Niddhog 2. E’ sempre difficile recensire (almeno per me) un videogame che fa del multiplayer il suo cardine principale. Non c’è nulla di male sia chiaro, ma la mancanza di una storia può far spiccare i maniera imbarazzante i limiti di alcuni titoli. E’ il caso di Niddhog 2 questo?
Beh no, direi proprio di no.
Prendiamola con calma, il gioco che andremo a recensire oggi ha uno stile molto particolare, non si mette a discutere col giocatore di come iniziare una partita, delle tattiche giuste per vincere o di quali siano le differenze tra le varie armi imbracciabili, neanche per sogno.
Il gameplay
Il titolo è estremamente intuitivo, avremo in pratica solo due tasti da utilizzare, uno per saltare ed uno per attaccare, quest’ultimo sarà combinabile con le varie direzioni dello stick analogico al fine di creare attacchi bassi, medi, alti o addirittura lanciare la nostra arma, un colpo ci uccide e con uno uccidiamo.
Tutto qui, ed è probabilmente il suo più grande pregio.
Da questo scaturisce tutto il divertimento, la frustrazione e la competitività del titolo, le partite saranno veloci e frenetiche, sempre in bilico, ogni attimo sarà quello giusto per vincere o morire. Ma come si vince per l’appunto? Se dovessi spiegarlo in parole povere dire Football americano.
Eh sì, dovremo conquistare il territorio avversario una schermata alla volta, facendoci strada a suon di arma bianca (fioretto, spada o pugnale), di arco o se vorremo anche a mani nude, evitando e uccidendo tutto ciò che ci viene incontro.
La cosa più bella? Anche la CPU dovrà fare lo stesso. Ogni volta che moriremo, e non saranno poche le volte, avanzerà verso il nostro lato, e se dovesse arrivare a conquistarlo del tutto dovremo ripetere l’intero schema di nuovo.
Avremo inoltre la possibilità di personalizzare il nostro avatar con teste, busti e gambe che combinate insieme al colore generale che potremo dargli arriveranno a creare mostruosità al quanto… piacevoli!
Le modalità di gioco
Ne avremo poche, ma saranno sufficienti per divertirci, posso garantirvelo.
“Arcade” non è altro che una serie di livelli differenziati per bioma e difficoltà, sempre crescente, nei quali verremo gradualmente abituati al funzionamento delle varie armi, dalla più leggera alla più pesante, e troveremo così il nostro stile di gioco preferito.
Avremo poi la possibilità di creare partite in multigiocatore utilizzando uno qualunque dei livelli già visti nella modalità sopracitata, scegliendo se il vincitore sarà decretato in base a quante uccisioni avrà fatto in un determinato tempo limite, ad una precisa serie o in base a chi conquisterà più campo avversario. Il tutto con un massimo di 8 giocatori.
In più avremo le stesse modalità anche in online, potendo sfidare qualcuno dalla nostra lista amici o altri giocatori in giro per il mondo.
Tutto qui sì, ma divertente, assolutamente divertente.
Tecnicamente parlando
Il gioco non brilla sotto questo aspetto, la grafica è semplice, minimale, ed anche lo stile utilizzato dà sì carattere al gioco, ma non lo esalta nè lo distingue più di tanto dalla massa. Anche l’audio, oltre a qualche musica carina ed al rumore di spade e nemici uccisi, non va oltre. Fa il suo compitino e regge comunque bene tutto l’insieme, senza infamia nè lode.
Gli scenari sono simpatici, a tema differente dal medievale al montanaro, ma anche qui niente vi resterà impresso in mente per più di 5 minuti.
La longevità
34 minuti.
E’ il tempo esatto che ho impiegato per terminare la modalità arcade, se dovessimo quindi basarci su di questo Niddoh ne uscirebbe assolutamente con le ossa spezzate, ma non è così.
Il gioco vive per essere giocato in compagnia, di amici veri o online, quindi la modalità in singolo va vista semplicemente come un “allenamento” per noi, ed anche così risulta comunque divertente ed appagante.
Con gli amici poi… delirio, vedrete gli altri sempre più avidi del vostro sangue digitale, visto che tutto si deciderà in frazioni di secondo non dando neanche il tempo a volte di capire come mai l’arma avversaria abbia superato la nostra guardia. Perfetto per quelle attese ad inizio serata o anche da portare con sè alle cene familiari per poter insegnare ai proprio parenti come un fioretto possa essere ancora in voga nel 2018.