Never Give Up è da sempre il motto di John Cena e sicuramente per almeno un paio d’anni è stato anche quello di 2K; sicuramente dal 2019, anno in cui i giapponesi di Yuke’s abbandonarono la baracca dopo un ventennio di titoli dedicati allo sport entertainment per eccellenza.
L’improvviso abbandono dello sviluppatore mise letteralmente nei guai il publisher statunitense che mise la serie nelle mani di Visual Concepts, studio che aveva collaborato ad alcuni titoli del franchise ma non era minimamente preparato al compito che ora era chiamato ad assolvere. E in effetti WWE 2K20 è probabilmente il punto più basso raggiunto in 20 anni di titoli dedicati al wrestling: un gioco pieno di bug, di glitch e problemi assortiti che ad un certo punto divenne praticamente ingiocabile.
In casi come questi la scelta è praticamente obbligata: non arrendersi, riflettere e riprovare. Grazie a una pausa di un anno e mezzo, nel 2022 gli sviluppatori californiani sono tornati con WWE 2K22, riuscendo finalmente a restituire agli appassionati un titolo godibile che trasporta su console il mondo folle e colorato della più importante federazione mondiale.
Alla luce di questi eventi, 2K ha deciso di far tornare la serie con cadenza annuale, per cui se da un lato come appassionato non posso essere che contento di questa scelta, dall’altro non mi aspettavo grandi innovazioni, senza che questo sia necessariamente un male. La strada scelta dagli sviluppatori è chiara sin da subito: piccoli ma significativi miglioramenti in quasi tutto il gioco; già iniziando la partita ce ne rendiamo conto quando ci troviamo un menu iniziale sostanzialmente uguale a quello dello scorso anno, ma più vivido e colorato. Piacevole alla vista.
Si scende nell’arena di WWE 2k23
In maniera analoga a quanto avvenuto lo scorso anno, avviato il gioco e inserito il nostro account 2K (o creandolo se necessario) ci viene proposto un tutorial facoltativo. Accompagnati dalla Superstar di Smackdown Xavier Woods, impariamo (o rivediamo) tutto quello che ci serve per vincere un combattimento: nessuna sorpresa, dunque, se il sistema di combattimento è rimasto lo stesso dell’anno scorso. L’approccio scelto da Visual Concepts ha pagato e viene quindi riproposto con il suo ibrido tra picchiaduro e simulazione, in cui viene posta una grande enfasi al sistema di blocco e risposta ai colpi avversari.
Purtroppo, rispetto al passato e ai capitoli più gloriosi di Smackdown vs Raw, devo dire che il sistema di parate non è ancora al meglio; utilizzando principalmente il tasto triangolo, non sempre l’input arriva con il giusto tempismo e dovremo attivare una “memoria muscolare” che ci aiuti a schiacciare il pulsante al momento più corretto. In alcuni frangenti inoltre potremo utilizzare altri tasti per bloccare una combo avversaria, ad esempio quando veniamo lanciati sulle corde con una irish whip o messi all’angolo.
L’unica vera novità di quest’anno, che ci viene presentata subito, è nello schienamento: se verremo messi al tappeto, potremo interrompere il conteggio dell’arbitro muovendo l’analogico destro verso l’alto. Se usato con perizia, oltre ad aggiungere quel tocco di drammaticità tipico della WWE, questa mossa ci fornisce un boost prestazionale che potrebbe ribaltare le sorti dello scontro a nostro favore.
Due elementi fondamentali nel combattimento infatti sono la barra della stamina e il sistema di payback: nel primo caso dovremo tenere d’occhio la resistenza del nostro lottatore, evitando quindi di colpire a tutto spiano e prendendoci le giuste pause (proprio come nella realtà). È un parametro da gestire a dovere, dato che da questo dipende la reattività del lottatore sia nei blocchi che nel reverse o nella fuga rapida, essenziale quando ci dobbiamo rialzare immediatamente per evitare il peggio.
Il sistema di payback si ricollega parzialmente a quello dell’energia ed è attivabile dopo avere riempito l’apposito indicatore quando la situazione richiederà un’azione forte da parte nostra: ogni superstar ha il proprio payback specifico, che può spaziare da un tirapugni nascosto alla William Regal allo spruzzo di una sostanza velenosa (un po’ come faceva il compianto Boogeyman) al momento di esaltazione stile Hulk Hogan.
Tra le cose poco convincenti invece rimangono alcuni elementi già presenti lo scorso anno: non sempre le mosse in corsa funzionano a dovere e talvolta eseguire le combo che abbiamo in mente non sarà semplicissimo, per colpa di una IA non sempre “collaborativa”. Quest’ultimo aspetto ci crea più di un problema per quelle modalità in cui oltre a portare avanti il match dovremmo assolvere a degli obiettivi ben precisi.
Nel complesso insomma, al netto di qualche incertezza di cui parlerò più in la, il gameplay è ormai consolidato e funzionale allo svolgimento di incontri spettacolari e divertenti. L’unico inconveniente, se così vogliamo definirlo, è che o impariamo a memoria tutte le combo, oppure dovremo ricorrere molto spesso al riepilogo presente nel menu. Questo perchè le mosse cambiano da personaggio a personaggio e anche tra le diverse versioni delle stesse Superstar le combinazioni possono avere mappature differenti.
Modalità di gioco
Un gameplay rodato da solo non basta se non è supportato dalla sostanza, che in questa tipologia di titoli corrisponde alle modalità di gioco e sotto questo punto di vista in WWE 2K23 la carne al fuoco è veramente tanta.
War Games
Partiamo col dire che la novità probabilmente più gradita è l’introduzione dei leggendari match War Games: si tratta di una particolare tipologia di scontro da Main Event inventata ormai 36 anni fa dal leggendario Dusty Rhodes e che prevede la presenza di due ring adiacenti posti sotto una gabbia che contiene soltanto i ring e non l’area intorno, l’apron, dove i componenti dei due team attendono il loro turno per entrare in combattimento; ad un intervallo prestabilito, uno alla volta, gli atleti entrano nella gabbia così da creare fino alla fine una situazione di handicap (quasi sempre a favore degli “heel”).
Ma non è finita qui: finchè tutti i lottatori non saranno entrati sui ring, il match vero e proprio non inizia, per cui c’è il tempo per volgere la situazione a proprio vantaggio con ogni mezzo, lecito o meno. La vittoria, secondo le regole della WWE, avviene per schienamento o sbattendo fuori dalla gabbia gli avversari.
Come quasi ogni altro elemento all’interno del titolo, anche per questi incontri avremo mano abbastanza libera sulle opzioni, dall’intervallo di tempo tra l’ingresso di un lottatore ed il successivo alla tipologia degli stessi (superstar donne, uomini, create ecc). Fermo restando che sono presenti praticamente tutte le stipule realmente esistenti, War Games rimane una delle tipologie di match più appassionanti dell’intero gioco.
Showcase
Immancabilmente, un’altra modalità sulla quale spenderemo parecchio del nostro tempo in game, è lo Showcase, quest’anno dedicato a John Cena.
Anche in questo caso è stato inserito un cambiamento importante, rispetto al passato, dal momento che ripercorreremo la carriera di Cena non attraverso le sue innumerevoli vittorie, bensì rievocando alcune delle sue sconfitte più brucianti. Sarà un piacere rigiocare scontri epici come quello contro Rob Van Dam in una memorabile ECW One Night Stand, o affrontare The Franchise nei panni di leggende come Kurt Angle, The Undertaker o Edge.
Gli incontri disponibili in questa modalità sono 16 e purtroppo ne mancano alcuni, fondamentalmente dovuti alla mancanza di diritti su lottatori come ad esempio CM Punk. Il rovescio di prospettiva e la possibilità dunque di lottare nei panni di grandi lottatori del recente passato è una boccata di aria fresca per una modalità comunque sempre divertente.
Il rovescio della medaglia è dato principalmente dai consueti obiettivi da portare avanti prima di concludere il match: senza di essi non potremo sbloccare altri incontri e quindi acquisire le ricompense finali legate alla modalità. Il problema sta nel fatto che, nonostante il solito menu ci aiuti a capire cosa fare e come farlo più della descrizione che compare a schermo, la IA non ci aiuta affatto e talvolta le stesse mosse da portare a termine non riescono al primo tentativo nonostante eseguite nelle condizioni giuste.
Rimane piacevole vedere il passaggio tra azione in game e spezzoni dell’epoca, parzialmente rovinati dalle censure su eventuali brand presenti tra il pubblico, sui volti degli arbitri e dei commentatori che ormai non sono più sotto contratto con la WWE.
La mia ascesa
Anche quest’anno è presente un’altra delle modalità molto apprezzate dal pubblico: My Rise\La mia ascesa ed anche in questo caso abbiamo delle interessanti novità. Infatti ora possiamo scegliere tra due storyline denominate The Lock e The Legacy che presentano due archi narrativi distinti e interessanti, con dei messaggi che vanno oltre le luci e le paillette dello show biz.
In The Lock affronteremo l’ascesa di una nuova Superstar e i suoi dubbi sul sistema, a volte dispotico, della WWE che se da un lato dà tanto ai propri perfomer, dall’altro toglie anche molto. Ci troveremo quindi a parlare della perdita delle identità, del nome e delle gimmick, in favore di quanto fa spettacolo. E questo vale anche per il giocatore che, dopo avere speso magari ore per perfezionare la creazione del proprio wrestler, si trova con qualcosa di totalmente diverso tra le mani.
In The Legacy, invece, nei panni di una Diva nipote di una ex campionessa avremo a che fare con le aspettative e la pressione di un’atleta chiamata a vincere tutto e obbligatoriamente. Quale che sia la storyline scelta ci troveremo davanti una modalità un po’ più rifinta rispetto al passato, a livello di narrazione così come di recitazione, che però mantiene tutti gli elementi che l’hanno contraddistinta; dall’evoluzione del personaggio, alla gestione dei social, ai combattimenti “secondari”, tutto è al suo posto dove lo avremmo voluto.
Universe
Nella modalità Universe avremo totalmente mano libera per creare lo show dei nostri sogni, senza alcun vincolo che non sia quello della nostra immaginazione; si tratta in effetti di una modalità ormai presente da tempo, antesignana dell’attuale MyGM che rimane comunque il massimo del divertimento per i creativi del wrestling.
MyGM e La mia fazione
Le ultime due modalità sono la già citata MyGM e La mia fazione: se sulla seconda c’è anche poco da dire, trattandosi di una sorta di Fifa Ultimate Team in salsa WWE con microtransazioni e tutto, giocabile ora anche online, la modalità che ci pone a capo di uno degli show della federazione, rimane sicuramente una di quelle su cui spenderemo la maggior parte del nostro tempo.
Rispetto allo scorso anno, anche qui abbiamo alcuni miglioramenti: sono stati aggiunti nuovi manager tra cui i leggendari Eric Bischoff e Mick Foley, è stata introdotta la WCW e più in generale l’esperienza è migliorata a livello gestionale.
Ora è possibile confrontarsi online con altri 3 manager, con l’obiettivo di dare vita allo show più popolare di tutti tra Smackdown, Raw, NXT e appunto WCW; il tutto non sarà limitato come in precedenza ad una sola stagione, motivo per cui potremo anche partecipare al Draft e reclutare le superstar a noi più congeniali da fare affrontare in ogni tipologia di match.
Il tutto dovendo fare rapporto solo ed esclusivamente a Triple H, il quale in realtà ogni tanto se ne esce con delle richieste un po’ assurde di cui avremmo fatto a meno. Ma il capo è lui….
Segnali di Stile
Pur essendo ancora una volta un titolo crossgen, il lavoro fatto da Visual Concept è ammirevole per la qualità espressa: Superstar, Arene, mosse e tutto quanto ruota intorno al ring è riprodotto in maniera molto realistica; rimangono alcune imperfezioni per gli atleti di livello minore (comprensibile quando hai un roster di 200 personaggi) e per alcuni particolari come i capelli che talvolta risultano poco realistici, ma nel complesso WWE 2K23 è una gioia per gli occhi.
Vedere la fatica sui volti di Cena, AJ Styles e soci è appagante, così come vedere il nostro lottatore grondare di sudore dopo una sequenza abbastanza intensa. L’uso della barra stamina si riflette anche su quanto accade sul ring e non è infrequente vedere i combattenti appoggiarsi alle corde o all’angolo oppure rimanere a terra per rifiatare qualche istante.
WWE 2K23 rimane uno dei titoli più personalizzabili presenti sul mercato: con una intera sezione dedicata, potremo creare tutto quello che vogliamo, dai titoli con rispettive cinture, alle superstar, alle entrate (video inclusi) e via dicendo.
Inoltre, per i più pigri, è possibile scaricare quelle che i più nostalgici ricorderanno con il nome di caws, ovvero i lottatori già pronti per essere utilizzati sul ring; grazie alla fantasia della community c’è praticamente chiunque. Leggende, anche di altre federazioni (come Sting) che vorreste utilizzare? Ci sono. Supereroi di ogni tipo? Batman, Spider-Man e altri ancora ti aspettano. Vuoi rendere WWE 2K23 un clone moderno di The Simpsons Wrestling? I personaggi gialli più famosi di tutti i tempi sono pronti per essere scaricati.
Non è da meno il comparto sonoro che ha una tracklist di primo livello, con brani dei Red Hot Chili Peppers, dei Metallica a comporre una colonna sonora di 12 pezzi, cui ovviamente si aggiunge tutto quanto riguarda più da vicino i lottatori. Dal doppiaggio migliorato, alle theme song, alla folla (impagabile sentire il palazzetto scandire il nome di RVD), tutto funziona alla perfezione restituendoci il feeling della vera WWE.
Anche il commento, affidato al veterano Michael Cole in compagnia di Corey Graves e Byron Saxton è stato migliorato con nuove linee di dialogo, commenti che riepilogano quanto accaduto in precedenza nel caso delle storyline e più in generale un livello di interattività con quanto avviene su schermo che può solo fare piacere al giocatore.