Riot Games, casa produttrice di League of Legends, in seguito agli scioperi della settimana scorsa ha rilasciato nuove dichiarazioni. La società ha affermato che il compito di risolvere il problema con i querelati sarà affidato a una o più persone esterne, che gestiranno le richieste dei dipendenti.
La società afferma che “in definitiva, date le complessità delle controversie in corso, non cambieremo i nostri accordi con i dipendenti“. Sappiamo che non tutti sono d’accordo con questa decisione, ma sappiamo anche che tutti vogliono che Riot continui a migliorarsi. Riot Games prevede di creare un consiglio sulle diversità e l’inclusione e ha invitato “un gruppo eterogeneo” di dipendenti esterni a revisionare i vari aspetti della condotta.
La direzione ha anche dichiarato ufficialmente che: “L’abbandono da parte dei Rioter è stato un momento importante nella trasformazione della nostra azienda, e ha riaffermato il nostro impegno a continuare a lottare per rendere sempre meglio la società“.
Indu Reddy, Ronnie Blackburn e Jocelyn Monahan, i tre leader dietro la crisi dei dipendenti della settimana scorsa, hanno rilasciato delle dichiarazioni personali. “Siamo delusi dal fatto che la leadership non sembra prendere in considerazione i cambiamenti nella loro polita“. I dipendenti, tuttavia, hanno dichiarato di essere stati spazzati via dalla solidarietà e dalla vulnerabilità che i lavoratori in sciopero stanno dimostrando.
La società ha cambiato la sua politica sui valori aziendali dopo le accuse di “Bro Culture“, secondo le quali l’editore promuoveva un ambiente di lavoro sessista che privilegia i lavoratori di sesso maschile rispetto alle controparti femminili, oltre a consentire alle molestie sessuali di dilagare sul posto di lavoro.
L’allontanamento dei dipendenti è avvenuto il 6 maggio. I funzionari della compagnia però hanno confermato che nessuna azione sarebbe stata intrapresa per tutti coloro che partecipavano alla protesta.
Nuove importanti informazioni saranno rilasciate nella settimana entrante.