La fine della gloriosa era di Guitar Hero ha senza dubbio lasciato migliaia di orfani appassionati di quel concept videoludico così originale e adrenalinico. La serie pubblicata da Activison, nata in casa Harmonix e che ha visto poi avvicendarsi allo sviluppo nomi illustri come Vicarious Vision e Neversoft, ha tenuto banco dal 2005 al 2010 per poi iniziare un lento declino che l’ha portata ad arenarsi col fallimentare Guitar Hero Live del 2015.
Il concept era semplice, ma efficace: semplificare il complesso sistema dei cabinati rhytm game per poter permettere agli utenti di avere un’esperienza casalinga che fosse il più movimentata possibile e lontana dalla staticità del semplice controller, il tutto condito da una spolverata di rock, che non fa mai male. A regalare una, è il caso di dirlo, nota positiva alla serie era l’ironia intrinseca del tutto: grafiche accattivanti, sistema fortemente arcade e voglia di rendere il couch gaming co-op in grado di portare il gruppo a un vero e proprio cameratismo da rock band.
Uno dei motivi per cui il già citato Guitar Hero Live è stato così poco apprezzato è stato tradire i due capisaldi della serie, l’immediatezza e l’ironia, rendendo il gameplay leggermente più macchinoso (e meno stiloso) e dando una direzione più seriosa alla produzione. Di sicuro, gli sviluppatori di casa Anotherway hanno imparato la lezione da questo fallimento e hanno raccolto nel migliore dei modi l’eredità di Guitar Hero confezionando Unplugged – Air Guitar, l’oggetto di questa recensione, un titolo magari non perfetto, ma sviluppato con tanto cuore e tantissima voglia di rievocare tramite VR l’era delle rock band virtuali.
Lanciato già nel 2021 su Oculus Quest, il gioco è tornato con un nuovo porting che accompagna il lancio di PlayStation VR2 (di cui puoi leggere qui la nostra recensione) e aggiunge un ottimo titolo che farà la gioia dei casual gamer e di chi cerca una produzione che lo aiuti a entrare nel mondo della realtà virtuale e muovere i primi passi con un gioco in cui non sia necessario combattere col rischio di chinetosi. Analizziamolo nel dettaglio!
Trame? Il rock non ha bisogno di trame!
Come prevedibile, il gioco non conta su una vera e propria trama, l’intero contesto narrativo, se così vogliamo chiamarlo, si esaurirà nel corso di un breve tutorial nel quale il nostro maestro e guru ci introdurrà al mondo del rock e… ai comandi di gioco. Fin dalle prime battute però Unplugged – Air Guitar vuole mettere in chiaro il suo stile folle e sgangherato.
Con una divertentissima strizzata d’occhio a quel piccolo capolavoro del trash (ma nemmeno troppo) che è Tenacious D e il destino del rock, in cui Ronny James DIO prende vita in un poster per “mostrare la via” al giovane Jack Black, a iniziarci al mondo delle air guitar sarà il poster di Russ “Satchel” Parrish, chitarrista della band glam metal statunitense Steel Panther, che prenderà vita e ci spiegherà i comandi di gioco.
La “trama” finisce qui, nel punto esatto in cui inizia la nostra scalata verso il successo! Un senso di progressione della nostra leggenda però ci sarà in effetti, accumulando esperienza e di conseguenza fama attraverso le nostre esibizioni avremo accesso a locali sempre più grandi e in voga in cui esibirci, una vera e propria Stairway to Heaven, una scalata verso il successo che ci farà rivivere le atmosfere dei momenti di gloria del rock.
Tutto bellissimo, ma non tutto rose e fiori. Purtroppo c’è da riscontrare una significativa carenza di contenuti tanto nel gioco base quanto nei pacchetti di DLC; una carenza che si può riscontrare sotto due fronti: qualitativo e quantitativo. Ovviamente, non stiamo parlando di un brand con un nome forte come quello di Guitar Hero e le licenze sono costose, oltre a qualche punta di diamante come My Sharona dei The Knack e Are you gonna be my girl? dei Jet, molte tracce che potremo suonare si riveleranno abbastanza di nicchia e riservate agli appassionati. Sicuramente sono canzoni che faranno la gioia di questi ultimi, ma che difficilmente riusciranno ad attirare anche chitarristi “di passaggio” che guardano più all’aspetto gaming che a quello musicale.
Unplugged – Air Guitar non ha nemmeno bisogno di strumenti!
Il gameplay di Guitar Hero è diventato iconico anche grazie al suo hardware: chitarre, a cui poi in Band Hero si sono affiancate batterie, tastiere e microfoni, con sempre la medesima colorazione che è diventata un marchio di fabbrica del brand. Unplugged – Air Guitar invece trae le sue origini dal fenomeno delle air band e quindi abbatte completamente la necessità di qualsiasi tipo di hardware aggiuntivo al visore e ai suoi controller.
Il tutto è davvero semplice e immediato: una volta che avremo letteralmente imbracciato la nostra chitarra, la mano destra sarà delegata al movimento col plettro, mentre la sinistra, ovviamente, all’esecuzione degli “accordi”. Ogni tasto del ponte potrà essere premuto tramite un apposito tasto del controller, e i Sense Controller nel caso di PlayStation VR 2 si sposano alla perfezione con questa tipologia di gameplay, permettendo di simulare nel migliore dei modi movimento della mano e posizione delle dita.
Proprio come accade in Guitar Hero poi alle difficoltà più basse si partirà con appena due tasti da premere, il numero di tasti da tenere in considerazione però aumenterà ai livelli di difficoltà più alti, e le tracce si arricchiranno di note a cui pensare. Purtroppo però, anche in questo caso, non è stato tutto reso nel migliore dei modi, e anche il gameplay presenta dei difetti.
In particolare, ho riscontrato parecchie sbavature sul riconoscimento spaziale di plettro e chitarra, soprattutto quando ho provato ad approcciare il gameplay da seduto: spesso la chitarra risulterà più distante del dovuto e il movimento del plettro non andrà a toccare le corde come dovrebbe, questo si traduce in alcune note suonate a vuoto con conseguenze ovviamente negative sul punteggio di fine esibizione.
Proprio come accadeva in Guitar Hero poi, accumulare troppi errori significherà abbandonare il palco prima della fine dell’esibizione, pertanto il punteggio complessivo sarà sempre un fattore fondamentale ai fini del gameplay, e non farà particolarmente piacere vedere il punteggio scendere a causa di un errore del gioco.
Comparto tecnico glam rock!
Per quanto riguarda il suo comparto tecnico, potremmo definire Unplugged – Air Guitar un titolo minimale, ma non per questo meno efficace, anzi! La grafica del gioco punterà tutto su flash ed effetti al neon non solo per accompagnare le note, ma anche per andare a delineare le fattezze del nostro strumento musicale, una scelta stilistica che ho trovato davvero azzeccata e in linea con il concept di gioco; un peccato però che questo minimalismo si rifletta anche sui vari stage, poco caratterizzati, e sul pubblico sempre rappresentato da una anonima folla di sagome.
Una scelta che senza dubbio vuole esaltare il cardine del gameplay, ovvero il comparto sonoro: ovviamente il titolo conta su un’ottima colonna sonora, sebbene soffra, come già anticipato, del fatto di proporre molte tracce “di nicchia” e poche hit, che comunque sarà sempre una gioia suonare e risuonare (personalmente, credo di aver risuonato circa cinque volte di fila My Sharona, l’adrenalina di qeull’assolo vale il prezzo del biglietto!); vengono resi molto bene anche i rumori ambientali: negli assoli eseguiti meglio il boato del pubblico ci avvolgerà letteralmente, dandoci l’impressione senza pari di essere realmente su un palco a esibirci per una folla esultante.
In definitiva, Unplugged – Air Guitar è un titolo estremamente divertente e coinvolgente, soffre però di alcuni difetti come una leggera povertà nei contenuti; spero vivamente che possa diventare un brand capace di risollevare le sorti di una branca del gaming molto specifica, ovviamente una serie che parte come dedicata alla realtà virtuale non potrà mai aspirare a raggiungere i livelli dei suoi illustri predecessori, ma potrebbe diventare un marchio abbastanza affermato da poter includere nelle iterazioni successive, anche tramite DLC, brani che possano attirare un pubblico sempre crescente.