Agarest Senki Mariage uscì su PSP il 19 luglio del 2012, ma per la sfortuna dei fan della serie e per gli amanti del genere JRPG occidentali questo titolo, sviluppato da Compile Heart, vide la luce soltanto in Giappone. Dopo 7 anni Idea Factory International Inc. decide di consegnare questo titolo all’occidente e lo fa portandolo su Steam.
Una trama non proprio memorabile
Sarò il più schietto e diretto possibile per quanto riguarda questo punto: se stai cercando una storia coinvolgente e indimenticabile, Record of Agarest War Mariage non è un gioco che fa per te. Nonostante infatti la trama non risulti quasi mai pesante nel suo insieme, quest’ultima non è assolutamente il punto forte della produzione, ma anzi il più debole. La trama infatti è tristemente vittima di una scarsissima originalità e va a riprendere i classici stilemi dei JRPG più comuni in cui l’immancabile prescelto deve combattere le forze del male senza aggiungere nessun tema interessante o diverso dal solito. Nonostante qualche colpo di scena ben riuscito, quindi, non c’è nulla di cosi originale che non trovereste in un altro titolo dello stesso genere. L’unico punto forte che ci spinge ad avanzare nella trama è quello di poter approfondire il rapporto del nostro protagonista con le tre ragazze Felicia, Kunka e Panina per poter entrare in intimità con loro. Una volta che avremo raggiunto la massima intimità con una delle ragazze, potremo sposarla: dalla nostra unione nascerà un secondo prescelto, che erediterà le statistiche del nostro protagonista e di fatto porterà avanti l’avventura con altre tre vergini. Ci verranno poste molte scelte durante l’avventura e decidere qualcosa piuttosto che un’altra e la difficoltà di gioco porteranno a finali differenti
Tanto, molto, TROPPO grinding
Chi di voi ha già messo mano ai giochi della serie di Agarest saprà per certo che sono sempre stati piuttosto impegnativi. I picchi di difficoltà non sono mai stati molto coerenti in questa serie, ma in Record of Agarest War Mariage la questione è più problematica che negli altri titoli. Talvolta, nonostante una sistemazione più che ottimale del party, ci si ritrova a demolire i nemici in uno scontro e nel successivo a venire devastati. Questo squilibrio di difficoltà implica due cose: un grinding spietato per poter avanzare e dover salvare in continuazione dato che il titolo non prevede salvataggi automatici e ad ogni game over vi riporterà al menù iniziale costringendovi a ricaricare l’ultimo salvataggio. In nostro “soccorso” vengono i dungeon pieni di nemici generati casualmente che si prestano perfettamente a questa mentalità di grinding.
Il mondo di Agarest
Veniamo adesso al vero e proprio gameplay, analizzando per filo e per segno le strutture di gioco e il loro funzionamento. Il gioco si può riassumere in tre macro-sezioni differenti: i combattimenti, l’overworld e i dialoghi in salsa visual novel.
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I combattimenti
Gli scontri rientrano nei caratteristici incontri casuali che possiamo trovare nei più classici JRPG, infatti percorrendo le strade rosse che verranno a crearsi con l’incedere del nostro party incontreremo gruppi di nemici che ci attaccheranno facendo partire le battaglie. Una volta percorsa la strada fino al nodo successivo, questa si normalizzerà perdendo il proprio colore rosso, segno che si è liberata la strada da presenze ostili ed è possibile ripercorrere il tratto di mappa senza il timore di incontri improvvisi. Il colore invece rimarrà sempre rosso all’interno dei dungeon, rendendoli luoghi perfetti per raccogliere esperienza e oggetti. Per quanto riguarda il combat system nello specifico, al di la di una curva di difficoltà completamente sballata, è presente una finestra di turnazione come in tutti gli JRPG a turni e il ventaglio di abilità è abbastanza variegato e completo. Oltre a sviluppare delle abilità specifiche salendo di livello, i nostri personaggi hanno la possibilità di essere assegnati ad un ruolo specifico ovvero Attacker, Defender, Healer, Supporter. Una volta assegnato un ruolo ad un personaggio, quest’ultimo oltre ad aumentare il proprio livello con l’avvicendarsi delle battaglie vedrà aumentare anche il livello del proprio ruolo, sbloccando le abilità dello stesso. Purtroppo in questo porting sono state eliminate alcune abilità di supporto dei personaggi principali e di tutti quelli che si uniranno a noi nel corso dei vari eventi della trama rendendo necessario un ulteriore farming.
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L’overworld
In Record of Agarest War Mariage ci muoveremo in un overworld composto dalla figura del nostro personaggio principale (a cui si può sostituire ogni membro del party) e uno sfondo 2D disegnato a mano. Semplicemente partiremo da un punto fino a spostarci su un altro attraverso un percorso. Le strade che non saranno state percorse, come già detto in precedenza avranno un colore rosso; percorrendole ci sarà la possibilità di incappare in qualche mostro. Una volta arrivati al nodo che termina la strada, questa tornerà normale e ripercorrendola non ci sarà alcuna brutta sorpresa. Gli eventi che porteranno avanti la trama ci saranno segnati direttamente sulla mappa come si può vedere nella foto sottostante. Passiamo però a quello che possiamo definire l’HUB di gioco, le città: ne incontreremo molte durante il nostro viaggio, ma l’unica cosa che cambia dall’una all’altra sono semplicemente le missioni che ci darà la sede della gilda e i dialoghi di trama. Per il resto avremo sempre una locanda, dove potremo curarci e parlare con le ragazze per aumentare la nostra intimità con loro. Dopo aver raggiunto una certa intimità con le ragazze potremo svolgere con loro il Rituale dell’Unione, una cerimonia che ci permetterà di esplorare con cura ogni dettaglio del loro corpo. Compiere questo rituale con un livello di intimità sempre più altro garantisce sempre meno vestiti su le ragazze ma anche armi, abilità e potenziamenti alle statistiche. Oltre alla locanda avremo sempre un negozio, una sede della gilda dove potremo accettare missioni, un cafè dove potremo parlare con gli abitanti e un altare dove potremo aumentare le nostre statistiche tramite gli oggetti fatti cadere ai mostri. Per quanto riguarda il cafè, è abbastanza deludente; non troveremo mai un disegno per i nostri interlocutori nè mai ci verrà riferito qualcosa di veramente utile da essi. L’altare invece è di vitale importanza, sopratutto per poter proseguire negli scontri più tosti. Si tratta a tutti gli effetti di una sorta di sferografia alla Final Fantasy X ma meno complessa e intricata. Nell’overworld sono presenti anche dei dungeon, luoghi di solito fondamentali anche per la trama e ben distinguibili come le città. Al loro interno troverete sempre dei mostri senza la possibilità di ripulire i percorsi.
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Visual Novel
Fondamentalmente, quando non si combatte o si esplora l’overworld, questo gioco si comporta come una Visual Novel ed infatti c’è un sacco di testo da leggere proprio come i giochi del genere. Quindi in un titolo dove le linee di testo la fanno da padrone è comprensibile che alcune frasi scorrano più facilmente di altre. Nei dialoghi si passa spesso dal serio, al melodrammatico, allo scherzoso, a qualche grossa banalità ma è tutto abbastanza utile, se non allo svolgimento della trama, almeno a definire le personalità dei personaggi. Questi ultimi purtroppo, nonostante si cerchi di diversificarli, ricadono nei soliti stereotipi giapponesi, cosa che però per alcuni può non rappresentare un vero e proprio problema. Un vero peccato per il cafè, dove l’unica interazione è il dialogo. Non viene mai detto nulla di utile alla trama e neppure al mondo di gioco, oltre a mancare totalmente di qualsiasi animazione per i nostri interlocutori
Direttamente dalla PSP
Tecnicamente è chiaro che il gioco non sia all’altezza della generazione in cui è stato riportato, sia per quanto riguarda le texture sia per le animazioni. Bisogna però in questa sede valutare il lavoro di porting e c’è da ammettere che il lavoro dietro il restauro del titolo c’è stato ed è anche di ottima fattura. Il gioco quindi graficamente, prendendo a paragone il titolo PSP, è davvero ottimo. Per quanto riguarda il sonoro invece non c’è nessuna traccia memorabile ma i suoni e le musiche sono tutti discretamente piacevoli. Un peccato per il character design non proprio eccelso.