Nelle ultime generazioni videoludiche, Nintendo è stata indubbiamente la regina incontrastata per quanto riguarda i party game. Soprattutto con il lancio della rivoluzionaria (per i suoi tempi) Wii, la casa della grande N ha voluto proporre a un pubblico che fosse il più vasto possibile una console fortemente improntata verso videogiochi di gruppo che potessero essere facilmente accessibili anche dai cosiddetti casual gamer.
Certo, naturalmente Sony e Microsoft non sono state a guardare l’ascesa di Nintendo in quel campo, un esempio perfetto è la serie Singstar, oppure i party game che sfruttavano il Kinect di Xbox 360 (o volendo andare a scavare ancora prima di Wii troviamo, sempre in casa Sony, l’Eye Toy e Crash Bash, una goffa risposta ai Mario Party); di recente poi abbiamo avuto anche altri esempi che hanno contraddistinto soprattutto la line up di casa Sony, confermando quanto il gusto per questo genere videoludico sia spiccatamente nipponico.
L’esempio perfetto è la serie Play Link, che può vantare nella propria offerta una selezione di titoli ben variegata e giocabile addirittura tramite smartphone, andando ad abbattere anche la barriera dell’hardware oppure Fall Guys che, complice il suo inserimento fin dal day one nell’offerta PlayStation Plus, si è rivelato il vero e proprio tormentone dell’estate 2020, e potrebbe replicare il successo nel 2021 sbarcando ad agosto su Nintendo Switch e Xbox.
Proprio in questo ampio discorso sui party game, che ora più che mai sembra essere in evoluzione, coi diversi competitor che tentano si strappare la corona alla storica serie Mario Party targata Nintendo, si va a inserire Out of Space, l’oggetto della nostra recensione.
Il titolo presenta un interessante mix tra party game e gestionale in tempo reale, riuscendo a essere effettivamente divertente, ma non del tutto per i suoi meriti ludici, quanto per il fatto di riuscire ancora nel 2021 a riunire un gruppo di amici su un divano (non a caso la versione console ha il sottotitolo Couch Edition) per un po’ di sano vecchio multiplayer locale.
Nello spazio nessuno può sentirti… spazzare!
L’incipit di Out of Space è talmente bizzarro che sarebbe fuori luogo per qualsiasi altro titolo, ma si rivela perfetto per un party game! Ci ritroveremo a vestire i panni di un gruppo di animali antropomorfi chiamati a ripulire una stazione spaziale infestata da alcuni alieni intenti a sporcare qua e là.
Le uniche armi a nostra disposizione saranno una scopa e un secchiello pieno d’acqua da utilizzare opportunamente per poterci liberare dagli alieni insettoidi a cui si accennava in precedenza. A dirla tutta il discorso relativo alla “trama” del gioco può tranquillamente esaurirsi qui, senza però che questo costituisca un difetto per il gioco.
Il cardine principale di ogni buon party game deve effettivamente essere la sua immediatezza e Out of Space è un ottimo esempio di questo particolare. Non ci verranno forniti dettagli su lore e contesto e in effetti non ce n’è alcun bisogno! Ciò che ci basterà sapere verrà liquidato in un paio di battute nel tutorial del gioco (qualora si scelga di giocarlo naturalmente), staremo letteralmente traslocando in questa nuova base spaziale e il nostro compito sarà tenerla in ordine, tanto basta per gettarci a capofitto nella pulizia.
La scelta di ridurre all’osso la narrazione implica che un paio di click saranno sufficienti per personalizzare la partita e tuffarci a capofitto nel gameplay, vero e proprio cuore pulsante di Out of Space!
Mi ci voglio specchiare dentro quando avrai finito!
Come anticipato, il vero e proprio fulcro di Out of Space è il suo gameplay, essendo a tutti gli effetti la narrazione ridotta all’osso. Il nostro compito sarà quello di tenere la nuova nave spaziale in cui ci stiamo trasferendo costantemente pulita, infatti la minaccia aliena che infesta la nave continuerà a riproporsi finché non sarà stata debellata del tutto.
Quello che però rende Out of Space più vicino a un gestionale che a un vero e proprio party game sarà la sua ciclicità e il modo in cui il gameplay diverrà man mano più complesso, andando a richiedere al giocatore di badare a sempre più mansioni per tenere ordine e arginare i nemici che continuano a sporcare la nave spaziale.
Si passerà infatti dal dover solamente continuare costantemente la nostra opera di pulizia con scope e secchi d’acqua al dover attivare man mano ogni singola stanza della nave spaziale grazie a delle apposite batterie, dopo un po’ poi dovremo anche tenere d’occhio gli indicatori di fame e sonno, per non rischiare di addormentarci di colpo o morire di fame.
Tutte queste mansioni saranno effettivamente risolvibili grazie a delle azioni molto semplici e sostanzialmente tutte uguali tra loro (ad esempio, per non morire di fame dovremo coltivare delle zucche da innaffiare costantemente con gli stessi secchi d’acqua col quale puliamo gli ingressi alle varie stanze), ma che andranno a formare un ciclo sempre più complesso quando andiamo a pulire una nuova stanza della nave spaziale e a montare al suo interno delle nuove strutture.
Ci saranno inoltre diversi livelli di difficoltà che si rifletteranno sulla grandezza della nave spaziale e di conseguenza sul numero delle stanze che dovremo tenere d’occhio. A tal proposito, l’anima da party game di Out of Space si riflette anche nel suo essere frustrante se giocato in solitaria: se volessimo tentare l’impresa, inizialmente ci sembrerebbe tutto semplice (e noioso) ma gli alieni e la loro sporcizia prenderanno ben presto il sopravvento.
Non è infatti un caso che sia il gioco stesso a sconsigliare il gioco in single player e ad armarsi prima di tutto di un gruppo di amici per avviare la nostra nuova impresa… di pulizie. Questa Couch Edition per console di Out of Space ha infatti il grandissimo pregio, come anticipato in apertura, di riuscire a proporre una divertente esperienza in multiplayer locale che si rivelerà più divertente per il fatto di riuscire a riunire un gruppo di amici che per la sua valenza ludica.
Tecnicamente… andrebbe ripulito…
Il comparto tecnico di Out of Space fa il suo lavoro, ma non fa certamente gridare al miracolo. Certo, non è assolutamente ciò che conta in un party game, ma ci si sarebbe aspettati di più per un semplice motivo: il titolo ha fatto il proprio debutto su Steam per approdare poi solo in un secondo momento su console di ottava generazione.
Il punto è che la versione presa in considerazione per questa recensione è quella PlayStation 5 quindi ci si potrebbe aspettare, essendo una versione apposita, quantomeno un supporto al controller DualSense che però è del tutto assente! Viene quindi spontaneo chiedersi: a che serve un’apposita versione next-gen? Allo stato attuale delle cose a nulla in effetti, a meno che Behold Studios non ci stupisca con futuri aggiornamenti.
Per quanto riguarda il vero e proprio comparto tecnico poi, dal punto di vista grafico lo stile cartoon e deformed rende l’esperienza molto piacevole alla vista e non presenta sbavature di sorta a parte qualche trascurabile compenetrazione; per quanto riguarda il sonoro invece, il tutto è accompagnato da sonorità molto gradevoli, ma trascurabili anche in questo caso dal momento che per la totalità del gameplay ci si ritroverà praticamente sempre a chiacchierare coi compagni di squadra per pianificare le prossime mosse.
In definitiva, Out of Space è un party game molto nella media, che riesce a far trascorrere qualche ora in compagnia e in allegria, ma purtroppo nulla di più. Dopo qualche ora di gioco inoltre, per la sua ciclicità non proprio azzeccata per il genere d’appartenenza, potrebbe spingere i giocatori stessi alla ricerca di altre esperienze simili, ma magari più divertenti nel complesso. Rimane inspiegabile la scelta di una versione apposita per next-gen che, a conti fatti, non innova nulla rispetto alla vecchia release.