“Thank You Mario! But our princess is in another castle!”, questa è sicuramente una delle frasi, se non LA frase, più riconosciute e riconoscibili della storia del videogioco: dopo mille peripezie, palle di fuoco senzienti, gusci di tartaruga letali, nuvole adirate pronte a friggere il nostro personaggio e chi più ne ha più ne metta, il baffuto Mario arrivava a quella che, secondo i piani, doveva essere la fine della sua missione di salvataggio, e con uno dei primi significativi plot twist del medium, scoprivamo di essere solo all’inizio dell’avventura.
Una frase che può sembrare da poco e un topos narrativo ormai sfruttatissimo, e dopo decenni in effetti lo è, eppure è significativo il fatto che una singola frase possa racchiudere quella che è diventata ispirazione per una miriade di opere successive. E proprio nel solco scavato dalla prima avventura dell’iconico Mario rientra Kid Ball Adventure, l’oggetto di questa recensione, un titolo senza troppe pretese, che riesce a rivelarsi divertente per qualche oretta di svago pur senza voler innovare o rivoluzionare in alcun modo il medium.
La principessa rimbalza altrove ora!
In Kid Ball Adventure non si può parlare di una vera e propria trama, quanto piuttosto di un pretesto narrativo che servirà per far partire all’avventura il nostro protagonista. Una brevissima cutscene iniziale infatti mostrerà il classico rapimento della partner del protagonista del gioco: letteralmente una palla rimbalzante.
Il titolo del gioco, Kid Ball Adventure, infatti si riferisce proprio al fatto che vestiremo i panni di una palla rimbalzante che non può mai fermarsi (una buona trovata per il gameplay che analizzeremo in seguito), ma come anticipato, narrativamente parlando c’è ben poco approfondimento, tanto sul mondo di gioco quanto sui personaggi che lo animano, sia i protagonisti che gli antagonisti.
Infatti, l’intera progressione dell’avventura sarà scandita da brevi cutscene che non porteranno realmente avanti la narrazione, più che altro ci mostreranno la transizione del protagonista da un luogo all’altro dopo ogni decina di livelli circa. Gli unici dettagli che potremo assimilare sul mondo di gioco infatti sono relativi alle ambientazioni che faranno da sfondo ai livelli di volta in volta.
Non si tratta certamente di un difetto, quanto piuttosto della volontà di ridurre all’osso la narrazione per concentrarsi piuttosto sul gameplay, e a dirla tutta, come accade in diversi titoli del genere, di narrazione non c’è nemmeno bisogno, in quanto ci troviamo davanti a un titolo “essenziale” e, come anticipato, con poche pretese se non divertire per qualche ora.
Rimbalzando qua e là…
Anche il gameplay in effetti rimane perfettamente in linea con quanto realizzato a livello narrativo, e si propone come un titolo fortemente arcade (pur senza avere un vero e proprio sistema di punteggio che spinge a ripetere i livelli e migliorare le performance) che anzi, avrei visto benissimo in un cabinato di qualche decennio fa, o che al giorno d’oggi sarebbe perfetto per dispositivi mobile.
Il titolo infatti si propone come un platform 2D in cui lo scopo del nostro sferico protagonista sarà quello di oltrepassare un centinaio di stanze di difficoltà man mano crescente con trappole e nemici sempre più insidiosi. In ogni stanza ci saranno una chiave e alcune gemme, la chiave sarà essenziale per poter aprire la porta per la stanza successiva e nel caso in cui perdiamo una vita tornerà al suo posto e dovremo raccoglierla nuovamente, ogni dieci gemme raccolte invece (anche in stanze diversi) guadagneremo una vita extra.
Come anticipato, c’è una particolarità nel gameplay, ovvero il fatto che il nostro protagonista non potrà mai fermarsi e rimbalzerà continuamente, per poter arrivare incolumi senza incappare in trappole e nemici infatti dovremo prendere il giusto ritmo e tempismo e calcolare alla perfezione rimbalzi e punti d’atterraggio. La routine delle varie stanze piene di trappole verrà intervallata di tanto in tanto da alcuni boss, le battaglie con questi ultimi saranno concettualmente semplici, ma andranno a darà una certa varietà al gameplay che non stona affatto.
Comparto tecnico essenziale
Anche per quanto riguarda il comparto tecnico, Kid Ball Adventure riconferma di voler essere un titolo senza troppe pretese e con poche idee, ma ben a fuoco. Il comparto grafico presenta uno stile cartoon molto basilare e senza alcun guizzo artistico, tanto che effettivamente potrebbe ricordare titoli per smartphone come Angry Birds, o per l’affinità con protagonista e gameplay si potrebbe addirittura citare il vetusto Bounce che si poteva trovare si vecchi Nokia.
Anche per quanto riguarda il comparto sonoro, Kid Ball Adventure non vuole essere un titolo memorabile e propone semplicemente delle tracce anche abbastanza gradevoli, ma effettivamente nulla di imprescindibile o di particolarmente complesso a livello musicale, tanto che anche ascoltare altro in sottofondo non andrà in alcun modo a inficiare l’esperienza di gioco.
In definitiva, Kid Ball Adventure è un titolo, come ribadito diverse volte, con poche pretese, ma molto a fuoco come produzione; un passatempo gradevole che sicuramente saprà divertire per una manciata di ore e che trova particolarmente senso se giocato in portatilità su Nintendo Switch, grazie alla possibilità di poter fare brevi e veloci sessioni di gioco ovunque si voglia.