A volte un gioco aspira ad una forma d’arte così alta da scatenare letteralmente una tempesta di emozioni. Facendo ricordare a noi stessi di avere e provare emozioni, di essere di carne e ossa, ma soprattutto cuore. A volte un videogame è più di quel che sembra, ed è proprio di questo caso specifico che parleremo oggi. Un gioco che mette a nudo la nostra vera natura e ci fa scontrare con i “mostri” che si nascondo in noi. Parleremo del senso della vita, e di alti valori come l’onore, il coraggio, ma soprattutto l’umiltà.
E’ direttamente dalla penna di Mary Shelly, autrice britannica di inizio ottocento, che prende ispirazione la software house indipendente La Belle Games creando un titolo che ha curato come un figlio. Direttamente dal classico letterario senza tempo di stampo gotico Frankenstein (o nuovo Prometeo) che nasce il progetto The Wanderer Frankenstein’s Creature.
Oggi è proprio di questo titolo che parleremo, ovvero The Wanderer Frankenstein’s Creature. Il progetto è stato sviluppato (come citato prima) dalla piccola software house indipendente europea La Belle Games (formata da sole 3 persone), in collaborazione con il publisher ARTE.
Il gioco narra appunto delle avventure della “creatura”, ovvero il nuovo Prometeo, e segue la linea narrativa del capolavoro della scrittrice britannica Mary Shelly. Ma il gioco non si limita solo a una bieca narrazione, bensì ci immerge in un profondo viaggio nell’introspezione umana, focalizzandosi sul senso della vita stessa, raccontandoci la storia dal punto di vista della “creatura”. Ma andiamo con ordine.
All’inizio c’era il nulla… poi la luce:
Il gioco inizia nella più candida luce bianca, un testo che rimanda a tratti della Genesi “prima c’era il niente… poi la luce“. La creatura aprirà i suoi occhi e inizieremo la nostra avventura. Qui potremo vedere la “creatura” in tutta la sua interezza, come una figura snella ma al tempo stesso grottesca, con il volto coperto e dai movimenti sgraziati. Ci potremo muovere molto lentamente all’inizio mentre vagheremo in una stanza grigia che prenderà lentamente forma come acquerelli su una tela bianca man mano andremo avanti ad esplorare la zona.
Lentamente la creatura prenderà coscienza di sé, anche se i dettagli che ci fornirà saranno davvero pochi. Sempre lentamente man mano che proseguiremo con l’esplorazione dell’ambiente circostante gli scenari cambieranno, i “disegni” da prima cupi, tetri e grigiastri prenderanno lentamente colore, per finire con l’esplodere di una natura variopinta che sembra comunicare tutta la purezza e il buono che c’è in natura. Da qui inizieremo il nostro viaggio.
Umano… buono?
Proseguendo nell’avventura la nostra creatura farà conoscenza con l’essere umano. Dapprima si limiterà a giocare in maniera innocente con dei bambini, ma essi in poco tempo riveleranno la loro vera natura, conducendoci con l’inganno al cospetto di una folla spaventata e inferocita che vorrà farci la pelle a suon di bastoni, pietre e forconi. Alla nostra creatura non rimarrà altra scelta che ruggire per spaventarli e mandarli via, o reagire alle minacce e le percosse, ma qualora sceglieremo quest’ultima via le cose non saranno di certo gradevoli.
Gameplay
Il gioco si presenta come un’avventura grafica punta e clicca, con possibilità di azioni a scelta multipla, tutte le azioni o le decisioni che prenderemo durante il gioco avranno delle considerevoli conseguenze sia in bene che in male, potremo comportarci quale il mostro che siamo e abbandonare la nostra anima e la nostra umanità, o scegliere di guardarci dentro, scrutare ogni minima sfaccettatura di quei buffi esseri chiamati umani, e forse riscoprirci più simili a loro di quanto loro non sappiano essere fra di loro.
La narrazione scorre fluida, e si mescola perfettamente con la grafica “acquerellosa” che sembra uscire da un vero dipinto. Il tutto è accompagnato da un comparto sonoro degno di nota, che sa dare importanza ai momenti giusti che vivremo insieme alla nostra creatura. Il titolo inoltre presenta svariati finali multipli, cosa molto interessante che varia dall’opera letterale originaria (che a rigor di logica ha un solo finale) facendo quindi scegliere il finale giusto ad ogni gusto di giocatore.
Grafica
Voglio soffermarmi poi sull’incredibile grafica che questo modesto seppur geniale titolo offre. Rare sono state le volte che ho visto dettagli così ispirati e attenti al comparto grafico nella produzione di un gioco (basti pensare ad opere che puntano tutto su questo genere di aspetto come To the Moon). A partire dal menù di gioco ci troveremo come immersi in un opera d’arte, che si muove sinuosa e a tratti si nasconde dall’occhio umano, per poi esplodere in tutta la sua magnificenza in un tripudio di colori pastello che appaiono e si espandono come gocce di colore intrise nell’acqua su di una tela vergine. Una grafica semplice ma al tempo stesso articolata e variopinta che fa strabuzzare gli occhi del giocatore e fa provare davvero emozioni con il solo semplice uso dei colori.
Sonoro/Audio
La colonna sonora è eccellente. Non troppo invasiva, ma mai scontata, leggera nei momenti opportuni, ma calzante e a tratti opprimente nei momenti più tristi e cupi. Il comparto tecnico sonoro si lega perfettamente alla narrazione generale della storia e all’artisticità del comparto grafico, accompagnandoci in ogni momento della nostra avventura.
Considerazioni finali
Mi sentirei mai di consigliare questo titolo ad un qualsiasi giocatore? Assolutamente sì! The Wanderer Frankenstein’s Creature è un’opera sublime, si discosta molto dai classici canoni stilistici del genere, creandosi una piccola nicchia a se stante anche nel mondo degli indie, è un titolo che riesce a fa emozionare chi lo prova, ed affascinare il videogiocatore più prevenuto. Un titolo che punta tutto sulla narrazione e sul lato artistico più puro del termine facendo anche riflettere mentre si gioca, sia sul senso stesso della vita che sul comportamento e sui valori che ci rendono esseri umani.
Credo che oltre a intrattenere e far emozionare, questo “semplice” gioco riesca anche ad insegnare. Oltre i principali valori morali del giusto e sbagliato, The Wanderer Frankenstein’s Creature riesce benissimo anche ad approfondire il romanzo letterale di una delle opere moderne più iconica dei nostri tempi.