I greci avevano una parola, un’unica parola, che tradotta diventa approssimativamente “fare un passo indietro per caricare con più forza”. Spero sia proprio a questo modo di pensare che si sia ispirata Game Freak per il nuovo capitolo del loro brand di punta, ma ci torneremo alla fine della recensione.
I Pokémon
Qui ne avremo 150 (+1 ottenibile solo con l’acquisto della pokeball plus con annesso lancio dell’anatema che uccide). Il gioco sarà infatti in tutto e per tutto, o quasi, un remake della prima generazione. Non dei due più famosi capitoli Rosso e Blu, no no, ma del meno conosciuto, almeno nella mia infanzia, Pokémon Giallo.
Sono loro i veri protagonisti, non prendiamoci in giro. Sono delle creature fantastiche, ognuna dotata di speciali caratteristiche e personalità, ed ora mai come prima potremo interagire con loro. Avremo infatti costantemente sulla nostra spalla una delle mascotte simbolo dei due giochi ed un ulteriore mostro tascabile scelto dalla nostra squadra di 6 che potremo far scorrazzare libero per il mondo con noi (ah, e non voglio spoilerare nulla, ma alcuni saranno davvero assurdi, potremo cavalcarli, in terra ed in cielo). Ci troveremo seguiti da amici questa volta della giusta scala, non come HG e SS, con piccoli compagni come Oddish o giganti di kanto come Onix o Snorlax. Ci sarà anche la gradita possibilità di avere il Box del PC sempre nel nostro zaino e poter cambiare squadra a piacimento, ma senza chiaramente la possibilità di curare i Pokémon depositati.
Oltre ai nostri Pokémon saranno sempre visibili sulla mappa anche quelli selvatici, che a differenza del passato spowneranno davanti ai nostri occhi (non ce ne sarà mai un numero troppo elevato su schermo, ma ogni tot passi ne scomparirà qualcuno per far posto ad altri), dandoci così la possibilità di scegliere quale mostro provare a catturare, senza dover affrontare centinaia di incontri casuali per ottenere quelli più rari.
Chiaramente il gioco conterrà per ogni versione dei Pokémon unici, da poter scambiare tra amici favorendo l’interazione in realtà abbastanza povera tra le due versioni di gioco
Primo esame passato a pieni voti.
Il Gameplay
Il gioco è divertente, togliamoci questo dente e diciamolo: Game Freak aveva già provato in passato a creare capitoli spinoff della serie, con scarsi risultati, ma qui invece tutto funziona più o meno bene.
Ritornando alla prima generazione alcune caratteristiche degli ultimi giochi sono venute a mancare, come le abilità specifiche dei singoli Pokémon: ad esempio la possibilità dei tipi elettro di essere totalmente immuni agli attacchi dello stesso tipo, che potevano rendere alcuni dei mostro più deboli comunque appetibili.
Ma non finisce qui, perché non sarà più possibile dare uno strumento al proprio amico di avventure, il che ridurrà ancora di più le scelte tattiche possibili per ogni scontro, riducendo la scelta di chi mandare un campo principalmente ad un mero “acqua batte fuoco“.
Sono rimasti però tutti i tipi introdotti negli anni, come l’acciaio, il folletto e il tipo buio, dando almeno in questo caso una maggior possibilità di scelta per il proprio team building, così come le megaevoluzioni, che danno comunque quel qualcosa in più al remake.
Ma il cambiamento più grande, quello che tutti temevano, o almeno la maggior parte dei fan di vecchia data, è il nuovo sistema di catture preso da Pokémon Go, brand capace di minare le sicurezze della Pokémon Company. Eh sì. Ora non ci saranno più le battaglie coi Pokémon selvatici (tranne rare e speciali occasioni), ma si andranno direttamente a catturare i mostriciattoli tramite il lancio delle pokeball e l’utilizzo di alcune bacche, che potranno aumentare la possibilità di cattura, far muovere più lentamente il pokémon avversario o aumentare le chance di ottenere ricompense dopo la cattura.
Per lanciare le ball avremo tre opzioni: usare la pokeball plus, usare uno dei 2 joycon o, se giochiamo in portatile, premere semplicemente il tasto A.
La prima modalità è abbastanza appagante, la ball reagisce bene ai nostri movimenti e difficilmente andrà lontano da dove avevamo intenzione di lanciarla; la seconda invece, il joycon, ha un funzionamento diabolico, neanche conto più le volte in cui ho tentato di acchiappare un pokemon sul lato sinistro dello schermo e la ball veniva lanciata direttamente nel lontano west, recapitata ad un certo Arthur Morgan. Per quanto riguarda la modalità portatile, invece, è senza infamia e senza lode. Alla fine fa il suo dovere e non ha nessun tipo di imput lag, ma il divertimento scende quasi a zero eliminando di netto una delle meccaniche su cui puntava Game Freak, ovvero farci sentire davvero degli allenatori in giro per il mondo di Kanto.
Da segnalare poi un sistema di punteggi che ci vengono assegnati da scena muta ad eccezionale, sistema che dovrebbe farci capire quando abbiamo effettuato un lancio con alte probabilità di cattura. Anche qui però la realtà è ben diversa, più del 50% dei lanci eccezionali sono stati inutili, mentre la maggior parte delle catture è avvenuta grazie a lanci pessimi o quasi.
La Storia
Rispetto al capitolo originale la storia di base è cambiata ben poco. Il nostro obiettivo sarà sempre quello di arrivare alla lega e diventare campioni di Kanto.
Avremo però delle incursioni dei meravigliosi Jessie e James, purtroppo poche e soprattutto marginali, tanto che verso la fine del gioco avevo dimenticato ci fossero anche loro.
Nota positiva invece per la presenza di tutti e tre gli allenatori “classici”: Rosso, Blu e sì, anche Verde, praticamente sconosciuto qui in Italia a causa del mancato approdo dell’omonimo capitolo della serie. Anche loro però, oltre a qualche linea di dialogo e qualche battaglia (per la maggior parte Blu, a dirla tutta), non trovano spazio in questo capitolo della serie.
Ma in fin dei conti, tranne un paio di capitoli, la storia in Pokemon è sempre stata molto semplice e scorrevole.
Tecnicamente parlando
Il gioco è bello, i colori sono sgargianti ed i Pokémon sono ricostruiti con un 3D davvero ottimo, cosa già vista su Nintendo 3DS, ma che non riusciva ad esprimersi davvero a causa delle limitazioni della piccola console portatile, trovando su Switch la sua nuova dimensione.
Non è perfetta, sia chiaro, la mappa è ancora costruita in quadrati, probabilmente per restare fedeli allo spirito originale del titolo, e le animazioni dei personaggi in gioco non sono nulla di eccezionale anche se funzionano a dovere.
Discorso diverso per quelle dei Pokémon. Lì non ci siamo proprio.
Dovevano osare di più, si sentono i limiti di tempo e voglia degli sviluppatori. Non è possibile, ad esempio, che due Pokémon diversi come Blastoise (per chi non lo sapesse è una tartaruga enorme armata di cannoni) e Golduck (una papera con tanto di rubino incastonato sulla fronte) sparino i loro Idropompa dalla pancia. Assolutamente no.
Tranne rari casi, la maggior parte dei mostri condivide le stesse animazioni per singola mossa, rendendo tutto più piatto e asettico del necessario.
Carine invece le telecamere durante gli scontri, che nei momenti di attesa andranno a farci vedere diverse angolazioni e particolari dello scontro stesso.
Per quanto riguarda il framerate è assolutamente stabile sui 30 in fisso, anche durante lotte ed apparizioni di svariati mostri selvatici. Un po’ ballerino invece purtroppo in portatile, dove di tanto in tanto si scenderà, solo per qualche frazione di secondo c’è da specificarlo, ben al di sotto dei 15 frame.
La Difficoltà
Questo è un paragrafo che mi colpisce molto. Non che Pokémon sia mai stato un gioco impossibile, ma vuoi per il maggior numero di Pokémon e tipi, vuoi per gli strumenti da fargli tenere e per l’essere sempre più user friendly nel corso degli anni, la serie stava effettivamente diventando sempre più facile ed accondiscendente ai desideri dell’utenza.
Questa facilità di fondo sarà aumentata ancora? No, assolutamente, anzi.
Il gioco ci dà praticamente la possibilità (implicitamente) di scegliere tra due modalità, facile o normale. Come fare? Presto detto, per avere la prima basterà combattere con sempre al nostro fianco la mascotte del titolo, quindi Pikachu o Evee, che ci saranno dati dal professor Oak. Per l’altra difficoltà basterà metterlo nel box il prima possibile.
Le due creature affidateci dal professore sono dei mostri veri e propri, con statistiche di molto superiori alla loro specie e con mosse uniche capaci di: causare sempre brutto colpo, scottare, paralizzare, rimettere vita e congelare l’avversario. Sempre al 100%, terrificante. Arceus non saprebbe fare di meglio (o di peggio).
Se invece metteremo da parte il nostro primo amico (ma tranquilli, sarà sempre visibile su di noi e interagirà con l’ambiente circostante rivelandoci gli oggetti nascosti e dandoci doni di tanto in tanto) avremo una gran bella avventura. Gli allenatori avversari avranno creature sempre al giusto livello e che sapranno metterci in difficoltà. Con l’aggiunta nei percorsi dei Coach, degli speciali NPC che ci sfideranno con una squadra nettamente più forte della media del percorso che stiamo battendo e che utilizzeranno delle tattiche ben più complesse dei normali Gennaro Bullo di turno, così come i capi palestra, anch’essi ben preparati e combattivi.
C’è inoltre da dire che per invogliare ancora di più il giocatore a catturare quanti più Pokémon possibili, le vittorie negli scontri daranno davvero pochi punti exp rispetto al passato. Invece le catture daranno bonus su tutti i fronti, potendo ottenere tramite specifici eventi, come ad esempio il catturare di seguito più e più volte lo stesso Pokémon, il farlo al primo lancio e magari con un voto di Eccezionale, migliaia e migliaia di punti esperienza uniti alle caramelle. Anche questa è una nuova meccanica tramite la quale, dando ad Oak tutti i Pokémon in eccesso che ci troveremo ad avere viste le numerosissime catture, il gioco ci farà ottenere appunto caramelle, tutte diverse in base al mostro restituito, e che potranno aumentar a dismisura ogni parametro dei nostri compagni di avventura.
Post Game
La nota più dolente.
Una volta battuta la lega avremo davvero ben poche cose da fare, come prendere i tre uccelli leggendari presenti nella cartuccia (sempre se non li avete presi prima, cosa assolutamente fattibile e provata dal sottoscritto), accedere alla grotta celeste per catturare il mitico MewTwo, cercare Rosso e Verde per poterli sfidare (che sarà sempre una grande emozione), rifare quotidianamente il giro delle palestre per far capire sempre chi comanda in quel di Kanto. Oltre alla nuova meccanica da me detestata degli esperti Pokémon, pazzi che appariranno dopo la sconfitta dei super quattro in giro per la mappa e che vi sfideranno ad un incontro 1 Vs 1 senza la possibilità neanche di utilizzare strumenti, potendo mettere in campo solo il loro stesso Pokemon, portato a livelli terribili (vedi Oddish a livello 70 o Pidgey al 65) il tutto per avere dei particolari encomi quando andremo a curare i nostri poket monster.
Desolante.
Online
Anche qui nulla di particolare, il titolo non tenta di nascondere la sua natura da gioco non ufficiale della serie, non introducendo nessun tipo di competitivo, ma dando la possibilità di scambiare Pokémon con amici, che si possono trovare con l’utilizzo di scomode password. C’è inoltre la possibilità della lotta in singolo e doppio, su cui non ho nulla da dire tranne che i server funzionano generalmente bene, generalmente.
Particolare attenzione è stata data all’interazione con Pokemon Go, dal quale potremo portare tutti i Pokémon di Kanto già catturati su dispositivo mobile ed ottenere una nuova creatura, introdotta proprio per questo remake.