In una moltitudine di giochi Indie ambientati in un mondo post apocalittico, i quali popolano il catalogo di Nintendo Switch, prova ad uscire dalla massa l’opera del one man band (ovvero creato da una sola persona) Robson Paiva, il quale ci offre il titolo in recensione oggi.
REDO!, questo il nome del gioco, è un metroidvania molto interessante, anche se non esente da difetti. Infatti se da una parte avremo una grafica particolarmente azzeccata e un’atmosfera che ti farà calare perfettamente nel suo mondo cupo, dall’altra i combattimenti non saranno particolarmente ben bilanciati e questo alle volte ti potrebbe lasciare con un forte senso di frustrazione.
Se ti ho incuriosito con questa breve descrizione, continua nella lettura per saperne di più su REDO!.
Storia interessante, ma poco approfondita
REDO! si svolge, come accennato prima, in un mondo post apocalittico, l’umanità è sul baratro dell’estinzione e le strade delle città sono occupate da macchine mutanti. Prenderemo i panni di una solitaria sopravvissuta, la quale vive con la speranza di poter trovare qualcun altro della sua specie. Un giorno arriva un messaggio, il quale le dice di recarsi alla Cattedrale Solare. Questo segno di vita le riaccende la speranza, ma questo significherà avventurarsi nelle pericolosissime strade della città, popolate da strane macchine mutanti.
In questo mix tra “Io Sono Leggenda” e l’incipit di “Terminator“, sta tutto il succo delle circa 5 ore di gioco. Oltre a questo non avremo altri spezzoni di storia, se non quelli dati dalle note lasciate qua e la dai sopravvissuti. Da una parte questo è un bene perché aiuta il giocatore a concentrarsi solo sull’avventura, ma dall’altra parte la trama poteva essere maggiormente sviluppata.
I combattimenti divertenti, ma si poteva fare di meglio
Ma alla fine REDO! è divertente? Sì, soprattutto se ami la classica struttura labirintica tipica dei metroidvania, visto che di quello si tratta a conti fatti. Il mondo 2D è molto bello da esplorare visto che per arrivare da un punto A ad un punto B, potrai percorrere più strade e per poter raggiungere determinati punti, dove ci potrebbe essere un qualsiasi oggetto interessante, dovrai utilizzare, in alcuni casi, uno strumento adatto alla situazione.
Oltre a questo in REDO! ci saranno tantissimi punti dove ti sembrerà di giocare ad un platform, visto che per raggiungere alcune aree oppure schivare dei nemici (la maggior parte delle volte non andare in combattimento sarà la decisione più saggia), dovrai rispolverare le tue skill accumulate giocando a Super Mario. Questo, pur non dando nulla di nuovo al genere, rende il tutto abbastanza vario e il fatto di essere perennemente con l’ansia del pericolo, riesce a far crescere la curiosità del giocatore a voler esplorare e arrivare al punto finale.
Una delle pecche di REDO! tuttavia resta la mappa totalmente assente. Prendiamo per esempio l’ultimo Metroid uscito su Nintendo Switch. Qui, come anche nei capitoli precedenti, la mappa era presente e semplificava la vita del giocatore non di poco. Qui invece non ci sarà nessun modo di orientarsi e l’unico metodo sarà il classico: “Ah ma qui ci sono già stato”.
Probabilmente l’autore, non includendo questa feature, avrà pensato di aumentarne la difficoltà e il senso di abbandono che REDO! vuole trasmettere, ma se da una parte ci riesce, dall’altra quello che si riceve è un fortissimo senso di frustrazione.
Dal punto di vista dei combattimenti, ovvero l’altro fulcro, oltre all’esplorazione, del gameplay di REDO!, questi richiedono una precisione quasi maniacale e sono sì fatti bene, ma a parer mio gestiti abbastanza male, con nemici estremamente forti fin dall’inizio dell’avventura. Facendo ciò si possono avere due reazioni: o il giocatore molla tutto frustrato dal fatto che non riesce ad andare avanti, oppure si intestardisce e decide di proseguire. Se la linea dell’apprendimento fosse stata più dolce il gameplay ne avrebbe fortemente giovato.
Tuttavia escludendo questo, i combattimenti di per sé sono fatti bene e riescono ad intrattenere, visto che richiederanno un minimo di ragionamento e il buttarsi a capofitto contro una macchina mutante difficilmente sarà una scelta saggia. Inizialmente sarai armato solamente di un bastone, ma proseguendo con il gioco andrai a scovare parecchie armi utili alla causa.
Sempre restando in tema combattimenti, i nemici proposti saranno tanti e molto variegati e la loro energia verrà rappresentata da due barre, una della vita e l’altra dello stordimento. Se riuscirai a svuotare prima la barra dello stordimento, il nemico resterà immobile per qualche secondo e alla sua uccisione rilascerà delle sfere utili per ripristinare la tua salute.
Questa non si svuoterà solamente se verrà colpito, ma anche se l’avversario cercherà di beccarti. Eccoti aggiunta altra strategia a quello che ti accennavo prima, visto che se dovrai combattere con poca salute, il menare le mani non sarà sempre la scelta migliore, bisogna saper utilizzare la materia grigia.
Graficamente ottimo
Uno dei punti di forza di REDO! è sicuramente la sua grafica in pixel art davvero eccezionale. La città è ben dettagliata e anche i nemici, nonostante si assomiglino molto tra di loro, hanno un bel design che riesce ad aumentare il senso di distopico. Oltre a questo il tutto risulta molto pulito, senza sbavature e con nessun impuntamento di sorta, davvero un ottimo lavoro se si pensa che tutto questo è stato fatto da una sola persona.
Anche per quanto riguarda l’audio nulla da eccepire visto che le musiche di sottofondo risultano sempre azzeccate e anche i rumori ambientali aumentano il senso di angoscia generale.