Nasce in Galles l’idea di costituire un team di sviluppatori con a capo Charles Cecil (all’epoca manager di Activision), che assieme a Tony Warriner iniziò a dedicarsi alla creazione di avventure grafiche, prendendo ispirazione dalla più “anziana” di qualche anno (1979) Sierra On-Line (approfitto per segnalarti un articolo sullo sviluppo di un nuovo gioco di Sierra in arrivo questa estate).
L’inizio
Grazie al coinvolgimento di altri membri, il team si ingrandisce e nel 1990 nasce ufficialmente quella che è oggi la Revolution Software che stabilisce la propria sede in Inghilterra, a Kingston upon Hull.
Il gruppo decide di mettersi subito all’opera e arriva il primo titolo, Lure of the Temptress, avventura grafica uscita inizialmente sui sistemi Atari ST, Amiga e DOS. Il gioco inizialmente era sotto Mirrorsoft ma in seguito ad una crisi di quest’ultima, il gioco fu pubblicato sotto Virgin Interective. Durante questo lavoro, gli sviluppatori crearono un proprio motore grafico, il Virtual Theatre, utilizzato per la produzione di avventure grafiche che fu il diretto concorrente delle rivali LucasArts e Sierra On–line. Con Lure of the Temptress la software house riuscì a farsi conoscere nel settore, nonostante le critiche non furono proprio esaltanti.
Il successo con Beneath a Steel Sky
Ancora una volta sotto la Virgin Interactive, pubblica Beneath a Steel Sky nel 1994 su Amiga e Dos insieme alla collaborazione di Dave Gibbons, disegnatore della serie a fumetti Watchman. Si tratta di un’avventura grafica fantascientifica che riscosse un successo di critica decisamente maggiore, portandolo ad essere oggi uno dei capisaldi del genere punta e clicca.
La consacrazione con Broken Sword
Revolution Software riesce a superarsi dopo il primo vero successo di Beneath a Steel Sky. Siamo nel 1996 quando vede la luce una delle avventure grafiche più belle di tutti i tempi; sto parlando di Broken Sword: il segreto dei templari uscito su PC, Mac OS e Playstation e successivamente su Game boy Advance. Vesti i panni del tuo alter-ego George Stobbart, turista americano in vacanza a Parigi che si gode la quiete di un piccolo bar, dopo l’improvvisa apparizione di un uomo vestito da pagliaccio il bar esplode e uccide un anziano, che successivamente si rivelerà un membro dell’ordine dei Templari. George esce vivo per miracolo, da lì inizierà la tua avventura in un intrigo di misteri e omicidi, viaggi intorno al mondo, organizzazioni di neo-templari e tanto altro. Questo primo capitolo fu accolto come capolavoro e divenne uno dei più venduti e conosciuti.
Come detto pocanzi, si tratta solo del primo capitolo. Infatti la serie di videogiochi Broken Sword presenta ben 5 titoli, il primo che ho citato, Broken Sword II: the smoking mirror, anche qui si riprende lo stile del primo capitolo, con enigmi e scenari differenti e per la prima volta sarà possibile giocare nei panni della fidanzata dell’amato protagonista, Nico Collard. Alcune parti saranno particolarmente spinose da superare, e forse alcuni enigmi potevano essere strutturati meglio ma nel compenso il gioco è più che godibile e la storia è davvero coinvolgente.
Personalmente ho adorato questa seconda uscita e mi risulta ancora oggi difficile dire quale sia meglio tra i due; le novità arrivano con un terzo capitolo, Broken Sword: il sonno del Drago pubblicato nel 2003, stavolta sotto THQ, su PC, Playstation 2 e Xbox. Il gioco si presenta come un connubio tra vecchio e nuovo, sia perché segna un ritorno alle avventure grafiche dopo una serie di progetti action che però non furono realizzati, ma soprattutto in quel periodo le avventure grafiche non godevano più di quel successo che le caratterizzava. Pertanto il team decise di introdurre alcune novità; la prima sicuramente è il passaggio dal 2D al 3D,un nuovo motore grafico e un approccio un po’ più “action” sfruttando gli elementi di gioco per risolvere gli enigmi. Nonostante alcuni non apprezzarono molto questo nuovo corso, il terzo capitolo di ricevette un ottimo riscontro in termini di critica.
Broken Sword: capitolo 4 e 5
Il quarto capitolo della famosa saga non fu del tutto in mano a Revolution Software; lo studio infatti per fronteggiare i costi delegò la realizzazione tecnica ad uno studio esterno, Sumo Digital (Forza Horizon, Forza Motosport). Nel 2006 nasce così Broken Sword: l’angelo della morte, come il suo predecessore riprende la grafica 3D riprendendo però uno stile punta e clicca, lasciando da parte la componente più action. A mio modesto parere, non si tratta di certo del miglior capitolo della serie, l’ho trovato abbastanza carente dal punto di vista della narrazione e degli enigmi, la stereotipizzazione poi dei personaggi italiani è stata abbastanza arraffazzonata, dando poco smalto e personalità ai vari personaggi di gioco. Rimane comunque un avventura godibile ma che a mio avviso non può competere con le altre.
A cavallo tra il 2013 e 2014 arriva il quinto capitolo, il primo suddiviso in due episodi usciti rispettivamente a Dicembre 2013 e Aprile 2014. Si tratta di Broken Sword: la maledizione del serpente, che fu finanziato attraverso una campagna su crowdfunding. La sua “doppia” uscita fu dovuta ad una serie di ritardi, ma una volta completato il gioco fu reso disponibile su PC, Mac OS, Playstation 4, Playstation Vita, Xbox One e su mobile Android e iOS. Molto apprezzato il comparto grafico e l’atmosfera che richiama i capitoli precedenti, enigmi però abbastanza discutibili, alcuni li ho trovati anche insensati. Anche qui si tratta di un avventura grafica godibile ma che non arriva ai livelli dei capitoli precedenti e infatti l’accoglienza fu piuttosto mediocre.
Revolution Software: il presente
Dopo il 2016, la software house decise di pubblicare una box collection in esclusiva per PC per festeggiare i 25 anni di carriera; i progetti in vista riguardano un sesto capitolo di Broken Sword, di cui purtroppo non si hanno ancora notizie, e un nuovo capitolo di Beneath a Steel Sky uscito nel 2020 con il nome di Beyond a Steel Sky che riprende il processo di rinnovo visto in Broken Sword. Dal 2D passiamo al 3D, e anche qui vediamo la collaborazione del fumettista Dave Gibbons; riprendendo i panni di Robert Foster vivrai l’avventura in un misto di thriller, fantascienza, cyberpunk, un po’ drammatico ma anche divertente, gli enigmi a fare da colonna alla struttura di gioco, un gioco dinamico che risponderà alle azioni che compirai.
Che dire quindi, non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, quello che è possibile notare però è un risveglio dell’interesse per le avventure grafiche che si sono evolute seguendo il cambio generazionale sperimentando nuove idee e proposte, che spesso riescono a rivelarsi delle piccole perle. Certo è che il lavoro di Revolution Software rimane una pietra miliare nella storia dei videogiochi, una tradizione che ancora oggi mantiene il suo fascino che resta intramontabile. Auguri quindi per i suoi 32 anni e che possa ancora regalarci le emozioni che solo le sue avventure sono in grado di darci, teniamoci pronti quindi per le future novità ma nel frattempo, rimettere mano ad uno dei mitici titoli può essere un ottimo modo per ingannare l’attesa.