua e là in giro per la mappa, potremo incappare in qualche sfortunato incontro con predoni di grado più alto che vorranno farci “la festa” annientandoci malamente. Vien da se che quindi dovremo sempre avanzare con molta cautela.
I combattimenti si svolgono a turnazioni, prima dovremo muovere i nostri personaggi, per poi passare il testimone alla squadra avversaria. Quando sia le nostre abilità che la gittata delle nostre armi ce lo consentiranno potremo provare a ingaggiare il combattimento. Ogni attacco dovrà essere ragionato con la massima cura, perché il successo dei colpi si baserà su una percentuale di successo delineata sia dalle capacità dei nostri minions che dagli ostacoli presenti sul campo di battaglia (come ad esempio ripari, edifici, o alberi e così via dicendo).
Il tutto dona al gameplay un’essenza estremamente strategica, ricordando sia il genere di titoli alla XCOM sia le dinamiche dei giochi di ruolo da tavolo con miniature, cosa che personalmente ho trovato molto gradevole essendo un fan di questa tipologia di giochi. Una volta che avremo mandato a segno un numero sufficiente di colpi per atterrare i nostri nemici però dovremo fare attenzione, perché ogni nemico atterrato avrà a disposizione tre turni prima di lasciare il campo di battaglia, quindi i suoi alleati (e anche i nostri) cercheranno ovviamente in tutti i modi di far “rialzare” e curare i propri alleati; dovremo perciò assicurarci di eliminare i nemici atterrati, sviluppando nel frattempo anche complesse strategie di attacco e difesa.
Durante i combattimenti, avremo delle abilità limitate che ci permetteranno di ottenere dei bonus speciali, o di piazzare a regole d’arte delle trappole (come mine ad aerea, pozzanghere tossiche e quant’altro) che ci permetteranno di tendere delle ingegnose imboscate ai nostri nemici, fermandone l’avanzata o rallentandoli per guadagnare prezioso tempo per schierare al meglio le nostre truppe. Questi bonus potranno però essere usati una singola volta per battaglia, quindi dovremo usarle con molta attenzione.
Un altro aspetto molto interessante del gioco è quello della gestione del nostro campo personale e le classi dei nostri minions, ogni classe avrà delle personali abilità e bonus unici, quindi dovremo formare la nostra squadra in base alla nostra personalissima strategia di gioco, che dovremo variare in base alle missioni o alla tipologia di terreno o ancora al tipo di nemico che ci troveremo a dover combattere. Inoltre la grafica e lo stile di del titolo si presenta in modo molto fumettoso e tratti anche “grottesco” (in senso buono). Questi elementi donano al titolo un ulteriore fascino, che ricorda molto le grafiche della saga Bordelands.
Passando alle note dolenti, il titolo come già detto si presenta vincente su molti aspetti, ma purtroppo carente su altri, in primis molte modalità di sviluppo risultano non accessibili, come l’upgrade delle armi e l’acquisto di varie tipologie di predoni, inoltre lo stile grafico della mappa del mondo esplorabile è piuttosto basilare e semplificato all’osso, risultando molto scarno sia a livello grafico che di gameplay.
Ricordiamo che il titolo è in accesso anticipato, ma trovo personalmente un poco deludente che in questo lungo arco di tempo di sviluppo con numerose versioni beta rilasciate Dreadlands sia ancora in una fase “Alpha“. Altra pecca non da poco è il comparto in PvP, il gioco propone una modalità multigiocatore, che presenta però gravi mancanze, sia per “la popolazione” di questa modalità di giocatori, sia per il matchmaking che è davvero molto frustrante e deludente.
In conclusione Dreadlands è sicuramente un ottimo titolo alla carta, un interessante gameplay dal tratto strategico e divertente e uno stile unico lo rendono un titolo davvero da tenere sott’occhio, tuttavia c’è ancora molto su cui gli sviluppatori devono lavorare, come le su citate note dolenti. Noi della redazione non possiamo che augurare il meglio per questo promettente team di sviluppo emergente.
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