Red Rope: Don’t Fall Behind è uno di quei titoli dedicati a una nicchia di persone piccola e precisa, che apprezza determinate meccaniche o una certa difficoltà. Il titolo, infatti, è assolutamente da giocare in coop, nella stessa stanza ed è anche estremamente difficile (non scherzo. Tanto difficile). Se cerchi qualcosa di originale da giocare con qualcuno di fidato, hai trovato l’esperienza giusta per te. Ma preparati a soffrire.
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L’inizio di Red Rope: Don’t Fall Behind ricorda una versione più grottesca di Death Parade: due persone, una coppia in questo caso, si ritrovano in un luogo ultraterreno. Il posto è un labirinto dalle alte mura, abitato da personaggi dall’aspetto poco rassicurante e da creature ultraterrene poco amichevoli.
A parte qualche piccolo muro di testo ogni tanto, non ci sono troppi dialoghi o pezzi di lore sparsi in Red Rope. Tutta la narrazione è affidata all’ambiente stesso, alle metafore e ai simbolismi associati alle diverse rappresentazioni che vediamo. Una scelta buona, che premia i giocatori più acuti, sfruttando anche le potenzialità della narrazione ambientale offerta dal medium videoludico.
C’è da dire, però, che aggiungere anche qualche scritta sparsa nei vari scenari sarebbe stato utile per definire ulteriormente alcune metafore o, più in generale, una storia del mondo di gioco. Il lavoro fatto dagli sviluppatori a delineare l’atmosfera è eccellente, ma si poteva fare un pò di più.
Un filo rosso multiuso
Il filo rosso che dà il nome al gioco è anche il fulcro di tutto il gameplay. La meccanica alla base Red Rope: Don’t Fall Behind è molto semplice, ma il modo in cui viene sfruttata rende l’esperienza unica, diversa da quelle degli altri puzzle game in circolazione. In poche parole, il gioco è semplicemente un susseguirsi di stanze tutte diverse tra loro.
In ogni scenario dobbiamo farci strada tra diversi ostacoli con una coppia legata da un filo rosso. Potremmo dover uccidere nemici, spaccare bare da cui respawnano fantasmi e molto, molto altro. Per riuscire a superare le varie stanze, la nostra unica arma a disposizione è proprio il filo stesso: questo può essere utilizzato per tranciare i nemici sulla sua traiettoria, per rompere oggetti o per interagire in altri modi. I vari scenari, poi, possono presentare ostacoli come piattaforme, interruttori, dislivelli e così via.
Il vero cavallo di battaglia di Red Rope: Don’t Fall Behind è l’originalità dietro l’utilizzo del filo che lega i due personaggi. Questo può essere “manovrato” muovendo le due estremità (ovvero le due persone a cui è legato). Può essere tirato, fatto passare attorno a personaggi e oggetti, e così via. Le varie stanze tendono a essere molto diverse tra loro, quindi diventa vitale osservare lo scenario e capire di volta in volta come sfruttare al meglio il filo stesso.
In pratica, nonostante si tratti “semplicemente” di passare da stanza in stanza risolvendo puzzle, Red Rope: Don’t Fall Behind, riesce a essere sempre divertente e stimolante per chi ama gli enigmi. Questo, però, a patto di apprezzare l’altissima difficoltà e il genere stesso.
I puzzle che compongono i vari scenari ci vedono spesso alle prese con diversi tipi di nemici, che variano per tutto il corso dell’avventura. Toccare qualsiasi creatura con una delle due persone, significa vederla morire inesorabilmente. Al contrario, un tocco del filo rosso servirà a uccidere chi ci si para davanti. Qualsiasi errore, quindi, è punito con la morte immediata. Non solo, Red Rope mette a disposizione del giocatore 100 vite, finite le quali, il gioco ricomincerà da capo.
Questo porta l’esperienza a essere particolarmente punitiva, ma costringe anche ad approcciarsi a ogni situazione con la dovuta cautela. Inoltre, nelle varie aree sicure del labirinto è possibile acquistare altre vite al costo di una preziosa valuta. Questa, però, servirà anche per comprare altro, come il prolungamento del filo stesso, in modo da avere più spazio di manovra.
Forse questa scelta è eccessiva, dato che ricominciare il gioco, magari dopo una decina di ore, è semplicemente frustrante. Ci sono i modi di evitarlo ma, qualora dovesse succedere, difficilmente si ritenterà una seconda fuga dal labirinto.
Proprio per questo motivo, alcuni difetti tendono a risaltare: la pixel art del titolo è piacevole, ma alcune superfici sembrano essere allo stesso livello di altezza, quando invece si tratta di dislivelli che impediscono di risalire. Questo, chiaramente, porta alla perdita di vite preziose dopo un passo di troppo.
Inoltre, alcune stanze sono davvero poco immediate da capire e, di conseguenza, se non si amano i puzzle game alla follia, questi momenti saranno semplicemente frustranti.
Va detto, poi, che Red Rope è pensato specificatamente per essere giocato in coppia, con due giocatori che impersonano le due persone alle estremità del filo. Il titolo può essere giocato in single player, muovendo i due personaggi con le due levette di Switch ma, soprattutto a livelli alti, diventa praticamente impossibile finire il titolo in queste condizioni. Per fortuna su Nintendo Switch è facile giocare in locale, staccando i due Joy-Con.
Tra pixel e metafore
La realizzazione tecnica di Red Rope: Don’t Fall Behind è ottima, ma non eccellente. La pixel art del titolo è piacevole e rende perfettamente l’atmosfera cupa. Tuttavia, questo rende poco chiari alcuni elementi dello scenario, dati i colori fin troppo simili tra loro. Le animazioni e gli effetti, invece, sono ottimi.
Il comparto artistico del gioco è eccellente. Gli scenari riescono a dare un costante senso di claustrofobia e il design onirico e inquietante delle aree rende l’esperienza memorabile. Anche i pochissimi personaggi pacifici hanno stile da vendere.
Infine, il comparto sonoro è ottimo, dato che musiche ed effetti sono perfetti per accompagnare le varie situazioni.