Al giorno d’ oggi, con il ruggente aumento della richiesta in campo videoludico, restare a galla nell’ormai sconfinato mare pieno di squali qual è il mercato videoludico, non è un’impresa facile. Decine di titoli escono giorno dopo giorno, siano essi titoli tripla A di grandi produzioni o titoli indipendenti più di nicchia ma del – comunque in costante crescita – mercato indie.
Ed è proprio in questo esplosivo piccolo mercato che oggi ti parleremo di un titolo così controverso e dalle dinamiche talmente particolari che lo hanno sicuramente reso unico nel suo genere. Un avvertimento però: il titolo che tratteremo oggi non può essere certo definito né “facile” né tantomeno un titolo “per tutti”. Parliamo del titolo creato da UpperRoom Games (una piccola software house inglese) e dalle folli menti artistiche di Danny Negus e Rob Fenemore: Wavey The Rocket!
Quando un platform incontra la fisica di un sinusoide…
La storia che accompagna il titolo è molto semplice. Nei panni di un piccolo (ma pieno di stile) razzo di nome Wavey dovremo svolgere il nostro compito, ovvero quello di supervisionare la superficie lunare. Come in tutte le storie, però, il cattivo di turno (un certo Evil2) tenterà di metterci i bastoni tra le ruote, o meglio tra i nostri propulsori. Non è la trama più complessa del mondo ma serve a conferire giusto quel tocco narrativo appena accennato e quindi assegnare uno scopo alle nostre avventure, nonché fornire un minimo di background.
Il vero punto forte di questo titolo è però concentrato esclusivamente nel gameplay. Il gioco infatti si svolge con un normalissimo platform, ma con un particolare che ne decreta il primato di unicità del genere; il nostro scopo sarà quello di collezionare le monete e le preziose gemme sparse per gli oltre 80 livelli di gioco a ritmo di musica groove nei panni del nostro carismatico razzo Wavey, ma non potremo usare i classici comandi di movimento, bensì dovremo muoverci plasmando un sinusoide che traccerà la rotta del nostro personaggio.
In che senso? Ti starai chiedendo… non solo te lo spiego, ma ti dirò anche la ragione per la quale questo titolo non può essere per tutti. Il sinusoide nel campo matematico e fisico è un’onda descritta in coordinate matematiche dal seno, quindi per poter giocare a questo gioco, almeno in minima parte, dovremo fare i conti costantemente con queste ostiche dinamiche.
Tramite i comandi potremo dilatare o comprimere l’onda per tracciare rotte differenti, la cosa divertente è che i livelli saranno pieni di ostacoli, sia semoventi che “fissi” e quindi diventerà una sfida continua riuscire a raccogliere le monete evitando di collidere contro lo scenario e tornare al punto di partenza.
C’è da dire però che il gioco ad ogni livello suggerisce più percorsi alternativi da seguire, fra questi troviamo il percorso descritto dalle monete che in modo implicito ci suggerirà la strada più semplice da seguire. Altri percorsi invece nasconderanno delle ricompense più ghiotte, ma saranno estremamente difficili da percorrere, e un solo errore di calcolo potrebbe portarci a farci schiantare proprio contro un ostacolo.
Wavey The Rocket è difficile!
Questo si traduce in una dinamica di Trial & Error continuo, che purtroppo nel lungo periodo può scoraggiare o addirittura annoiare il giocatore meno esperto. Tuttavia se si riesce a superare la frustrazione con pazienza e molta pratica, completare un livello o addirittura riuscire a prendere le difficili e preziose gemme, diventerà un’impresa altamente gratificante.
Oltre questi infernali livelli da affrontare per poter proseguire nel gioco, si aggiungeranno anche molteplici boss ispirati ai cartoni animati anni 90′. Una nota di merito va sicuramente anche al comparto grafico, molto ben curato e realizzato, che dà un tocco retrò anni 80′ e una colonna sonora di stampo groove piuttosto gradevole che di certo accompagnerà ogni nostra missione tra i livelli.
Per concludere Wavey The Rocket si presenta come un ottimo e originale titolo, ma l’elevatissima difficoltà lo rende un titolo veramente ostico e nel lungo periodo anche un poco noioso, implementare qualche dinamica semplificativa o aggiungere qualche feature aggiuntiva per i meno esperti avrebbe sicuramente giovato al titolo, regalando maggior intrattenimento, invece così tutto il duro lavoro dei ragazzi di UpperRoom rischia di far sprofondare nel mercato di nicchia dei giochi “impossibili” questo curatissimo titolo.