Bentornato! Siamo arrivati alla terza puntata. Come avrai notato e, se non lo hai fatto, te lo faccio notare io, sto seguendo un ordine cronologico. Siamo partiti quindi dagli albori degli anni 70 e con un balzo importante siamo arrivati verso la fine degli stessi anni. Questo è stato un periodo molto florido, che ha effettivamente visto la nascita di questo mondo che amiamo tanto.
Ma basta romanticismo, passiamo ai fatti. Vi avevo lasciato con il 1978 e l’avvento di Space Invaders e con un altro piccolo indizio. Ti ho parlato di fantasmi e forse ti ho indirizzato fin troppo verso la soluzione finale. Il gioco che andremo a vedere è Pac-Man! Ma non c’è nessun effetto “Wow” perchè era già scritto nel titolo dell’articolo.
Pac-Man, sfido chiunque a non aver mai sentito parlare o fatto almeno una partita a Pac-Man o a una delle decine e decine di versioni che lo hanno seguito o emulazioni che lo hanno copiato. Molto probabilmente è uno dei videogiochi più famosi di sempre per la sua immediatezza e semplicità di gioco, solo apparente in realtà ma ci torneremo.
Tutto ebbe inizio con una cena, una pizza e le donne nel Marzo del 1979… ma non fatevi strane idee.
Pac-Man
Anno: 1980
Produttore: Namco
Toru Iwatani, ai tempi game designer di Namco, stufo di asteroidi e navi aliene, decise di pensare un videogioco gradito anche alle ragazze, fino a quel momento tenute lontane da questo settore dalle tipologie di giochi presenti. Quello che però Iwatami fece fu di creare un vero e proprio Brand. Infatti pensò a tutto, incluso il merchandising che attorno al gioco poteva orbitare. Disegnò e cucì anche delle magliette. Creò il suo personaggio di un giallo neutro, senza occhi affinchè potesse essere personalizzato e lo mise in game contro 4 simpatici fantasmi, anche loro cromaticamente vicini al mondo femminile.
Nel gioco Pac-Man si ciba di biscotti scappando dalle grinfie dei fantasmi che, in caso non lo sapessi (io non lo sapevo), hanno ognuno un nome. Blinky, Pinky, Inky e Clyde sono i compagni di avventura di Puck-Man, si così doveva chiamarsi. Il nome, derivato dall’onomatopea Paku-Paku, il verso di una bocca che si apre e chiude, è stato cambiato poiché porgeva troppo il fianco alla sostituzione della lettera P con la F perché si sa, gli anglosassoni sono burloni.
Ad un anno e mezzo dalla sua uscita, Pac-Man macinava record su record fino ad arrivare, ad oggi, ad un valore prodotto di oltre 7 miliardi di dollari diventando a tutti gli effetti il più grande successo tra gli arcade game.
Prima, come sempre, di provarlo a distanza di anni, andiamo a scoprire qualche curiosità che forse non conosci.
1- I movimenti dei fantasmi non sono casuali, non tutti. Il rosso segue pac-man, il rosa tende ad aggirarlo, l’arancio ha uno schema ben predefinito mentre il blu, il più pericoloso, ha un comportamento completamente random.
2- I livelli dovevano essere infiniti ma un bug fa sparire il labirinto al livello 256.
3- Billy Mitchell è il record men del gioco, detentore del punteggio perfetto di 3.333.360 punti in sei ore di gioco raccogliendo ogni frutto puntino e fantasma nei 255 livelli disponibili.
4- Il fatto che la forma di Pac-man sia ispirata a una pizza e’ una mezza verità che il creatore ha deciso di cavalcare.
5- Nella primissima versione non c’erano i biscottini speciali che permettono al personaggio di mangiare i fantasmi e sono stati introdotti su ispirazione di Popeye.
6- Il primo doodle giocabile di Google e’ stato Pac-Man e ha fatto perdere 4,8 milioni di ore di lavoro nel mondo.
Ma ora veniamo a noi! Anche questo l’ho rigiocato, e puoi farlo anche te a questo indirizzo.
Ovviamente come ogni gioco ormai datato, sembra obsoleto e di fatto lo è. Ma non Pac-Man. Il metodo e la tipologia del gioco lo rende comunque divertente e sfidante, molto più dinamico e duraturo di Space Invaders. Al tempo stesso richiede di maggior logica e pianificazione. Io, che sono una schiappa, ho fatto al primo tentativo solo due livelli e poi ho ripreso a scrivere. Anche questo, come i precedenti giochi testati, non è affatto facile ma resta più divertente degli altri senza tuttavia convincerti a giocarlo troppo tempo.
Poi ho avuto l’illuminazione. E’ un gioco da donna? Facciamolo provare ad una donna. Quale miglior cavia di mia moglie! E’ durata un livello e me l’ha ridato al grido di “non mi piace perchè perdo. Non funziona” … caro Iwatani, non potevi conquistarle tutte!
Ci sarebbe molto altro da dire, come l’innumerevole quantità di seguiti copie e cloni o la presenza del gioco su film. Cinematograficamente lo abbiamo visto di recente nel film Pixels sul quale preferisco non esprimermi. In quanto a seguiti e per far capire la portata di un gioco di questo tipo, ci sono oltre 40 titoli collegati a Pac-Man sulle diverse piattaforme, usciti fino al 2016!
Ma non voglio annoiarti oltre, preferisco lasciarti giocare.
Non dimenticare però di seguire il prossimo episodio. Ecco il canonico indizio: il tempismo è tutto.