In questo periodo, e sopratutto negli ultimi anni, Capcom ci ha deliziato con i remake dei suoi più epici titoli horror che almeno in parte ne hanno decretato il successo aziendale. Ovviamente parliamo dello storico brand di Resident Evil e nello specifico dei primi tre capitoli della saga.
Oggi non parleremo certo di questi grandi capolavori che hanno ispirato saghe cinematografiche, libri, fumetti e quant’altro, ma di un talentuosissimo team di sviluppo indipendente che ha interpretato il famoso detto popolare “all’ombra dei giganti, nascono gli eroi”, dando vita ad un prodotto di alta qualità che prende di ispirazione proprio dai grandi classici del brand horror di Capcom, usando dinamiche e meccaniche simili, e creando allo stesso tempo una storia interessante e originale.
Parliamo del survival horror creato ed edito da Dreamlight Games Studios, Fear the Dark Unknown e della sua versione per PC che potrete trovare su Steam.
Fear the Dark Unknown, un piccolo grande tributo ad una delle saghe che ha fatto la storia
La storia di Fear the Dark Unknown inizia con un dramma, o meglio, il presagio di un dramma; James e Chloe Sullivan sono rispettivamente padre e figlia, James però nasconde un importante segreto alla figlia che non riesce più a tenere dentro, quindi da padre sano e responsabile decide di rivelare alla figlia la terribile notizia legata alla morte della propria madre/moglie. Come? Organizzando un incontro in piena notte durante una tempesta, in una spettrale villa abbandonata nel mezzo di una tetra e oscura foresta.
Tutto questo basterebbe a mettere in fuga ogni essere umano senziente verso il luogo più lontano possibile, ma la nostra intrepida Chloe decide lo stesso di rispettare l’accordo e recarsi in questa “magione” (ovviamente totalmente disarmata e munita solo di una piccolissima torcia, peraltro difettosa, che porta al collo). Qui assiste ad un’inquietante scena; ovvero un essere dalle sembianze umane che trascina il corpo esanime di quello che a tutti gli effetti sembrerebbe (e lo è) James Sullivan.
Da qui partirà la nostra avventura, indagando sui misteri della tetra villa Beresford e sui terribili segreti che nasconde da secoli, scoprendo le terrificanti creature che si nascondo all’interno e che non molto amichevolmente (cibandosi di carne umana) vorranno banchettare con le nostre così appetitose carni. Il gioco comunque ci permette di giocare l’avventura anche nei panni di James, in quel caso il nostro obiettivo cambierà, dovendo riuscire a trovare Chloe, che risulta scomparsa da diversi giorni dall’ultimo messaggio ricevuto.
Il gioco ci proietta fin da subito in un luogo tetro, angosciante e opprimente che ci immergerà totalmente nei meandri della villa abbandonata, i dettagli storici dei personaggi e gli avvenimenti che troveremo nel nostro cammino si presentano molto affascinanti, e in men che non si dica ci ritroveremo a voler conoscere sempre di più su questa famiglia di nobili origini che è stata dilaniata dalla sfortuna e dalla tragedia.
Il comparto grafico è molto ben curato anche se tuttavia pecca un po’ in “pesantezza” delle immagini che potrebbe essere migliorate e spazia da leggeri drop di FPS a un lento caricamento delle texture. Questo è tuttavia un piccolo neo, che non rovina per nulla l’esperienza di gioco.
L’utilizzo della “telecamera fissa” poi dà immediatamente un senso di ritrovata nostalgia, facendoci tuffare in un batter d’occhio in quei gloriosi anni novanta. Tuttavia, anche se ho decisamente apprezzato il taglio scenografico e di regia di molte scene, la scelta dell’utilizzo di questo tipo di telecamera a lungo andare è andata a rivelare i limiti di questo tipo di gestione della visuale e che ne ha nel tempo decretato l’abbandono.
Molte scene infatti risultano poco visibili, o comunque rendono il muoversi al loro interno davvero macchinoso, senza contare che in alcuni punti di gioco, dove l’azione è fondamentale, questo utilizzo di camera rende difficile sia orientarsi, che vedere fisicamente il “nemico” rendendo impossibile l’ingaggio, o risultando nel cercare di eliminare la minaccia sparando alla cieca, sprecando così preziosissime munizioni. Fra l’altro con l’impiego della telecamera fissa può risultare un vero peccato non poter osservare i tantissimi dettagli che nascondono le camere e i corridoi della magione.
Infine voglio citare due problemi che nell’esperienza di gioco mi hanno davvero lasciato perplesso. Uno di questi sono alcuni dei modelli utilizzati in game, che presentano caratteristiche a volte “anomale”. Non posso dire con certezza se queste “anomalie” siano dei bug, texture sbagliate o altro, solo che hanno conferito ad alcuni momenti del gioco un senso di “non appropriato” rendendo alcuni personaggi sì grotteschi ma in modo comico, cosa che va a scontrarsi con un titolo che si prende invece così sul serio.
L’altro gravissimo problema è invece la trasposizione dalla lingua inglese a quella italiana, davvero un lavoro pessimo! Parole completamente tradotte a caso o alcune addirittura lasciate in lingua spagnola (il team di sviluppo è di Valencia), in un gioco poi dove gli enigmi e l’investigazione ne fanno letteralmente il fulcro! Purtroppo è un dettaglio inaccettabile, che rovina irrimediabilmente l’esperienza di gioco.
In conclusione Fear the Dark Unknown risulta un ottimo gioco, che vuole far tornare in auge le vecchie glorie del genere horror nei ruggenti anni novanta, riprendendone sia le dinamiche che le meccaniche, riuscendoci fra l altro. Il titolo risulta godibile, ben curato nel dettaglio, ma non esente da pecche che tuttavia non rovinano irrimediabilmente l’esperienza di gioco se non fosse per la ridicola traduzione della lingua. Spero che gli sviluppatori risolvano i problemi legati alla trasposizione in lingua italiana, tuttavia Fear The Dark Unknown rimane un gioco estremamente godibile, e che in qualche occasione dona momenti che ti faranno letteralmente sobbalzare dalla sedia.