Per quanto inizialmente abbia faticato a farsi strada al di fuori del mercato asiatico, fatte le dovute eccezioni come gli intramontabili Final Fantasy e Dragon Quest, il genere JRPG è oggi riconosciuto come uno dei più interessanti in circolazione, specialmente per le sperimentazioni e le variazioni sul tema che molte software house introducono nei loro titoli per svecchiare la formula e renderla peculiare di volta in volta.
Che siano esperimenti riusciti o meno, sicuramente questo tipo di produzioni ha saputo ricavarsi una discreta nicchia di appassionati negli ultimi anni. È il caso di Fallen Legion Rise to Glory (e degli altri capitoli della serie come Fallen Legion Revenants, di cui puoi leggere qui la nostra recensione), l’oggetto di questa recensione, una perla senza dubbio imperfetta, ma che nel corso degli anni è riuscito a ricavarsi abbastanza seguito da meritarsi più di una remastered e riedizione nel corso degli anni.
Fallen Legion Rise to Glory è ora sbarcato anche su console next-gen, avrà retto la prova del tempo? Scoprilo nella nostra recensione!
Due cammini che si incrociano…
La trama di Fallen Legion Rise to Glory è quanto di più semplice si possa immaginare per i canoni del più classico dei fantasy, eppure riesce a risultare interessante e nemmeno troppo banale grazie alla narrazione che il team di sviluppo ha deciso di adottare, che ci permetterà di seguire due cammini distinti e separati: diametralmente opposti, ma allo stesso tempo pronti a incrociarsi per gettare nuove prospettive sulla storia.
I due cammini sono quelli del ribelle Laendus e della principessa Cecille. I due, inizialmente dalla stessa parte, saranno costretti a prendere direzioni opposte alla morte del sovrano, e soprattutto a causa di un artefatto magico dalla potenza inimmaginabile, ma anche dall’indole profondamente perversa. I destini dei due infatti saranno scombussolati dal Grimorio, un libro senziente che aveva già mosso le intenzioni del re in passato, e ora sta guidando anche le azioni della giovane Cecille.
La principessa sarà disposta a tutto pur di difendere il proprio regno, e lentamente scivolerà nel tremendo piano del Grimorio, mentre Laendus, esperto conoscitore delle forze occulte, si renderà subito conto che la catena di morte imposta dal libro deve essere spezzata, e si mette quindi a capo della ribellione contro la sua stessa sovrana.
Dopo un breve flashforward che funziona anche da tutorial, si torna quindi all’inizio della storia, che si svilupperà di poco di missione in missione. Gli eventi principali infatti saranno affidati ad alcune scenette di intermezzo che mostreranno intrighi politici, alleanze sotterranee e alleati inaspettati; la narrazione quindi si attesta su canoni molto classici del genere, ma riesce comunque a mantenere viva l’attenzione del giocatore grazie a un giusto compromesso tra complessità e linearità.
Gameplay a ritmo!
Come anticipato, Fallen Legion Rise to Glory vuole proporre un gameplay unico nel suo genere. Chiariamoci, di JRPG c’è effettivamente poco, lo scheletro del genere viene infatti richiamato nella composizione del party e negli equipaggiamenti (che saranno l’unico modo di alterare le statistiche delle nostre unità, che non avranno la possibilità di livellare), mentre il sistema dei turni è completamente rivisto, tanto che non potremmo parlare di veri e propri “turni”.
Nel titolo infatti ciò che conta è il ritmo: ognuna delle nostre unità schierate in battaglia sarà assegnata a un tasto, a eccezione del Triangolo (facendo riferimento alla versione PlayStation naturalmente) sempre corrispondente al comandante del gruppo (quindi Lucille o Laendus), potremo scegliere liberamente chi assegnare agli altri tre tasti d’azione. Non possiamo però preparare il tutto in maniera casuale, dovremo sempre considerare che è più opportuno assegnare alle retrovie (tasto Quadrato) un combattente a lunga distanza, e alla prima linea (Cerchio) attaccanti fisici o tank a seconda della nostra strategia e del tipo di nemici presenti durante la missione.
L’andamento del titolo infatti sarà scandito da una serie di missioni, e se inizialmente non avremo controllo sulla formazione del party in cui ruoteranno diversi soldati semplici, a un certo punto sbloccheremo gli Exemplar, delle vere e proprie incarnazioni di armi leggendarie che si manifesteranno sotto forma di combattenti (proprio come succede in Soul Eater) per aiutarci in battaglia.
Ogni Exemplar potrà sferrare fino a tre attacchi consecutivi, e la loro barra di utilizzo si ricaricherà col tempo, potremo anche effettuare parate di gruppo che, se eseguite col giusto tempismo, potranno perfino ripristinare all’istante parte di questa barra AP, questo caratteristico gameplay rende fondamentale compiere ogni azione col giusto tempismo e non lasciarsi andare a un button mashing che potrebbe lasciare il party in balia dei nemici.
Unica eccezione alla formula sta proprio nell’utilizzo del capogruppo che avrà a disposizione tre incantesimi: uno d’attacco, uno di cura e un ultimo dedicato alla resurrezione dei membri caduti; questi attacchi non si ricaricheranno col tempo, ma grazie agli attacchi andati a segno del resto del party. Inoltre, se il resto del party venisse eliminato, il nostro capogruppo entrerà in una sorta di stato di berserk nel quale potrà utilizzare ripetutamente i suoi attacchi senza attendere la loro carica.
A movimentare il tutto ci saranno delle scelte occasionali che si potranno compiere tra una fase di battaglia e l’altra durante la missione. Potrebbero infatti presentarsi degli eventi collaterali slegati dalle battaglie principali e ci verrà chiesto di prendere una decisione a riguardo tramite tre carte, ogni scelta ci porterà a un bonus che ci agevolerà fino a fine missione.
Comparto tecnico figlio dei suoi tempi
Come anticipato, Fallen Legion Rise to Glory arriva assieme al capitolo Revenants su console next-gen in forma di remastered, più che una rimasterizzazione però sembra un vero e proprio copia incolla del titolo originale, non introducendo a livello tecnico niente di nuovo. Per quanto riguarda il comparto grafico infatti si è scelta una grafica in stile cartoon che ricorda a tratti alcuni vecchi titoli in flash player che spopolavano su internet nei decenni scorsi, sebben vada specificato che a livello di direzione artistica sprite e animazioni sono comunque di livello superiore rispetto a produzioni così low budget.
Il più grande difetto della grafica però sta negli elementi mostrati a schermo, decisamente troppi, tanto da creare spesso e volentieri parecchia confusione nel giocatore che dovrà orientare lo sguardo su comandi, azioni nemiche e barre di carica dei propri Exemplar, una scelta decisamente poco felice per un titolo il cui gameplay punta tutto sul ritmo e sulla precisione nei tempi di attacco e difesa.
Per quanto riguarda invece il comparto sonoro, anche qui ci ritroviamo davanti a un prodotto che mostra di avere già qualche anno sulle spalle. Il doppiaggio sarà ridotto all’osso e coinvolgerà solo alcune linee di dialogo esclusivamente dei protagonisti, mentre la colonna sonora, per quanto orecchiabile e funzionale alla natura degli scontri e delle varie situazioni, risulta decisamente anonima e priva di originalità.
In definitiva, Fallen Legion Rise to Glory è un prodotto con già qualche anno sulle spalle e lo dimostra, non si tratta tuttavia di un brutto titolo e anzi, questa riedizione farà sicuramente la gioia dei fan delle produzioni targate NIS America in quanto riesce a farsi portatore dello spirito scanzonato ma impegnativo del publisher; una buona occasione anche per recuperare un gioco dal gameplay originale e fuori dai binari, per quanto decisamente imperfetto.