Riot Games non ha fatto attendere la propria reazione: a poco più di ventiquattr’ore dalla rottura con Alienware a causa della battaglia legale in corso tra Nicolo Laurent, CEO della casa videoludica che ha partorito League of Legends e Valorant, e la sua ex-segretaria Sharon O’Donnell, il consiglio di amministrazione di Riot ha dichiarato che non esistono prove riguardo le molestie sessuali che Laurent avrebbe perpetrato nei confronti della sua sottoposta.
False accuse e falsi testimoni
Secondo Riot, la cessazione del rapporto lavorativo con la signorina O’Donnell non sarebbe dovuto alle dimissioni di quest’ultima. Il licenziamento sarebbe bensì partito dall’amministrazione stessa. Tale decisione sarebbe stata presa “sulla base di diversi reclami ben documentati“. La vertenza per molestie sessuali mossa dalla signorina O’Donnell a Laurent si configurerebbe dunque come una ripicca per il licenziamento, risalendo tale azione legale a luglio 2020, vale a dire immediatamente dopo il suddetto. Riot ha di conseguenza deciso di non rimuovere Laurent dal suo ruolo.
Laurent stesso ha ribadito la propria buona fede in un messaggio diretto ai dipendenti di Riot Games: “Le accuse a mio carico di molestie, discriminazione e rappresaglia non sono vere. […] Fin dall’inizio di quest’iter ho garantito la massima cooperazione e trasparenza, fornendo accesso a tutto ciò che mi è stato richiesto.” Il CEO ha inoltre apertamente negato la sussistenza delle politiche sessiste di cui Riot è tacciata da circa tre anni: “[…] Se queste accuse fossero vere, […] il consiglio mi avrebbe licenziato […] perché a Riot non c’è posto per i comportamenti descritti nel reclamo.”
L’amministrazione di Riot ha inoltre mosso a sua volta pesanti accuse contro la signorina O’Donnell, la quale starebbe addirittura corrompendo pecuniariamente altri dipendenti o ex-dipendenti della software house affinché testimonino in suo favore oppure affinché querelino Laurent a loro volta, ricorrendo persino a ricatti di vario genere. A confermare le asserzioni di Riot ci sono due vertenze legali per minacce a carico della stessa signorina O’Donnell.
La risoluzione di questa diatriba sembra ancora molto lontana. Possiamo solo sperare che la verità salti fuori il prima possibile e che non si tratti in nessun senso di un caso Harvey Weinstein videoludico.