È sempre interessante vedere come il medium videoludico subisca delle vere e proprie tendenze di massa, o mode passeggere, propinando ai videogiocatori periodi pieni di prodotti concettualmente simili tra loro. Ci siamo passati durante l’E3 2018, nel quale in rapida successione si sono avvicendati sul palco della manifestazione i teaser di Nioh 2, Sekiro: Shadows Die Twice e Ghost of Tsushima, dando vita a un’”era nipponica”; la storia si è ripetuta poi con le ambientazioni norrene col reboot di God of War, Assassin’s Creed Valhalla, Hellblade Senua’s Sacrifice e una miriade di produzioni minori con protagonisti i nerboruti vichinghi.
Appena qualche settimana fa ti abbiamo parlato di Saturnalia, un indie tutto italiano che unisce meccaniche roguelite ad ambientazioni e strutture da survival horror tendenti al dramma psicologico, con Paper Cut Mansion, l’oggetto di questa recensione, la storia si ripete! Siamo ormai da qualche anno nel momento d’oro dei roguelite, con produzioni che prediligono un loop di gioco impegnativo, ma soddisfacente (basti pensare a titoli del calibro di Hades e Returnal), che è stato rivisto ormai in tutte le salse con risultati più o meni brillanti a seconda delle idee di base e del team di sviluppo.
In Paper Cut Mansion ti avventurerai in un incubo a occhi aperti nel quale la mente ti giocherà brutti scherzi e in cui dovrai barcamenarti tra diversi piani onirici, un po’ alla Inception, in una inesorabile e brutale discesa verso l’Inferno! Basta chiacchiere però, c’è tanto da dire, iniziamo!
Una storia di fantasmi raccontata… da fantasmi!
La curiosità muove il mondo (a detta di molti) e sarà sempre lei a muovere anche le fila della trama di Paper Cut Mansion. Vestiremo i panni di un personaggio senza nome che si avventurerà nella più classica delle case del bosco da film horror per carpirne i segreti e fare luce sulle leggende che riguardano i fantasmi che la infestano. Il prologo del titolo ha un taglio fortemente cinematografico che deve tantissimo (praticamente tutto) alle opere di Henry Selick, il vero autore dietro Nightmare Before Christmas, nonché mente dietro il recente film Netflix Wendell & Wild.
Con una carrellata cinematografica infatti percorreremo il viale che ci porterà al cancello della misteriosa casa che, come da manuale, si chiuderà alle nostre spalle tagliandoci fuori dal mondo esterno e intrappolandoci tra le sue fatiscenti mura. A introdurci la vicenda, in puro stile Selick per l’appunto, sarà una riuscitissima canzone, che non farà altro che infittire il mistero sulla casa, facendoci intuire che per un mistero risolto ce ne saranno mille altri da scoprire.
A darci il benvenuto in casa saranno degli spiriti particolarmente amichevoli e dalle fattezze buffe che a tratti ricordano anche i calavera di Grim Fandango, che andranno istantaneamente a creare un riuscitissimo contrasto tra le atmosfere horror (mai troppo marcate però, nonostante qualche jumpscare il titolo non ha mai la reale intenzione di spaventare i giocatori) e i toni comici dei dialoghi. Il compito di questi fantasmi sarà non solo di aiutarci e farci muovere i primi passi in questa misteriosa casa, ma anche quello di metterci in guardia da alcuni loro colleghi trapassati intrappolati contro la loro volontà che si riveleranno ostili nei nostri confronti.
In realtà c’è poco altro da dire per quanto riguarda la trama, dal momento che la narrazione prosegue poi facendo luce sulla lore dei singoli personaggi, sbrogliata la matassa avremo un quadro più o meno completo del mistero generale che aleggia sul maniero abbandonato, ma avremo anche ampi spazi di margine per interpretare liberamente alcuni retroscena, potendoci dunque fare un’opinione personale sui personaggi e i motivi che li hanno poi spinti a trattenersi in questo limbo tra mondo terreno e regno dei morti.
Insomma, un’impostazione che sotto molti aspetti, tanto di trama quanto, come vedremo a breve, di gameplay che ricorda da vicino The Binding of Isaac, una delle principali fonti di ispirazione del gioco, nel quale alla fine di ogni run faremo luce solo su una parte del grande mistero generale che avvolge in un caso lo scantinato del povero Isaac e in questa occasione un’intera casa esplorabile su più piani esistenziali.
Eplora, combatti, muori, ricomincia!
L’impianto roguelite proposto da Paper Cut Mansion si declina in ben tre forme diverse, in quanto il nostro curiosissimo protagonista potrà esplorare tre diversi reami, ognuno rappresenterà una diversa variante della casa e sarà caratterizzato da regole e gameplay unici che rendono la formula abbastanza originale, proponendo soprattutto in un caso un’idea unica nel suo genere.
Nella versione standard della mappa infatti l’incedere degli eventi sarà caratterizzato dalla risoluzione di enigmi! Può sembrare strano, ma l’idea di portare avanti un roguelite risolvendo enigmi e missioni secondarie che ci verranno affidate dagli NPC funziona, e trasforma anche una semplice fetch quest in una piccola impresa resa più complessa dalle forme labirintiche di stanze e corridoi e dall’alternarsi dei tre reami visitabili.
La proposta ludica meno riuscita sta probabilmente nella versione glaciale della casa, nel quale ci toccherà recuperare oggetti e risolvere ulteriore enigmi tenendo però d’occhio la barra del freddo spettrale, trasformando quindi le nostre visite in corse contro il tempo. A cambiare radicalmente le carte in tavola e donare al titolo un animo leggermente più action è però la versione infernale della casa nella quale, armati di un bastone di zucchero (sebbene potremo anche contare su altri strumenti di morte avanzando) che fungerà da fucile a pompa, dovremo farci strada tra spiriti ostili.
Gli elementi roguelite del titolo risiedono principalmente nel sistema di potenziamento, affidato alla nostra… giacca! Risolvendo enigmi e battendo specifici nemici otterremo infatti delle spille, appuntandole sul nostro resistente indumento potremo ottenere buff passivi che andranno a determinare la nostra build per affrontare la run in corso come ogni roguelike che si rispetti.
Prendi carta e penna: si parla del comparto tecnico!
Per quanto riguarda il comparto tecnico, dobbiamo subito premettere che Paper Cut Mansion è un titolo indie, va però notato come, nonostante gli esigui mezzi a disposizione, il team di Space Lizard Studio sia effettivamente stato in grado di tirare fuori un prodotto molto gradevole tecnicamente, soprattutto grazie a una direzione artistica che ha puntato su uno stile bizzarro, ma perfettamente in linea col mood del gioco.
Graficamente ci ritroveremo davanti a una sorta di diorama realizzato in cartapesta, come suggerisce anche il nome del titolo stesso, con bordi spessi e sproporzionati che risultano volutamente poco precisi, ancora una volta i richiami alle opere di Selick sono evidenti, e funzionano alla perfezione perché riescono a rendere il tutto creepy, pur strappando qualche sorriso. Purtroppo, all’estetica gradevole e riuscita si accompagna un framerate non sempre all’altezza, con qualche calo soprattutto nel momento in cui le piccole stanze della villa in versione infernale si riempiranno di nemici.
Anche per quanto riguarda la colonna sonora, ormai te lo aspetterai di sicuro, gli autori hanno preso a piene mani dai lungometraggi citati in precedenza con tracce fortemente ispirate alle sonorità tipiche dei prodotti a tema Halloween, nulla di particolarmente memorabile, sia chiaro, ma sicuramente un accompagnamento gradevole, fattore indispensabile per accompagnare al meglio il loop di gameplay proposto da un roguelite.
In definitiva, Paper Cut Mansion è un titolo che omaggia nel migliore dei modi le fonti da cui trae ispirazione dal punto di vista grafico e sonoro, e in quanto a gameplay propone un loop da roguelite interessante, non eccellente di sicuro, ma pur sempre un esperimento riuscito! Consigliato soprattutto agli amanti dei roguelite che vogliono scoprirne una nuova declinazione e a chi è in cerca di un’esperienza inedita.