Dal punto di vista videoludico, il 2022 si sta rivelando uno degli anni più intensi dell’ultimo periodo! Il lancio di God of War Ragnarok è ormai alle porte e decreterà la chiusura di una saga quasi ventennale, negli ultimi mesi poi migliaia di Senzaluce in tutto il mondo si sono persi nelle lande dell’Interregno di Elden Ring, per non parlare del lancio di altri colossi come Horizon Forbidden West o l’imminente arrivo della nona generazione Pokémon con la nuova coppia di titoli Scarlatto e Violetto.
In tutto questo impetuoso fiume di nomi memorabili, c’è però qualcosa che mi inorgoglisce davvero tanto, e riguarda il successo di un’industria italiana più viva che mai! L’anno scorso, l’attesissimo Baldo si è rivelato una delle più scottanti delusioni di sempre nel medium videoludico, quasi a voler riscattare i prodotti nostrani invece quest’anno Soulstice si è rivelato uno dei videogiochi più interessanti a livello globale, e Saturnalia, l’oggetto di questa recensione, riesce quasi a raddoppiare l’impresa.
Sviluppato dalla software house italiana Santa Ragione, Saturnalia è un horror indie dal concept decisamente unico e originale, che unisce il genere del survival horror a quello del roguelite, ormai sulla cresta dell’onda e onnipresente da qualche anno e in tutte le salse nel medium videoludico. Un titolo non particolarmente ambizioso, conscio dei propri limiti e anzi, capace di prenderli e trasformali in punti di forza che, seppure con qualche sbavatura, riesce a centrare alla perfezione gli obiettivi che gli sviluppatori si erano prefissati!
“Bisogna morire, bisogna morire…”
Saturnalia mette subito in chiaro le premesse dalle quali parte la trama con poche didascalie, semplici, ma efficaci, così da evitare fin dalle prime battute l’effetto spiegone che affligge buona parte degli indie narrativi. Ci viene raccontato che Anita Giannini ha vissuto per circa un anno nella cittadina (immaginaria, al contrario di altri luoghi presenti e citati nel gioco) sarda di Gravoi per dei sopralluoghi sulla miniera del paese.
Nel corso di quest’anno la vita di Anita è trascorsa accompagnata da una burrascosa relazione con un uomo già sposato, da cui aspetta un bambino. Nei primi istanti di gioco infatti la donna sta facendo ritorno al paesino per comunicare la notizia al suo amato, raccogliere le sue cose, e lasciarsi alle spalle Gravoi, ma non tutto andrà come previsto. Il borgo infatti al nostro arrivo sarà completamente deserto, evento giustificato dal fatto che tutti i paesani siano in chiesa per la festività invernale dei Saturnali, eppure fin da subito il silenzio che serpeggia tra le stradine di Gravoi ci sembrerà innaturale…
Ben presto calerà una misteriosa notte su Gravoi concludendo il prologo del gioco e portandoci nel vero e proprio cuore dell’avventura con una macabra litania che in italiano recita: “Bisogna morire, bisogna morire…”, come un invito alla violenta rinascita auspicata dai Saturnali. Conclusa la messa dei Saturnali, Anita si metterà in cammino verso la chiesa del paese, ma raggiungerla non sarà semplice come previsto.
Le vie di Gravoi infatti si riveleranno ben più intricate del previsto, e se inizialmente l’unica difficoltà sarà orientarsi al buio, ben presto scopriremo di non essere soli tra questi vicoli, e che una presenza inquietante è sulle nostre tracce. Concludo qui con la narrazione per evitare spoiler, sappi che la chiarezza e semplicità espositiva iniziale non è dovuta a una povertà di idee e premesse, anzi, al gioco piace raccontarsi pian piano e riesce a mettere in piedi un mosaico di eventi e intrecci particolarmente complesso, ma sempre chiaro se il giocatore ha pazienza di districare i nodi.
Anita Giannini infatti non sarà l’unica protagonista del quale vestiremo i panni, anzi, potremo prendere il controllo di ben quattro diversi personaggi, la cosa interessante di Saturnalia è che, a livello narrativo, i quattro non saranno intercambiabili, e anzi, ognuno avrà le proprie ragioni per trovarsi a Gravoi, la propria storyline da concludere e i propri obiettivi. Quando parlavo di “mosaico di eventi” dicevo in senso letterale! Indizi, dialoghi, stralci di giornale… tutto verrà inserito in uno schema che vedrà punti inizialmente isolati intrecciarsi tra loro e costruire la lore di Gravoi, del suo passato e delle persone che la abitano; ricostruendo il tutto capirai che nella “tranquilla” cittadina nulla è come sembra…
Roguelite al cardiopalma!
Come anticipato, il roguelite negli ultimi anni è stato reinventato in una varietà di modalità impressionante, ma devo dire (da appassionato del genere) che il modo in cui Saturnalia reinterpreta questo particolare genere accostandolo al survival horror è davvero originale! I vicoli di Gravoi, inizialmente spettrali e silenziosi, ma disabitati, si animeranno ben presto di una creatura mascherata che ci darà la caccia e da cui dovremo sfuggire mentre la trama progredisce tramite enigmi ambientali alla Resident Evil e sblocco di informazioni varie per sbloccare gli obiettivi successivi.
I nostri protagonisti però non saranno intoccabili, e anzi, si ritroveranno spesso in netto svantaggio rispetto all’antagonista, in una sorta di gameplay asimmetrico in stile Dead by Daylight nel quale la presenza bestiale si rivelerà soverchiante nei confronti dei nostri poveri protagonisti. Non potremo però scegliere liberamente di chi vestire i panni, passeremo da un personaggio con una successione predefinita all’altro solo nel momento in cui chi stiamo controllando viene catturato.
Il nuovo personaggio che controlleremo avrà la possibilità, per una volta sola, di salvare il suo predecessore che potrà così tornare in gioco. Una seconda cattura però si tradurrà in una condanna istantanea e dovremo definitivamente passare al successivo; una volta che tutti e quattro i personaggi saranno stati eliminati nella run in corso, la vera anima roguelite del gioco si rivelerà.
Proprio come alle scale di Hogwarts, ai vicoli di Gravoi “piace cambiare” e a ogni run ci ritroveremo davanti a una cittadina profondamente diversa nella sua composizione. Una caratteristica non da poco, dal momento che una volta che avremo imparato a muoverci per queste stradine oscure (non senza fatica) ci ritroveremo a imparare da zero questo mini dungeon nel quale imboccare il vicolo sbagliato può tradursi in un incontro spiacevole che porterà al game over.
Tuttavia, Saturnalia è alquanto clemente coi giocatori, motivo per il quale lo consideriamo roguelite e non roguelike, in quanto consente di mantenere parecchi particolari tra una run e l’altra come scorciatoie e informazioni utili che ci permetteranno di abbreviare non poco le varie fasi investigative dei quattro protagonisti. A tal proposito, una volta completata la run di un personaggio e svelato il suo finale, esso resterà sbloccato, e perderne il controllo durante la partita non si tradurrà più in un evento particolarmente problematico, ma potremo serenamente svelare i segreti dei restanti comprimari.
Tuttavia, per quanto il risultato globale sia apprezzabile, va comunque specificato che il titolo presenta comunque alcune criticità. Gran parte delle interazioni infatti può risultare legnosa e l’anima da roguelite, ripetitiva per natura, si rivela purtroppo meno brillante nel complesso e, al contrario di prodotti simili, potrebbe anche annoiare dopo poche ore, non abbastanza per arrivare a far luce sul quadro generale dei misteri di Gravoi e dei personaggi.
Uno stile unico e tutto italiano!
Per quanto riguarda il comparto tecnico, incredibilmente Saturnalia si rivela uno dei titoli più sperimentali e originali degli ultimi anni! Il comparto grafico minimale, che si presenta con un’interessante alternanza tra il bianco e nero di elementi come personaggi e strutture e i colori accesi del cielo e di alcune vetrate, cela in realtà uno studio e un impegno non indifferenti nel riproporre complesse tecniche di animazione come la stop motion e il rotoscopio che rendono la legnosità dei movimenti di personaggi e camera (legati probabilmente al budget produttivo) un valore aggiunto e perfettamente integrato nel complesso e che dona un colpo d’occhio estremamente piacevole!
Anche per quanto riguarda effetti sonori e colonna sonora, Saturnalia è un sorprendente orgoglio italiano, con canti e sonorità tribali ripresi dalla tradizione sarda e un discreto uso dell’audio spaziale, fondamentale per la buona riuscita di un horror che si rispetti! Una menzione d’onore va sicuramente al brano che introduce il gioco dopo il prologo, una melodia che difficilmente si riesce a dimenticare!
In definitiva, Saturnalia è un titolo dalla forte identità e caratterizzazione che vuole rompere gli schemi dei generi da cui prende spunto e creare qualcosa di completamente nuovo, in parte ci riesce anche, ma purtroppo la formula risulta ancora un po’ acerba e leggermente legnosa andando a inficiare la godibilità generale.