La risposta è no, in modo totale.
Esistono tanti simulatori ormai sul mercato, da quelli divenuti culto come The sims o Simcity, per citare probabilmente i due più famosi, ad altri generi che stanno avendo la meglio grazie anche alla fama raggiunta su social come Youtube o Twitch (vedi Farming Simulator o ancora EuroTrack Simulator).
C’è sempre quindi la speranza, quando se ne scopre uno nuovo, di trovarsi di fronte al prossimo fenomeno della rete. Questo potrebbe diventarlo, ma per i motivi sbagliati.
Il gioco non vuole affatto giocare con voi. E’ il vostro cugino bullo che vorrà sempre avere il pupazzo col quale voi state giocando, e l’avrà sempre, SEMPRE, vinta lui.
Cosa dovremo fare?
Il titolo è semplicemente un simulatore di pesca, ma aspettate, non si tratta di uno di quei meravigliosi simulatori di pesca prodotti da Sega tra la fine degli anni ’90 ed inizio 2000. Niente affatto, è un simulatore di pesca a strascico. E che si fa nella pesca a strascico? Tante cose molto divertenti, per un alieno della razza Vogon (per maggiori informazioni cercare Guida galattica per autostoppisti).
Innanzitutto il gioco appena partito ci chiederà di creare un nostro avatar, al quale in realtà potremo cambiare solo nome e sesso, per poter poi partire subito all’avventura o iniziare un minuzioso Tutorial, che caldamente vi consiglio per non affondare dopo due minuti di navigazione.
Tutti a bordo marinai, o meglio marinaio, perché saremo solo noi. Pronti a partire con le basi: come si butta una rete, quanto bisogna aspettare prima di tentare il suo recupero, come pulire il pesce preso, che tipo di esche poter usare, che pesci prenderemo in determinate zone, dove dovremo venderle, come riparare la nave, come fare rifornimenti, come prendere missioni (che saranno semplicemente prendi 1000000000 kg di X pesce).
Tutto qui quello che dobbiam ofare. Dovremo girare tra città e città (quattro in tutto il gioco) a vendere pesce e crostacei. L’obiettivo? Acquistare imbarcazioni (cosa inizialmente impossibile visto che la nave su cui cominciamo a pescare viene valutata 10.000 kr e la più economica ne costa quasi 12.000.000) sempre più grandi sulle quali potremo avere marinai che fanno il lavoro al posto nostro (davvero divertente), e potenziarne motori, stiva e varie funzioni.
Ci sarà inoltre una sorta di sistema di reputazione, che ci permetterà, effettuando varie vendite nella stessa città, di ottenere sconti e missioni uniche, che consisteranno però sempre nel portare solo chili di pesce il prima possibile.
Come dovremo farlo?
E qui sono dolori.
Perché sì le meccaniche non sono tantissime, ma se ben fatte avrebbero potuto comunque divertire il giocatore. Il problema è che qui sono fatte troppo bene, sono praticamente reali. Non realistiche: reali.
Ogni azione va svolta con una dovizia di particolari asfissiante, anche solo per riprendere le reti lanciate dovremo essere in un preciso punto tra le due estremità ed andare ad una determinata velocità, dovremo pulire il pesce lentamente per non rovinarlo e soprattutto, la cosa peggiore, è spostarsi sulla mappa.
Il mare è realistico al massimo. Tra una città e l’altra avremo ore di navigazione, perché la prima volte che percorreremo una rotta non ci sarà la possibilità di avanzare rapidamente, dovremo subire ore ed ore di navigazione su di una bagnarola, da soli.
E non è finita qui. Muovendoci non sbloccheremo la mappa intorno a noi in modo radiale, ma sbloccheremo per il viaggio rapido solamente le zone che abbiamo effettivamente toccato con la superficie della nostra nave. Ancora mi chiedo il perché di questa scelta, ma preferisco rimanere con il dubbio.
Unica fonte di divertimento mentre sarete in mare aperto sono le attrezzature di bordo. Possiamo passare ore ad accendere e spegnere luci, roteare il faro di segnalazione e, wow, suonare la sirena. Quella sì, è un sogno di tutti.
Sotto il profilo tecnico
Partiamo dalle basi. Io ho giocato Fishing Barent Sea su di un Asus ROG con I7 7700, 1050ti e 16gb di ram DDr4, quindi comunque un pc che riesce a far girare degnamente giochi di questa generazione. Il titolo però è troppo avanti, tanto da costringermi ad abbassare tutto su valori medi per avere un’esperienza comunque non fluida.
Non sarebbe un problema se avesse il comparto grafico di Battlefield V, o Battlefield 1, o Battlefield 1942, ma il gioco si attesta su livelli infimi. E’ tutto brutto, costantemente: noi siamo brutti, la nave è brutta, il mare è brutto, le città sono brutte, anche la vita sembrerà più brutta quando avvierete questa maledizione sul vostro PC.
Vi racconto questo aneddoto. Ero in navigazione verso una nuova città, quindi senza possibilità di skippare nulla. D’improvviso vedo un pilone davanti a me, tento di virare per evitare la catastrofe ma… era una balena. Un corpo rigido, con spasmi muscolari, che affondava senz’anima negli abissi vuoti di questo titolo. Per farvene capire la bruttezza immaginate quelle di Black Flag, nel 1993.
C’è però una nota positiva in tutto questo, il gioco potrà essere giocato in due modalità: una in terza persona, più facile, che ci da l’opportunità di eseguire alcune azioni più velocemente, come il passare direttamente dalla raccolta alla pulizia del pescato; ed una in prima persona, grazie alla quale potremo notare la cura con la quale sono state riprodotte le cabine delle nostre fide imbarcazioni, con la strumentazione funzionante e molto realistica, ma che d’altro canto ci obbligherà a compiere ogni azioni manualmente. All’inizio sembrerà dare profondità al titolo, ma dopo 2 ore vi avrà già fatto cercare su Steam un nuovo gioco.
Il DLC
Non c’è fine al peggio, mai.
Il gioco possiede un DLC, King Crab, del quale se andremo a leggere la descrizione ci verrà detto “Nuove navi, nuovi equipaggiamenti e nuove meccaniche“. L’unica speranza era vedere un Mirelurk spuntare dal nulla e devastare il mondo di gioco per poi ricominciare con una pesca Post apocalittica.
Non sogniamo troppo, la vera differenza? Una volta gettate le reti, aspettato almeno quattro ore, recuperate e trovati questi benedetti animaletti, dovremo invece che pulirli semplicemente gettarli in un secchio e spostarli nella stiva. Le nuove meccaniche.