I giochi dove la sopravvivenza è parte integrante del gameplay negli ultimi anni sono diventati un genere estremamente gettonato. In questa categoria si va a posizionare Residual, un titolo con una grafica 2D deliziosa, un ottimo comparto sonoro e un gameplay che inizialmente lascia spiazzati, ma che dopo poco risulta anch’esso funzionale e divertente.
Storia semplice, quasi assente, ma va bene così
In una galassia dimenticata, un esploratore spaziale fa un atterraggio di emergenza su un pianeta sconosciuto, custode di un segreto alieno. Il nostro obbiettivo sarà sopravvivere, procacciando cibo e accampandoci vicino a dei falò per non soccombere al freddo, il tutto per riuscire a trovare i pezzi per sistemare la nostra navicella spaziale e ripartire per la nostra casa.
Ad accompagnarci in questa avventura ci sarà PDB (ovvero Person Disaster Bot), il quale ci darà utili informazioni per poter sopravvivere, ma anche sulla storia del pianeta che stiamo esplorando.
Gameplay davvero ottimo
Al primo avvio Residual ci lascia davvero spiazzati. Sarai catapultato in uno strano pianeta con solo qualche strumento per poter sopravvivere. Una volta usciti dalla nostra navicella spaziale, la prima cosa che ci balzerà all’occhio sarà la barra della fame (hunger) e della stamina colare a picco, quindi, inizialmente, dovremo trovare qualcosa da mangiare e riposare all’interno della nostra navicella. Una volta fatto questo, dovremo cercare di trovare delle materie prime per poter sopravvivere a questa avventura.
Come detto prima ad accompagnarci in Residual, ci sarà PDB il quale ci darà qualche consiglio per capire come muoverci e ci farà un breve tutorial per iniziare in questa avventura. Oltre a questo, durante la nostra quest, il robottino farà delle battute che inizialmente saranno anche simpatiche, ma dopo poco diventeranno un po’ fastidiose.
Avrai a disposizione una serie di tasche differenti per organizzare il tuo inventario: cibo, strumenti, oggetti, risorse e alla fine un menù per creare oggetti. L’interfaccia è quanto di più semplicistico si possa pensare, tuttavia in questa semplicità c’è comunque qualche elemento che da confusione. Mi riferisco alle icone le quali saranno estremamente generiche e, fino a quando non imparerai a memoria il loro significato, ti troverai ad entrare e uscire dai menù per cercare lo strumento che ti serve.
Per rendere più dolce la pillola, gli sviluppatori di Residual, hanno escogitato il trucchetto di introdurre le nuove meccaniche poco per volta, man mano che procederemo nella nostra avventura. All’inizio avrai materiali estremamente semplici come bastoni di legno, funi, rocce ecc. e potrai tornai alla tua navicella per poter fabbricare altre risorse come metalli o grafite. All’inizio del gioco avrai a disposizione anche una macchina per il teletrasporto, la quale potrà essere posizionata in qualsiasi punto tu vorrai per poter tornare in un batter d’occhio alla tua base, rappresentata dalla tua navicella spaziale malconcia.
Atterrare sulla superficie del pianeta che ci apprestiamo a esplorare sarà alquanto scoraggiante, ma una volta costruita la nostra risorsa di energia (una delle primissime queste di Residual), potrai aprire l’entrata principale di un labirinto, il quale verrà creato in maniera procedurale (pratica adottata da tantissimi titoli indie), pieno di creature alquanto bizzarre, passaggi bloccati e rocce che potranno essere distrutte.
Oltretutto l’ambiente sarà molto scuro, aumentando, di fatto, l’effetto claustrofobico che il titolo ci vuole passare. Per togliere questo buio e per poterci districare nei cunicoli di questo labirinto, dovremo costruire una torcia. E sarà in questo frangente che il titolo inizierà ad ingranare dandoti la possibilità di fabbricare più attrezzi e fornendoti materie prime più complesse. Quindi prenditi sempre il tuo tempo e cerca sempre di tornare alla tua navicella spaziale se ne hai il bisogno.
Naturalmente dovrai sempre tenere d’occhio la barra della fame e della stamina. Riuscire a trovare del cibo come bacche e arance sarà di vitale importanza per sopravvivere, come altrettanto lo sarà farci un bel pisolino. Questo potrà essere fatto un accampamento oppure direttamente all’interno della nostra navicella spaziale, tuttavia uno dei difetti di Residual è che questa barra della stamina si scarica in maniera un po’ troppo veloce, quindi il dover continuamente dormire per poterla rigenerare, va in qualche a modo a spezzare il ritmo del titolo in maniera troppo frequente.
Pixel allo stato dell’arte
Graficamente Returnal è qualcosa di molto gradevole, con una grafica in stile pixel art fatta davvero a regola d’arte. Il pianeta è bellissimo da vedere e i colori sprigionati dalla fauna locale usano tonalità che appagano l’occhio.
Oltre a questo un applauso per il ciclo giorno notte davvero ben fatto, il quale fa vedere l’egregio lavoro fatto con le illuminazioni. Bontà che si vede anche quando accenderemo un falò o una torcia all’interno di caverne o tunnel. Anche il sonoro è qualcosa di eccezionale, con suoni in lontananza che ci fanno calare del tutto in un’atmosfera cupa e solitaria.
Concludendo
Reisidual non è sicuramente un gioco adatto a tutti, visto che le meccaniche dei titoli survival richiedono molta pazienza, ma se sei avvezzo a questo tipo di gameplay, è un titolo che faresti bene a prendere in considerazione visto che è dotato di un gameplay profondo. I livelli, creati in maniera procedurale, all’inizio potrebbero spiazzare, ma la sensazione sparirà una volta fatta la mano con le meccaniche.
Anche graficamente la pixel art fa il suo dovere, rendendo il tutto estremamente piacevole agli occhi grazie a dei colori vivaci, ma soprattutto ad un’illuminazione davvero eccellente. Se sei alla ricerca di un titolo survival che ti tenga impegnato per lungo tempo, acquista tranquillamente Residual ad occhi chiusi, non te ne pentirai!