Siamo giunti al secondo numero della nostra rubrica, la puntata #1. Si ti sembrerà strano ma a noi informatici piace partire da 0 perchè gli array partono da 0… ma ti ho annoiato già troppo. Veniamo al dunque. Ricordi la puntata precedente? Bene ti avevo anticipato che il pericolo arrivava dallo spazio e così è.
Qual’e’ il primo titolo che ti viene in mente? Ragionando su quel periodo di tempo potresti pensare ad Asteroids, sempre realizzato da Atari e del 1979 ma non è quello. Facciamo un piccolo passo indietro, di un anno.
Space Invaders
Anno: 1978
Produttore: Taito
Era il lontano 1978 quando dalla brillante mente di Tomohiro Nishikado venne fuori il gioco che di fatto, diede il via all’età dell’oro dei videogame. Space Invaders. Un gioco dalla logica semplice ma dal divertimento assicurato. A produrlo è Taito, una casa che incontreremo più avanti e più di una volta, a testimonianza della bontà del team di sviluppo.
Come si gioca? E’ semplicissimo. Hai a disposizione un cannone con il quale devi distruggere le orde di alieni che scenderanno inesorabilmente verso di te difeso solo da delle postazioni fisse che verranno piano piano distrutte dai tuoi colpi o dai colpi nemici.
Secondo il creatore la parte più difficile è stata la realizzazione dell’Hardware per poter far funzionare questo gioco. La cpu, mano a mano che vengono distrutti gli alieni, ha meno disegni da realizzare e quindi diventa più veloce. Invece di rimodellare il calcolo per mantenere la velocità standard, Nishikado ha deciso di utilizzare questo “bug” trasformandolo in “feature”, così da rendere il livello sempre più difficile andando avanti con il tempo
Più avanti si va con il gioco e più veloci diventano i nemici fino a quando non raggiungeranno la base e a quel punto perderai una delle tre vite disponibili. Ne sono state in seguito prodotte vari versioni con meccanismi e configurazioni diverse ma l’originale è solo uno ed e’ stato il vero crack di quell’epoca con oltre 500 milioni di dollari di vendite in poco tempo.
Space Invaders è sicuramente tra i più iconici dei giochi tanto che il simbolo dell’alieno del gioco è diventato ormai d’uso comune e presente in vari film e altri giochi.
Come sempre in questa rubrica ho rigiocato ad una versione simile all’originale. Puoi provarlo a questo indirizzo.
La cosa che colpisce subito è la difficoltà del gioco. Si parte pensando sia tutto molto vecchio e quindi facile ma non è assolutamente così. Ho perso molto velocemente le prime 3 vite e quindi la prima partita. La seconda è stata migliore ma ho comunque fallito sotto i colpi alieni. Alla terza partita sono riuscito a sconfiggere l’orda dei nemici e salvare il mondo cercando di giocare con più logica e tecnica, senza scoprirsi troppo.
In realtà in questa versione superata la prima orda non ne arrivano di nuove mentre in quella originale sarebbero dovute uscirne altre, infinite, fino alla perdita di tutte le vite.
Il gioco infatti è prettamente uno score game, a chi fa il punteggio più altro, senza avere un vero finale. Rimane divertente da giocare ma non in singolo. Magari una serata con amici o magari in una bella sfida online con altre persone, per fare il punteggio migliore. Giocarlo da soli stufa dopo poco tempo.
Di Space Invaders sono stati fatti diversi cloni e seguiti. La prima edizione era uscita in modalità coin-op e, secondo leggenda, aveva causato in Giappone un incredibile carenza di monete da 100 yen tanto che lo stato aveva provveduto a moltiplicarne la quantità emessa. Dato, quest’ultimo, apparentemente infondato ma è sempre attorno agli eventi straordinari che si creano le leggende e, in quegli anni, non c’era nulla di più straordinario di Space Invaders.
Se ti è piaciuto questo episodio della rubrica, non perderti il prossimo. Anche stavolta non ti lascio a bocca asciutta, ma con un piccolo indizio: hai paura dei fantasmi?