Buon pomeriggio! Ieri sera ho terminato la lettura di un libro a carattere psicologico: Le famiglie ricomposte. Presa in carico e consulenza. (1999, Raffaello Cortina Editore)
L’autrice, Chantal Van Cutsem, condivide l’ottica sistemico-relazionale e racconta brevemente alcuni casi clinici aventi per protagoniste le famiglie che nascono da una pregressa separazione, da un divorzio oppure da un lutto.
Il libro nasce dal desiderio di comprendere se sia possibile ricomporre una famiglia felice dopo uno strappo con il nucleo precedente e per far ciò, si parte dalle dinamiche che hanno caratterizzato la coppia pre-separazione. Quali valori si sono condivisi? Come è avvenuto il passaggio da coppia a coppia genitoriale? Nel far ciò, il testo sottolinea come i legami di sangue siano alla base della formazione della famiglia biologica, un contesto rispetto al quale tutte le altre relazioni appaiono meno perfette e -a detta del testo- prive di un vocabolario condiviso per esprimere le funzioni genitoriali e, più in generale, i comportamenti di cura nei confronti dei minori.
Psicologia dinamica?
L’idea di fondo, condivisa dal testo, è che la famiglia nucleare sia caratterizzata da norme intrinseche; la qualità delle relazioni, il loro significato e la funzione di ciascuno diviene, in quest’ottica, autoevidente e non necessita di alcuna spiegazione o contestualizzazione.
In quest’ottica, caratterizzata più da un approccio filosofico che evidence based, è maggiormente collocabile la chiarezza attribuita alla famiglia biologica fondata sul matrimonio e le ombre dedicate a tutte le altre unioni.
L’essere umano, in continuità con quanto proposto dalla Psicologia Dinamica, appare mosso più dall’inconscio che da un principio di razionalità, quasi destinato a ripetere gli errori dei genitori e a riproporne le problematiche.
Il quadro finale appare caratterizzato da una certa rigidità e distante da una possibilità di reale evoluzione. La grande valenza attribuita al legame di sangue sembra impedire uno studio privo di bias della qualità delle relazioni all’interno dei nuclei familiari, ricomposti o non. Inoltre, occorre notare come l’idea di essere umano alla base della Psicologia Dinamica e ripresa da quella Clinica non sia resa esplicita ma, contemporaneamente, venga offerta come dato ovvio e necessario.
Il testo
Il volume viene presentato come un possibile strumento per chi, a vario titolo, si confronta con famiglie frutto di seconde o terze unioni. Personalmente, ho trovato una narrazione stereotipata, tanto sui ruoli genitoriali quanto sulla valenza delle relazioni.
Di nuovo, l’esplicitazione parziale del paradigma di riferimento, rischia di confondere il lettore, specialmente se privo di una formazione psicologica.
Pagina dopo pagina, sembra che tutto ciò che caratterizza la prima unione sia positivo -o migliorabile- mentre ciò che esiste in conseguenza di una successiva unione è descritto come problematico, a priori.
Il ruolo del terapeuta
L’ottica sistemico-relazionale è abbastanza diffusa in Italia, sia a livello accademico che di semplice divulgazione. Il testo, ricco di considerazioni terapeutiche e di letture degli eventi in chiave sistemica, appare poco propenso al dubbio e alle domande.
Parimenti, la figura del terapeuta sembra l’effettivo centro della seduta: il suo paradigma, la sua prospettiva, le sue problematicità rispetto a un contesto di famiglia “non biologica”. In questo, si evince una lacuna della ricerca in psicologia clinica: questa realtà è stata trascurata per decenni, ed ora siamo dotati di strumenti ancora limitati.
Accogliere
Ho letto il testo ponendomi una seconda domanda: come psicologa, è così che vorrei accogliere una famiglia ricomposta che chiede una consulenza? Partendo dall’idea che si tratti di una relazione “di serie B”? No.
Lungo la lettura di questo libro, ho trovato pochissimi riferimenti al potenziale degli individui e delle nuove coppie di stabilire un percorso nuovo, diverso e migliore.
Per questo, non mi sento di suggerire la lettura di questo libro o il suo utilizzo per comprendere la realtà delle famiglie che hanno vissuto una separazione, un divorzio o una perdita.