L’infinità dello spazio ha da sempre ispirato praticamente tutti i media, dalla letteratura al cinema, ai fumetti, passando ovviamente per i videogiochi. Nel corso dei decenni, il tema è stato reinventato in tutti i modi possibili, in maniera più o meno ambiziosa, restando in campo videoludico basti pensare alla mastodontica trilogia di Mass Effect, opere straordinarie con sceneggiature la cui qualità è tutt’oggi difficile da raggiungere, ma se si pensa ancora più in grande, c’è una serie che ha letteralmente tentato di conquistare lo spazio infinito: Galactic Civilization!
Un nome indubbiamente noto agli amanti di strategici che, assieme alla serie Sid Meier’s Civilization, costituisce una delle esperienze più ambiziose e complesse per il genere. Anche questo quarto capitolo in effetti non tradisce le aspettative e punta a espandere in maniera esponenziale ogni singolo aspetto del gioco, creando un’esperienza che punta a essere il più completa possibile. Il titolo sarà all’altezza delle ambizioni del team di sviluppo? Scoprilo nella nostra recensione!
Lo spazio è infinito, come le storie che può raccontare…
“Trame? Dove stiamo andando non c’è bisogno di trame!”, parafrasare le iconiche parole del Doc Brown di ritorno al futuro è probabilmente il modo migliore per esprimere appieno la vastità del canovaccio narrativo di Galactic Civilization IV. Il titolo infatti, nella sua sconfinata e inarrestabile voglia di essere il più vasto possibile, prende la netta decisione di non imbrigliare il giocatore in una trama predeterminata, ma gli consente di creare da zero la propria storia.
Nella primissima schermata di gioco potremo infatti selezionare una civiltà col quale intraprendere la colonizzazione dell’intera Via Lattea. Ovviamente non solo umani, la selezione potrà piuttosto spaziare tra quasi venti specie aliene diverse: da razze belligeranti intenzionate a distruggere e schiavizzare ad altre decisamente più diplomatiche il cui obiettivo sarà piuttosto prendere il sopravvento su civiltà meno sviluppate, aiutandole allo stesso tempo a evolversi e progredire.
Non mancheranno poi background più complessi come civiltà insettoidi organizzate in sciami intenzionate letteralmente a prosciugare ogni sventurata stella o pianeta che troveranno sul proprio cammino, e altre di origine meccanica, estremamente evolute e… spietate. A rendere più interessanti le civiltà prese singolarmente però ci penserà un sistema di scelta delle alleanze e degli avversari basilare, ma che riuscirà a dare al titolo una longevità pressoché infinita già a parte dai suoi primissimi passi, rendendo ogni partita letteralmente unica e donandole quasi uno spirito da roguelike in cui portare avanti la nostra esperienza e conquista in maniera ogni volta unica e con strumenti sempre diversi.
Il gameplay: una galassia di opportunità
Parlare del gameplay di Galactic Civilizations IV è semplicissimo, ma allo stesso tempo molto complesso, proprio in virtù della libertà pressoché totale che il titolo offre al giocatore; scendere nel dettaglio di ogni piccolo aspetto del gameplay sarebbe impensabile, e anzi andrebbe anche a snaturare le intenzioni degli sviluppatori che vogliono vedere il giocatore mettersi all’opera per scoprire da sé molti dettagli, e imparare dall’esperienza conquista dopo conquista.
Ogni singolo aspetto del gioco sarà infatti personalizzabile a piacimento e influenzerà pesantemente la progressione della nostra conquista: con un po’ di esperienza potremo infatti plasmare la nostra conquista galattica fin dai primi momenti di gioco, se invece non saremo in grado di pianificare la nostra progressione fin dalle basi ci ritroveremo davanti a due scelte: adattarci o fallire.
Galactic Civilization IV infatti è totalmente privo di tutorial e non si fa alcun problema ad allontanare i giocatori inesperti nel genere (ammetto che io stesso ci ho messo un po’ a entrare nei suoi meccanismi) non svelando nulla del suo complesso universo a chi già non ha i mezzi per farlo; eppure, allo stesso tempo si assicura di avere una progressione ben calibrata che parte con la dovuta calma per diventare man mano più veloce all’aumentare della complessità delle azioni disponibili.
Se inizialmente infatti saremo semplicemente chiamati a organizzare e schierare le nostre truppe, man mano che espanderemo il nostro dominio e che le minacce nemiche si faranno sempre più vicine e pressanti, dovremo tenere d’occhio sempre più aspetti e indicatori a schermo. Il bello è che il senso di progressione ci verrà dato anche dalla mappa organizzata in settori che andrà man mano espandendosi e i cui confini si estenderanno progressivamente per mostrare settori della galassia sempre più ampi.
Per scongiurare una complessità eccessiva però gli sviluppatori hanno deciso di organizzare in maniera “gerarchica” i vari settori, inserendo in ognuno di essi un pianeta o una stella “principali” a cui le altre colonie secondarie saranno subordinate e dovranno inviare risorse e materiali. In questo modo, attacco e difesa si legheranno indissolubilmente in quelle che diventeranno tante vere e proprie partite a scacchi da giocare in contemporanea: la colonia principale da difendere a ogni costo sarà il nostro re da non lasciare mai scoperto, allo stesso tempo però darci da fare per penetrare le difese nemiche, stare troppo sulla difensiva servirà solo a farci accerchiare dal nemico e rimanerne soverchiati; un sistema che incarna il cuore strategico e pulsante della produzione.
Ovviamente, la personalizzazione che ci sarà concessa riguarderà anche ogni singola unità da schierare in battaglia: in base alla fazione scelta avremo accesso a determinati mezzi e tecnologie, che potremo usare per mettere in atto strategie ben precise; queste potranno ulteriormente essere influenzate dai comandanti e dalle loro disposizioni, che si riveleranno sempre in linea con la civiltà aliena impersonata e potranno anche svilupparsi in modi diversi così da rendere ancora più vario e profondo il gameplay.
Comparto tecnico: anni luce… indietro…
In tutto questo sistema complesso e ambizioso, e in buona parte riuscito, doveva purtroppo esserci anche un difetto, ed è rappresentato dal comparto tecnico. Graficamente, il titolo si rivela generalmente indietro a livello di texture e soprattutto di ottimizzazione; il primo aspetto può essere effettivamente giustificato dalla necessità, nelle fasi avanzate, di mostrare a schermo una quantità di elementi non indifferente, ciò che invece non si può proprio ignorare è l’ottimizzazione, soprattutto nei menù: un vero e proprio inferno.
Molto spesso, pur avendo i settaggi grafici giusti, troveremo menù e schermate che superano i limiti dello schermo, testi che si accavalanno e menù che lasciano il testo in sovrimpressione anche dopo essere stati chiusi; un problema non da poco considerata la quantità di menù e testi impressionante coi quali avremo a che fare in game. Anche col sonoro purtroppo non va meglio: mi sono ritrovato molto spesso ad ascoltare glitch di tracce che si interrompevano all’improvviso o effetti sonori che andavano in loop creando situazioni parecchio spiacevoli, soprattutto considerando che le partite, in alcune situazioni, possono arrivare a durare anche ore, e il glitch può sparire all’improvviso, ma anche persistere per tutta la run.
In definitiva, Galactic Civilization IV è un titolo ambizioso e difficilmente raggiungibile a livello contenutistico e di longevità, si tratta però di un gioco riservato praticamente solo agli appassionati o esperti del genere tagliando fuori senza alcuna riserva i “non addetti al mestiere”; a difettare oggettivamente però dell’intera operazione è un comparto tecnico funestato da glitch grafici e sonori che rompono inesorabilmente l’esperienza di gioco.