Resident Evil 3 Remake è finalmente arrivato sulle librerie videoludiche dei giocatori di tutto il mondo, dopo circa un anno pieno di trailer, screenshot clandestini e indiscrezioni sul web che non hanno fatto altro che aumentare ulteriormente l’hype di tutta la community. Il remake di questo terzo capitolo della saga torna nuovamente a terrorizzare il proprio pubblico con il suo terrificante antagonista, il Nemesis, e la sua bellissima Jill Valentine intenta a scappare da una Raccoon City completamente devastata dal T-Virus.
“September 28th
Daylight… The monsters have overtaken the city.
Somehow… I’m still alive” (Jill Valentine)
Sono passati 21 anni dal quel lontano 11 novembre 1999, giorno in cui sulla prima PlayStation di Sony arrivò Resident Evil 3: Nemesis, eppure questa frase che dà inizio all’incubo di Jill è rimasta nella mente e nel cuore di tutti noi appassionati alla saga creata da Capcom . Ironia della sorte, come un salto attraverso lo spazio e il tempo, anche questa volta l’ultima creazione della software house nipponica deve confrontarsi con la critica videoludica e con lo “spettro” di un eccezionale Resident Evil 2 Remake che è riuscito a trasportare l’intera saga sull’attuale generazione videoludica, ottenendo risultati decisamente inaspettati.
Resident Evil 3 Remake: Benvenuto a Raccoon City!
Il Remake dell’opera ideata da Shinji Mikami riporta i giocatori di tutto il mondo nuovamente tra le strade della “ridente” città di Raccoon City, in particolare, un giorno prima degli eventi che si verificheranno durante l’avventura di Leon Kennedy e Claire Radfield. Tutto ha inizio dopo l’incidente avvenuto a Villa Spencer, luogo da dove è partita l’epidemia legata al Virus-T e dal quale sono riusciti a scappare i due membri della S.T.A.R.S., Jill Valentine e Chris Redfield (…il fratello di Claire). Ciononostante, gli errori vanno sempre cancellati insieme ai testimoni e, per questo motivo, l’Umbrella Co. ha deciso di eliminare proprio i due sopravvissuti sguinzagliando la sua arma più devastante: il Nemesis.
Nel frattempo il virus si è diffuso velocemente e la città di Raccoon City si è ritrovata completamente invasa dagli zombie (…e non solo!), dove tutti gli interventi delle forze dell’ordine si sono conclusi con sanguinosi massacri. In questa situazione di emergenza, la nostra affascinante protagonista si ritrova barricata all’interno del proprio appartamento, intenta a preparare la sua “ultima fuga dall’inferno”, senza rendersi conto del pericolo incombente, fino a quando non suona il telefono... e un lamento,“STAAAARS!”, riempie la stanza.
“It was Raccoon City last chance, and my last chance… my last escape.” (Jill Valentine)
Come è stato fatto in RE 2 Remake, anche in questo capitolo Capcom ha deciso di seguire, al netto di qualche aggiunta o taglio, la stessa trama che fece la fortuna dell’originale e che riuscì a catturare l’attenzione di tutti i fan della serie. Una trama avvincente e ricca di colpi di scena, con alcuni approfondimenti e aggiunte molto interessanti, come per esempio il cinematografico prologo iniziale e una caratterizzazione dei personaggi secondari decisamente migliorata. Il Signor Dario (la stessa persona che all’inizio dell’originale si rinchiude dentro un container), Nicolai, Michael, Carlos Olivera sono solo alcuni dei personaggi che potremo incontrare, ancora una volta, all’interno della città di Raccoon City, ognuno finalmente caratterizzato nel modo migliore.
Dal punto di vista del comparto tecnico questo nuovo Resident Evil 3 Remake è un capolavoro di design, grazie a un RE Engine ulteriormente migliorato e potenziato per riportare Jill all’inferno. Per i giocatori come me è un salto di circa 20 anni, poter tornare in una Raccoon City viva (…abitanti a parte!), piena di dettagli e di segreti, fa venire il proverbiale “nodo in gola” unito a una profonda nostalgia. Le stradine buie, le insegne luminose, i neon colorati, tutti i negozi e i ristoranti sono lì e aspettano solamente di essere visitati, riuscendo in più di un’occasione a rubare qualche secondo al giocatore solo per essere ammirati ed esplorati nel dettaglio.
La software house nipponica ha avuto altresì l’occasione di riutilizzare moltissimi asset che hanno caratterizzato la precedente avventura di Leon & Claire, come per esempio la maggior parte degli zombie che si incontrano tra le strade della città e la classicaStazione di Polizia, ripresa in tutto e per tutto dal precedente capitolo. Proprio quest’ultima location ha subito tantissime critiche da parte del pubblico, dove viene paragonata a un semplice contenitore di passaggio con porte chiuse, azioni limitate e una durata eccessivamente breve.
Vorrei ricordare che la stazione di polizia di Resident Evil 3: Nemesis non durava moltissimo nemmeno in quella versione del gioco, tutte le porte erano sbarrate e il solo percorso disponibile era quello diretto all’ufficio della S.T.A.R.S. Gli unici momenti interessanti erano nel cortile con la prima apparizione del Nemesis e quando, scendendo le scale dal primo piano, si sentiva la finestra che veniva frantumata dallo stesso mostro colossale.
Io personalmente devo dire che proprio la Stazione di Polizia è il luogo che ho amato di più, perché riesce perfettamente a collegare i due ultimi capitoli della saga. Tutte le domande che ci siamo fatti giocando RE 2 Remake hanno finalmente trovato una risposta, come per esempio: Come è crollato il muro nel bagno della centrale? Perché negli spogliatoi Leon trova uno zombie morto nell’armadietto?
Dal punto di vista del comparto audio, il nuovo Resident Evil 3 Remake presenta una colonna sonora veramente bene assortita, con un perfetto mix di brani nuovi e iconici, che vanno a rendere l’atmosfera in-game ancora più cupa e terrificante. Una nota di merito va principalmente al doppiaggio in italiano che fa scendere una lacrima a tutti i giocatori di vecchia data come me, che avrebbero desiderato sentirlo già nel 1999. Non mancano le piccole sorprese all’interno del gioco, come per esempio la possibilità di ascoltare il brano relativo all’ending di Resident Evil 2 (originale) una volta entrati nel ristorante nelle prime fasi dell’avventura.
Ovviamente non è tutto oro quello che luccica, infatti, l’intera produzione risente moltissimo della mancanza dei canonici enigmi, i quali sono stati quasi del tutto eliminati in favore di un’esperienza molto più indirizzata verso l’action. Questa scelta effettuata da Capcom ha ridotto al minimo la necessità di backtracking, portando il titolo verso uno scorrimento molto più lineare e, ahimè, molto più breve di quello visto nel secondo capitolo. Questo RE 3 Remake perde altresì la possibilità di poter effettuare delle scelte durante le fasi più critiche del gioco, le stesse che nella versione originale apparivano sullo schermo con una variazione di colore. Scappa o affronta il mostro, rifugiati nelle fogne o fai esplodere il locale, sono solo alcune delle possibilità che venivano date al giocatore durante il corso dell’avventura, mentre in questo nuovo remake si preferirà quasi sempre la “via della pistola”.
Un’altra mancanza che ha lasciato l’amaro in bocca a tutti noi appassionati è la rimozione della Torre dell’Orologio, location iconica dell’originale, caratterizzata da una serie di enigmi ed eventi dei quali si sente tantissimo la mancanza e che, in un certo senso, non è stata sostituita nel modo opportuno. Per questo motivo, si avverte chiaramente come, da un certo punto del gioco, l’intera avventura subisca una brusca accelerazione verso la fine, che sottolinea chiaramente come la fase di sviluppo sia stata caratterizzata da una fretta eccessiva per poter effettuare il rilascio dopo solo un anno dal secondo capitolo.
“Scappa c’è il Nemesis!”
Una menzione speciale va fatta al Nemesis, minaccioso antagonista dall’urlo “STAAAAARAS!” della serie, che starà alle calcagna di Jill dall’inizio fino alla fine del gioco. Scendendo nel dettaglio, il nuovo Nemesis si presenta al giocatore come la migliore evoluzione del tanto apprezzato Mr. X, implacabile, armato fino ai denti e capace di muoversi agilmente all’interno delle aree di gioco come fosse un ghepardo. Affrontarlo non sarà facile, in particolare alle difficoltà più elevate, dove la scelta migliore si rivelerà essere quasi sempre la fuga. Questa inedita versione del Tyrant è stata fornita altresì di comodi power updegni di nota, come per esempio la capacità di poter modificare gli zombie trasformandoli in mostri molto più temibili e fastidiosi.
Come nel capitolo originale, anche in questo remake affrontare Nemesis e atterrarlo garantirà al giocatore la possibilità di ottenere degli equipaggiamenti molto interessanti, come per esempio degli upgrade per le armi o oggetti di supporto che verranno rilasciati dal possente mostro sotto forma di una cassetta sigillata. In più di un’occasione, la curiosità di scoprire cosa rilascerà il colossale inseguitore spingerà il giocatore ad affrontarlo rinunciando alla fuga.
L’unica pecca di questo implacabile avversario è imputabile alla gestione delle sue apparizioni all’interno del gioco da parte della stessa Capcom, infatti, se all’inizio la sua presenza sarà frequente e molto pericolosa, a un certo punto del gioco diminuisce drasticamente fino allo scontro finale.
Una visione più action della vita a Raccoon City
Dal punto di vista del gameplay il nuovo Resident Evil 3 si affida a quanto di buono fatto nel precedente capitolo, con un sistema di combattimento solido e realistico. I movimenti “appesantiti” dei personaggi, la precisione in fase di mira influenzata dagli stessi e un’alta resistenza ai proiettili da parte degli zombie, sono tutti elementi che rendono l’esperienza di gioco veramente gradevole da affrontare e realistica, riuscendo così a tenere alta la tensione durante gli scontri.
Va fatta comunque una doverosa precisazione, infatti, rispetto ai precedenti protagonisti, Jill e Carlos sono dei soldati addestrati e ognuno di loro avrà a disposizione un’abilità da poter sfruttare durante i combattimenti. L’agile agente Valentine sarà capace, premendo il tasto giusto al momento giusto, di effettuare una schivata rapida per evitare di subire danni da parte dei nemici e far provare un grandissimo senso di soddisfazione al giocatore. Diversamente dalla protagonista, l’agente Olivera potrà scagliare un possente pugno contro i propri avversari allontanandoli e dando così il tempo al giocatore di riorganizzarsi.
La nuova componente action rende il gioco molto più incalzante e veloce rispetto al precedente capitolo, con l’unico difetto di andare altresì a smorzare inevitabilmente la sensazione di paura generata durante il corso dell’avventura. Tutto ciò, unito altresì alla generosità del gioco nel fornire munizioni e cure, si fa sentire se si decide di affrontare il gioco a difficoltà più basse. Le cose migliorano in quelle più elevate come inferno e incubo… NO SPOILER!
Una storia troppo breve…
Ultimo elemento, ma non per questo meno importante e criticato, è la longevità della campagna che si aggira intorno alle circa 5 ore di gioco. Quest’ultima risente inevitabilmente dell’assenza di tutti gli enigmi che sono stati rimossi da Capcom, del backtracking praticamente nullo, e di quella maledetta fretta che ha caratterizzato tutta la fase di sviluppo di Resident Evil 3 Remake. Dal punto di vista della rigiocabilità il titolo si fa apprezzare, in particolare da tutti coloro i quali andranno alla ricerca della perfezione, completando il gioco al 100% e sboccando tutti i bonus a esso collegati. In ogni caso, penso che sia scorretto proporre un confronto diretto con il precedente capitolo della saga, il quale, per ovvi motivi legati alla presenza di due protagonisti, è caratterizzato da una longevità e rigiocabilità decisamente superiore.
Resident Evil RESISTANCE…
Insieme a Resident Evil 3 Remake arriva altresì il nuovo RESISTANCE, un gioco multiplayer asimmetrico 4vs1 che vi presenteremo con una recensione apposita, visto che si sta parlando di un titolo a sé stante e non di una modalità come quelle integrate nei precedenti capitoli (I Mercenari, Il quarto sopravvissuto, ecc…).